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Jizzy Pearl of Love/Hate - All You Need is Soul
19/05/2018
( 1878 letture )
Un prepotente ritorno alle origini e ai suoi Love/Hate primordiali. Esattamente questo tipo di disco mi attendevo da un singer dotato di voce ruvida e grattugiante, con chitarre casiniste e ritmi stradaioli e lerci, che imperversavano sul grande debutto del ‘90, quel Blackout in the Red Room che ancora oggi fa sussultare per eruttività sonica. E chi se ne importa se sono passate tante decadi, chi sa fare bene una cosa, deve continuare sulla propria strada, invece di snaturarsi, partorendo ciofeche immonde o correndo dietro alle mode momentanee.

Reduce da un insieme di esperienze con la band originale ma non solo, pensiamo ai Ratt con la dipartita di Stephen Pearcy, al primo solo album Just a Boy del 2004, i 100 Proof supergruppo con Mike Duda dei W.A.S.P. al basso ed il veterano Chris Slade ex Ac/Dc alle pelli, e ancora Adler's Appetite (2005), George Lynch nel 2008, la storica reunion con i Love/Hate in formazione originale nel 2007, il nostro torna finalmente all’anima della sua musica con questo disco esplosivo, soffocante, caliente e maledetto, vera manna per chi ha imparato a conoscerlo e apprezzarlo, sul finire degli eighties. C’è voluto del tempo, ma santificato sia il fato per averci regalato un nuovo capitolo di questo calibro. 12 pezzi abrasivi, prodotti e mixati dallo stesso Jizzy, registrati agli Android Studio e pubblicati dalla Frontiers, un CD caldo e pronto per essere azzannato, anche grazie ad un artwork coloratissimo e in linea con i primi due lavori della casa madre, copertina davvero attirante. L’apertura di You're Gonna Miss Me When I'm Gone mette subito in chiaro le cose, Jizzy è tornato davvero e ha il fuoco acceso sul cavallo dei pantaloni, il ritmo è un 4/4 selvaggio, cori sagaci, chitarre a ruspa, voce spigolosa, e stacchi che ricordano molto la band natia, il tutto condito da un ritornello che afferra per le orecchie in virtù di un’attitudine stradaiola mai persa nei vicoli luridi delle città frequentate, una botta di pezzo, senza se e senza ma. Comin' Home To The Bone è acida nella vocalità, un po’ come il primo Bon Scott, l’ascia di Darren Housholder, anche lui molto Amore/Odio, nel senso che fa parte del universo della band, sega duramente e il drum kit di Dave Moreno diventa tellurico, con solo-guitar claustrofobico e segnali Love/Hate che spuntano un po’ ovunque nella song; High For An Eye usa il pugno di ferro sin dal primissimo attacco di rullante, sei corde sulla carbonella ardente e un inciso di facile assimilazione, ma tutto il contesto della stesura scotta di street metal e passione per le alabardate in salsa hard. All You Need Is Soul è il manifesto chiaro del ritrovato Jizzy Pearl, ossessiva e martellante con un assolo di Householder frenetico e con svisate compulsive sotto il cantato, House Of Sin, grazie alle sue armonizzazioni vocali scarne, lancia un pezzo crudo e selvatico con la sei corde pronta a punteggiare ogni secondo libero e la batteria che malmena chiunque; Mortified si veste da song stoppata che menziona gli “aussie” per eccellenza, il riff è potente, la voce malefica e l’inciso apre a stacchi e controstacchi di grande vigoria, poi lo spirito di Angus Youg inforca la chitarra di Darren Housholder e distilla momenti magici. Frustrated scocca a razzo e sul ritornello spara lì un coro “very punk”, When The Devil Comes puzza di zolfo dal Tropico del Cancro sino a qui, la stesura è indiavolata a tratti per l’azione della guitar, cadenzata in altri, rallentata sul finire, ma la pesantezza delle chitarre e della sezione ritmica la fanno da padrone, una traccia stupenda nella sua decadenza, con un lavoro eccezionale di Householder sui capotasti, mentre spuntano flavour misto Audioslave, e Jizzy mette il cappello da gran sacerdote e celebra la song: immarcescibili i suoi Baby Baby Baby e Come On Come n sul finale. Uno dei momenti più belli e top dell’intero lavoro, un pezzo con le contropalle, come tanti altri. You Don't Know What It's Like scorre rotonda senza asperità, It Doesn't Matter è una ballad elettrica di buonissimo impatto e il frontman dimostra di cavarsela altrettanto bene anche con ritmi più morbidi, la sua raucedine spunta fuori, fornendo carattere all’interpretazione, mentre la guitar fornisce sangue e viscere alla riuscita del pezzo. Siamo alla fine, non prima di beccarci gli ultimi due scampoli: Little Treasures e Mr. Jimmy. La prima si accoda alle atmosfere sin ora snocciolate, potente e deragliante, con Jizzy in grande forma tallonato da Darren senza pietà e il basso di Mark Dutton che sdrucciola, apportando spessore al sound, mentre la seconda è di natura puramente zeppeliniana, una raffica di hard commutata da coordinate quasi punk nel cantato, un’ottima fusione di stili, supportati da un solo della sei corde lisergico e visionario.

Un disco dalla potenza elevata, con tanto di ascendente ribelle e forza selvaggia, la band suona alla grande, la sezione ritmica è stata pressofusa in un altoforno, Darren Housholder svolge un lavoro pazzesco e di una qualità sopraffina, Jizzy non è cambiato di una virgola, voce piena, schizofrenica, trascinante; non un virtuoso ma un rozzo singer di strada, insomma un album da avere per requisiti della registrazione, scrittura, attitudine e attributi dei pezzi. Una gran bella sorpresa, però prima di ascoltarlo, leggete attentamente le modalità d’uso: spazzate via, accuratamente, con la spazzola di ferro le incrostazioni di lordura e sudiciume accumulate da anni di attesa per un comeback di questa levatura. Go Jizzy, go to Hell!



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
86.25 su 4 voti [ VOTA]
diego75
Venerdì 25 Maggio 2018, 17.24.30
7
ottimo disco ...vecchia scuola
D.T.
Mercoledì 23 Maggio 2018, 9.48.07
6
Non sono mai stato un grandissimo fan di Jizzy e non ho mai approfondito più di tanto i Love/Hate, ma questo disco mi sta prendendo molto! Notevole!
angus71
Lunedì 21 Maggio 2018, 18.06.26
5
niente di eccezionale ma disco onestissimo.
Metal Shock
Domenica 20 Maggio 2018, 20.02.26
4
Insomma....discreto disco, con alcune ottime canzoni come l'iniziale You're gonna..., la titletrack, Frustated, You don't know...e It doesn't matter ma le altre sono nella media. Comunque sia Blackout che Wasted in America sono lontani, molto lontani. Nel genere trovo di meglio.
Angus71
Sabato 19 Maggio 2018, 19.22.15
3
Se valesse la metà di blackout, sarebbe un capolavoro. Corro ad ascoltarlo
Enrisixx
Sabato 19 Maggio 2018, 18.18.45
2
Veramente un bell' album rock n roll stradaiolo
Galilee
Sabato 19 Maggio 2018, 14.40.25
1
Bene. Grande jizzy. Non vedo l'ora di ascoltarlo.
INFORMAZIONI
2018
Frontiers Music
Street Metal
Tracklist
1. You're Gonna Miss Me When I'm Gone
2. Comin' Home To The Bone
3. High For An Eye
4. All You Need Is Soul
5. House Of Sin
6. Mortified
7. Frustrated
8. When The Devil Comes
9. You Don't Know What It's Like
10. It Doesn't Matter
11. Little Treasures
12. Mr. Jimmy
Line Up
Jizzy Pearl (Voce, Chitarra)
Darren Housholder (Chitarra)
Mark Dutton (Basso)
Dave Moreno (Batteria)
 
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