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Thaurorod - Coast of Gold
05/05/2018
( 1474 letture )
Il movimento musicale chiamato heavy metal è stato sovente tacciato di essere un enorme contenitore dal carattere omogeneo, un genere musicale ripetitivo e ridondante poiché i vari gruppi, indipendentemente dal sottogenere praticato, “suonano tutti uguali”; quante volte ci sono sanguinati gli occhi/le orecchie nel leggere/sentire commenti del genere? Lungi dall’essere anche solo apparentemente vicine al vero, queste asserzioni devono spronare gli avidi di conoscenza nella ricerca e nell’approfondimento, azioni che, invero, devono essere compiute in ogni argomento. Nel nostro piccolo prendiamo come scusa la qui presente recensione per ribadire a gran voce l’eterogeneità del metal, non solo per quanto riguarda le varie tipologie di esso esistenti, ma altresì analizzando l’area geografica di provenienza di una certa band piuttosto che un’altra. Per un orecchio allenato il sound dei Thaurorod sarà guida verso i territori del nord Europa, precisamente in Finlandia, ancor più precisamente Hyvinkää. Questa cittadina, conosciuta nell’ambiente per il festival open air black Steelfest, diede i natali ai Nostri nel 2002 e infuse in loro le caratteristiche e lo stile tipiche del power metal come si suole eseguirlo in quelle latitudini e in quei confini, ovverosia una favolosa miscela di melodia e velocità d’esecuzione riconoscibile fin dai primi lavori pionieristici dei Maestri Sonata Arctica e Stratovarius. Nonostante l’anno di nascita sia quello già citato i Thaurorod - neologismo proveniente dalla lingua tolkieniana chiamata Quenya che sta per “montagna malvagia” - arrivano al debutto addirittura otto anni più tardi sotto l’egida della NoiseArt Records, dopo tre EP autofinanziati e pubblicizzati nei vari tour in giro per il continente. Coast of Gold è il terzo album ufficiale e si può già considerare come il definitivo salto in avanti qualitativo del sestetto capitanato dal notevole chitarrista Emil Pohjalainen (già negli Amberian Dawn e vincitore del Guitar Gods Festival 2016), cofondatore del combo assieme al bassista Pasi Tanskanen e al batterista Joonas Pykälä-aho.

In questo platter i Thaurorod dimostrano di aver fatto tesoro delle esperienze maturate on stage a fianco di nomi altisonanti tra cui Alestorm, Symphony X e Nevermore e che il processo di maturazione è giunto al termine, consegnandoci un prodotto superiore alla media tra le recenti uscite. Muovendosi agilmente entro ferree coordinate power/symphonic vengono qui create composizioni che non sfigurerebbero se comparate alle proprie antenate degli anni 90 e aggiungono spessore ad una particolare branca del metal che soffre da tempo di un processo di stagnazione non indifferente. Il punto forte di Coast of Gold risiede sicuramente nella maestria di saper sfruttare e attuare le caratteristiche vincenti del genere in questione in totale naturalezza: la maggior parte dei pezzi rimangono facilmente impressi dopo pochi ascolti non grazie a velleità commerciali, ma bensì a un’orecchiabilità funzionale alla totalità compositiva, la sezione ritmica non fa prigionieri quando deve “viaggiare” e non concede sbavature nelle parti col freno tirato e in generale ogni componente è reso partecipe di una buona prova. A cominciare dal vocalist Andi Kravljaca, ugola abbastanza personale e capace di esprimersi bene anche su registri bassi (cosa non scontata per un cantante power), passando per le due asce, brillanti nell’alternarsi tra parti soliste e ritmiche, e concludendo con la tastiera di Harri Koskela, capace di non esagerare con gli effetti, ognuno di loro è essenziale per la buona riuscita dell’opera. Segnalare un brano piuttosto che un altro può essere utile esclusivamente per descrivere le varie soluzioni adottate all’interno di Coast of Gold, poiché fare una classifica qualitativa con questi dieci pezzi è impresa ardua; ci limitiamo a collocare Cannibal Island e 24601 testa e spalle sopra tutte, magistrali nel loro incedere coniugando un sound atmosferico e sognante con tratti di epicità di sottofondo, che sono poi gli elementi imperanti di tutto il disco. Il livello riesce a rimanere più o meno costante dall’inizio alla fine e anche da ciò si può constatare l’ottimo lavoro realizzato dai finlandesi, nel quale inseriscono anche una ballad (Halla) osando forse un po’ troppo, dato che risulterà il pezzo più anonimo del lotto. Inoltre è doveroso spendere una nota di merito per la produzione svolta dalla band stessa sotto il controllo della storica Drakkar Records, label tedesca molto conosciuta nel settore: il risultato è un lavoro cristallino che dona eguale rispetto ad ogni strumento e mantiene l’originaria coesione sicuramente pensata e progettata da Pasi, il maggior compositore del gruppo, e messa poi in atto da tutti i musicisti.

I Thaurorod hanno centrato in pieno l’obiettivo confezionando un lavoro fresco, diretto e dotato di gran classe, un disco che sembra prodotto da veterani di questo giochino, da esperti della materia quali effettivamente sono. La speranza è che arrivi anche per loro la possibilità di un tour da headliner e di acquisire un minimo di popolarità che non guasta mai, ben consci del fatto che è utopico pensare, nell’anno domini 2018, di suonare esclusivamente per questo; ergo, probabilmente non raggiungeranno materialmente le coste dorate narrate nel disco qui recensito, ma si sono guadagnati ottimi riscontri da parte della critica di settore, il che non è azione di poco conto.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
78 su 2 voti [ VOTA]
fasanez
Venerdì 5 Ottobre 2018, 11.58.58
1
Veramente molto bello. Più lo ascolto e più mi piace. In un genere che ha detto quasi tutto, sono veramente felice di aver trovato una nuova band meritevole! Solitamente trovo i nuovi gruppi Power inascoltabili per la voce, che ultimamente non mi soddisfa mai, qua invece la trovo veramente piacevole e ben incastonata in un contesto davvero gradevole. Pezzi molto belli e molto ben suonati. Bravi ragazzi!
INFORMAZIONI
2018
Drakkar Entertainment
Power
Tracklist
1. Power
2. The Commonwealth Lives
3. Coast of Gold
4. 24601
5. Feed the Flame
6. Cannibal Island
7. Into the Flood
8. My Sun Will Rise
9. Illuminati
10. Halla
Line Up
Andi Kravljaca (Voce)
Emil Pohjalainen (Chitarra)
Lasse Nyman (Chitarra)
Harri Koskela (Tastiere)
Pasi Tanskanen (Basso)
Joonas Pykälä-aho (Batteria)
 
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