|
19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
King Crimson - Three of a Perfect Pair
|
19/05/2018
( 6871 letture )
|
Il 1984 vede il ritorno sul mercato discografico del grandioso poker d’assi (Fripp, Bruford, Belew, Levin) costituente i King Crimson, band inglese da sempre riconosciuta tra le punte di diamante della storia del rock progressivo e, più in generale, come della storia della musica degli ultimi cinquant’anni. I nostri, ormai stabili da diversi anni e con alle spalle un paio di album dediti come sempre alla sfrontata ricerca sonora d’avanguardia, tornano con il terzo ed ultimo album degli anni 80, Three Of A Perfect Pair. Il disco in questione è da annoverarsi tra le creazioni più particolari del progetto di Robert Fripp, almeno per come è strutturato internamente. Questo lavoro infatti, se preso nella sua versione in vinile, vede il lato A dedicato a composizioni, a detta dello stesso Fripp, più “lineari” e “accessibili”, mentre nella seconda facciata del platter è invece possibile imbattersi in brani più complessi e cervellotici, così da poter accontentare i diversi tipi di pubblico. Questa caratteristica rende Three Of A Perfect Pair un lavoro unico nel suo genere e suscita curiosità la netta divisione tra i due gradi di complessità, quasi come se fossero due pesi e due misure.
Prima, però, procediamo con ordine. Ascoltando il disco, emerge effettivamente una maggiore linearità della prima metà dell’album, almeno per gli standard d’imprevedibilità a cui i King Crimson ci hanno abituato negli anni. A tratti troviamo passaggi quasi cantabili, le melodie sono leggermente più accessibili e anche le strutture delle canzoni, oltre al fatto che i tecnicismi si fanno meno complicati. Tuttavia, è notevole osservare come i King Crimson riescano ad essere a proprio agio anche su brani più lineari, centrando quel connubio tra sperimentazione e orecchiabilità, almeno se si considera l’alto standard intellettuale e avanguardistico per cui i nostri si sono distinti in tutta la loro carriera. Il platter giustamente è introdotto dalla titletrack, dove la voce spiritata di Belew la fa da padrona, guidandoci in un brano all'apparenza strumentalmente prevedibile. Le chitarre dello stesso Belew e di Fripp si fanno percussive e accentuano la sezione ritmica perennemente in tempi dispari. L’assolo centrale è breve, ma acido e straniante e la canzone si chiude in un fade out dopo aver ripetuto il ritornello. In un certo senso Tree Of A Perfect Pair è un brano semplice da metabolizzare, grazie all’efficace alternanza strofa/ritornello, in aperto contrasto con l’irregolarità dei tempi dispari impiegati. Model Man colpisce principalmente per le liriche, più che per la musica. Il brano tratta di un uomo comune, uguale a miliardi d’altri, ma che disperatamente lotta per fuggire da momenti di disagio e imbarazzo all’interno di una relazione. Sleepless invece rimane subito impressa per il suo groove irresistibile, con un Tony Levin estremamente percussivo sul suo basso, che traccia senza sosta note e bordoni (effetto per cui una nota o un accordo vengono suonati ripetutamente durante il brano, noto anche come drone) gustosissimi e si amalgama perfettamente con la batteria di Bruford, mostrando ampiamente il suo talento e un grande senso del ritmo. Nella seconda parte del platter, invece, i King Crimson tornano a sperimentare in lungo e in largo con Industry, una lunga traccia strumentale, acida e atmosferica, dai toni rarefatti, in cui emerge l’influenza del Robert Fripp maggiormente legato ai propri lavori più astrusi come solista. Si tratta di un brano riuscito, a tratti inquietante, quasi ambient, dove tra effetti eterei emergono le percussioni di Bruforde il basso di Levin. Industry dà l’impressione di entrare in un tunnel sonoro psichedelico e senza fine, suscitando così un filo d’ansia. Ci troviamo davanti ad una strumentale dai toni cupi, che merita certamente diversi ascolti prima di essere apprezzata. Dig Me si snoda tra un ritornello canticchiabile e piacevole e l'alternanza di semplici accordi a intermezzi spaziali e acidi. E mentre No Warning mette nuovamente in risalto le abilità di Bill Bruford, con la conclusiva Lark’s Tongues In Aspic Part III cozziamo letteralmente contro chitarre impazzite, dedite a suonare passaggi complicati e avventurosi in tempi dispari di demenziale difficoltà, aiutati da una sezione ritmica a dir poco superba.
Three Of A Perfect Pair suona al 100% King Crimson. Certamente è un album molto particolare, che ammicca in alcuni momenti a soluzioni più easy listening, seppur in un contesto prettamente prog e d’avanguardia, soprattutto per l’epoca in cui il suddetto lavoro è stato pubblicato. Ci troviamo dinanzi ad un’opera diversa, ma di assoluta qualità e quantità di dettagli e spunti, assolutamente degno di finire nella collezione di ogni amante di musica e ovviamente dei King Crimson.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
Non tra i miei preferiti dei King Crimson, nel senso che non sono mai riuscito ad apprezzare fino in fondo la scissione programmatica tra l'anima più tradizionale e quella più sperimentale del gruppo (anche se va detto che in ogni loro album la bilancia ha in maniera evidente sempre penduto di più dal lato di quest'ultima). D'altro canto però la classe, il genio e la preparazione sia tecnica che compisitiva del quartetto mi porta comunque a stimare molto anche questo album. Voto 82 |
|
|
|
|
|
|
6
|
Mah, solo io lo considero il disco più orecchiabile dei King Crimson? Anzi alcune soluzionii le considero quasi pop. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Certamente il più sperimentale dei coloratissimi dischi del Re Cremisi degli anni '80. Più ostico degli altri, confesso di avergli dato pochi ascolti. Tecnica e voglia di cercare nuove sonorità impeccabili. Grande classe come al solito. Forse necessita di tanti ascolti dedicati. Fripp è un genio e difficilmente fa cose casuali. Come ho già detto molte altre volte, tutto dei King Crimson è un "must have" a prescindere. Au revoir. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Il Prog Rock per me sono i King Crimson perché hanno qualità da vendere, nella loro discografia non c'è un passo falso. Lo dimostra anche il qui presente capolavoro Three of a Perfect Pair voto:97/100. Un must |
|
|
|
|
|
|
3
|
Buona recensione ma voto un pò alto se guardiamo ad altri capolavori della band. Anyway siamo sempre qualitativamente a dei livelli stellari. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Secondo me questo delude un po comparato ad altri pezzi da 90 della loro discografia. Qui il livello scende secondo me e non è un top album. |
|
|
|
|
|
|
1
|
La solita qualità stratosferica dei King Crimson. Forse gli unici insieme ai Rush (almeno tra i gruppi con una certa notorietà) ad aver sempre garantito un livello altissimo per tanti anni e con tanti album alle spalle, e ciò pur cambiando stile in più di un'occasione. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Tree Of A Perfect Pair 2. Model Man 3. Sleepless 4. Man With An Open Heart 5. Nuages 6. Industry 7. Dig Me 8. No Warning 9. Lark’s Tongues In Aspic Part III
|
|
Line Up
|
Adrian Belew (Voce, Chitarra) Robert Fripp (Chitarra, Frippertronic) Tony Levin (Basso, Stick, Synth) Bill Bruford (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|