|
26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
Hatebreed - The Rise of Brutality
|
19/05/2018
( 2434 letture )
|
La definizione ˈˈmetal-coreˈˈ va a indicare tutto quel filone musicale, affacciatosi alle masse sul finire degli anni 90, che univa il metal old school -heavy, thrash e swed/death metal- con l’hardcore, andando a creare uno stile peculiare più in generale definito come nuova scuola o modern metal: perché due generi che di per sé erano entrambi vecchia scuola si sposavano per dare vita un genere completamente nuovo, che nel corso degli anni ha assunto tutte le possibili contaminazioni e sfumature, andando a creare un vero albero genealogico di sottogeneri. Con metal core insomma possiamo indicare davvero molto, anche se a questa definizione è facile associare automaticamente il melodic metal core alla Parkway Drive, As I Lay Dying, Killswitch Engage e August Burns Red.
Tuttavia, se adesso possiamo assistere a nuove ondate di band sempre più moderne, ai veri albori del genere, in quella linea sottile laddove il metal non si era ancora unito del tutto con l’hardcore per creare gli stilemi del genere, lì troviamo gli Hatebreed, fra i pionieri del metal HC made in Usa: perché l’hardcore/punk rimane ancora scisso ed evidente nelle loro composizioni, musicalmente e a livello di contenuti, adagiandosi accanto al thrash metal. Ciò non è esprimibile solo riguardo gli inizi (1994), ma è estendibile a tutta la loro carriera: i Nostri vogliono rimanere in quella fascia che fa da confine vecchio e nuovo, leggermente più avanti sulla linea temporale-stilistica rispetto ad alcune realtà crossover thrash anni ottanta, pur riprendendo parte dell’attitudine. Si tratta della prima forma di NWOAHM. Qualcuno si ricorderà la definizione tanto in voga nel 2000 -Mosh core- che potremmo tranquillamente associare agli Hatebreed, visto il genere dalla resa live incredibile e l’ispirazione al movimento senza freni proprio nel moshpit. E se nel 1997, con Satisfaction is the Death of Desire erano completamente primitivi e indisciplinati (in senso buono), vanno ad affinare la loro intenzione nel successivo Perseverance per poi giungere all’album qui trattato: affinare è un termine relativamente appropriato, perché i nostri rimangono comunque selvaggi e primordiali, animaleschi, dai suoni volutamente rozzi. Non è casuale il titolo The Rise Of Brutality. Di melodia non c’è alcuna traccia e la dissonanza fa da padrona, con quell’inconfondibile gusto americano Bay Area: nei riff di chitarra pastosi e nella voce ibrida del singer Jamey Jasta, triviale e per lo più monocorde, a metà fra un growl e uno screaming che fa l’inchino al thrash, mentre i contro-cori sono in pieno stile HC. Oltre alla generale attitudine dannatamente in your face, anche la brevità delle canzoni ci riportano al punk e i testi ne riprendono le tematiche, con continuo incoraggiamento ad essere fedeli a se stessi, a combattere per i propri ideali, per la verità, senza accettare le ingiustizie: il tutto proferito in maniera sfacciata e cruda, rendendo l’idea. Le 12 tracce scorrono veloci e mozzafiato non solo perché brevi, ma perché estremamente incalzanti e tiratissime. Pezzi come Facing What Consumes You, Live For This e Another Day, Another Vendetta sono decisamente segnanti, così come breakdown pazzeschi che sentiamo in Doomsayer e Beholder of Justice. This is Now è forse la punta di diamante del lavoro per groove, impatto e messaggio.
In conclusione, un lavoro e una band con uno specifico significato musicale e culturale, che raccoglie in sé la commistione di due generi differenti nella forma più primordiale, mantenendo una volontà tradizionale pur non confinandola in se stessa. Gli Hatebreed sono pura accademia per ogni tipo di metallaro.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
11
|
Indigo, conferma ogni tua parola. La trilogia 2002-2006 e' il top assoluto loro, in quegli anni li vidi 2 volte live a Milano con Slayer e Slipknot e a Torino Headliner (2004 e 2007). Raccolsi vari memorabilia tra cui un Jasta polsino che mi diede lui stesso dopo ul concerto. Ciliegina sulla torta il cover album FOR THE LIONS. Grandi annate...adolescenza magica dove la differenza tra l'essere uno sfigato che si fa bullare ed un bricconcello fiero e non sottomettibile e' l'aver ascoltato le Hatebreed Jasta Lyrics. |
|
|
|
|
|
|
10
|
Perseverance, questo e il successivo Supremacy sono i capolavori degli Hatebreed. A mio avviso l'unico sottotono è l'omonimo del 2009, dopo si sono ripresi alla grande. Non è semplice mantenere lo stesso livello di intensità album dopo album e con gli anni che passano ma loro per me ci sono riusciti. Tra quelli che ho citato questo lo metto sul podio al terzo posto, al secondo Supremacy e primo Perseverance visto che contiene I Will Be Heard, la mia traccia preferita di Jasta e co. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Cambiate il genere nella recensione, loro col Thrashcore c'entrano come mia nonna quando beveva acqua invece del vino... |
|
|
|
|
|
|
8
|
disco solidissimo di un gruppo forte e concreto,un concentrato di forza e motivazione con pochi euguali! |
|
|
|
|
|
|
7
|
mi piacciono un sacco . |
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Hatebreed=stile di vita. Jamey Jasta fonte di ispirazione massima. |
|
|
|
|
|
|
4
|
I five finger death punch degli anni 90 e dei primi anni duemila, non riesco ancora a comprendere come possano essere così tanto sopravvalutati. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Stile di vita: band schiacciasassi e....i testi di Jasta, Manifesti di forza e decisione. Per me sono imprescindibili e questo album un manifesto che anticipa il monumentale Supremacy, per gli altri ci sono le nenie degli Stratovarius o degli Angra |
|
|
|
|
|
|
2
|
Quoto Lambruscore, da sempre sopravvalutati, anche secondo me |
|
|
|
|
|
|
1
|
L'importanza di avere le conoscenze giuste, nel mondo della musica, come in altri campi, per me gruppo sopravvalutato, spesso con carenze di idee, non riuscirei ad ascoltare un loro disco per intero, sezza addormentarmi dopo 3 o 4 pezzi. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Tear It Down 2. Straight To You Face 3. Facing What Consumes You 4. Live For This 5. Doomsayer 6. Another Day, Another Vendetta 7. A Lesson Lived Is A Lesson Learned 8. Beholder Of Justice 9. This Is Now 10. Voice Of Contention 11. Choose Or Be Chosen 12. Confide In No One 13. Bound To Violence
|
|
Line Up
|
Jamey Jasta (Voce) Sean Martin (Chitarra) Chris Beattie (Basso) Matt Byrne (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|