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Hyrgal - Serpentine
23/05/2018
( 958 letture )
De rituels en transmigrance, l'âme se perd
comme moraine dans les glaces,
jusqu'aux tumultes de la serpentine


Rituali di trasmigrazione, morene fra i ghiacci, tumulti della serpentina: difficile identificare un campo semantico comune, un orizzonte di lettura univoco che permetta di mettere a fuoco la sagoma sfuggente degli Hyrgal, creatura sonora plasmata nel 2007 da Clément Flandrois, chitarrista e compositore francese già membro degli Svart Crown. Alla crescente popolarità di quest’ultimi possiamo probabilmente addebitare il lungo iato che separa la prima pubblicazione a nome della band, un demo split con Kairn -progetto acustico di Julien Savy degli Otargos- targato 2008 e il presente Serpentine.
Eppure l’estratto dal testo di VII - Etrusca Disciplina proposto in apertura delinea con efficacia i tratti del sound dei nostri, un rituale pagan black mesmerizzante in costante oscillazione fra vertigini atmosferiche e improvvisi addensamenti materici che alterano in profondità il sound fino a stravolgerne le forme, così come l’azione combinata di temperatura e pressione produce quel metamorfismo sotterraneo che genera il serpentino, la roccia che dà il titolo al platter.

Le danze si aprono con I - L’Appel, introduzione atmosferica sui cui si staglia un trio d’archi che disegna una successione armonica quasi cinematica, vicina per suggestioni al Wim Mertens di The Belly Of An Architect. II - Mouroir è una valanga melodic black nobilitata dallo scream di Flandrois, pieno, intelligibile e leggermente scuro nel timbro; il break centrale cristallizza il giro melodico come in una teca di ghiaccio che improvvisamente si frammenta e precipita nel diluvio chitarristico che chiude il brano. III - Till apre con un arpeggio in single coil, prima di esondare in stratificazioni melodiche che ricordano le soluzioni post prog adottate da Pyramids e Latitudes, rallentando successivamente in un mid tempo secco e squadrato sui cui efficace appare la scelta dei suoni di batteria operata da Zuccaro, che sovrappone il timbro “medioso” ed asciutto della cassa ad un interessante lavoro sui piatti che sfrangia la tessitura densa del lavoro di chitarra.
In IV - Représailles il riffing si fa più intricato, descrivendo dissonanze che increspano la superficie melodica del pezzo anche grazie a un low end chitarristico che ispessisce il tremolo tipicamente black; la tensione si allenta e si ricompatta come in folate successive, raggiungendo l’acme quando sui graffi vocali dello scream si innesta un coro baritonale con funzione quasi di basso continuo. La successiva V - Aux Diktats de L’Instinct è una sfuriata gorgorothiana che progressivamente vira verso un black’n’roll in cui trasluce il lavoro melodico di basso e chitarra, come piani di sfaldatura leggibili all’interno di un cristallo; il finale sprofonda fra cadenze doom che rimandano al sofisticato lavoro di espansione del suono operato da Doom:VS.
VI - Rite, interludio di un minuto circa, è una straniante invocazione sciamanica come mutuata dalle recenti derive narcotiche dei The Ruins Of Beverast di Exuvia. La conclusiva VII - Etrusca Disciplina spiega infine le ali in un volo tra post metal e doom il cui respiro, fatto di aperture melodiche in maggiore e ripiegamenti sulle tonalità minori, ricorda in qualche modo le esplosioni intergalattiche di Subconscious Dissolution Into The Continuum degli Esoteric; il testo è un’affascinante e vivida descrizione dei riti aruspici di interpretazione delle viscere degli animali cui si affidavano gli Etruschi per predire gli eventi futuri.

Serpentine è un lavoro complesso, che cela dietro a un apparente muro sonoro atmospheric black una sapiente scrittura melodica e ritmica. Pur essendo evidentemente guitar-centered, l’album riserva spazi di espressione a tutti gli strumenti, colmandoli con interventi di gusto e comunque funzionali alla visione d’insieme di Flandrois. Il risultato finale non brilla certo per originalità, essendo la formula già ampiamente adottata e in qualche modo sistematizzata dall’attuale scena black transalpina, in particolare dalle sue propaggini savoiarde ed occitane, più intimamente votate alla contemplazione della natura e all’esplorazione dei rituali arcaici che ne rendevano in qualche modo intelligibili i fenomeni. L’ascolto di quest’uscita è ad ogni modo consigliato perché ne traspare un’abilità compositiva e strumentale ineccepibile e una passione per il genere quanto mai sincera.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Alessio
Mercoledì 23 Maggio 2018, 14.08.03
1
Dalla recensione sembra interessante. Me lo segno, dato che alcuni lavori di quest'etichetta sono davvero validi
INFORMAZIONI
2018
Les Acteurs De L’Ombre Productions
Black
Tracklist
1. I - L’Appel
2. II - Mouroir
3. III - Till
4. IV - Représailles
5. V - Aux Diktats De L’Instinct
6. VI - Rite
7. VII - Etrusca Disciplina
Line Up
Clément Flandrois (Voce, Chitarra)
Quentin Aberne (Basso)
Emmanuel Zuccaro (Batteria)
 
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