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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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28/06/2018
( 1588 letture )
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Non Ritorneremo. Addio. Pripjat 28.04.1986
Questo messaggio è stato ritrovato inciso tra i banchi di un asilo di Pripjat, la città simbolo di quella catastrofe ambientale rappresentata dal tristemente noto incidente nucleare di Chernobyl. Un pericolo, quello del nucleare, che aleggia in maniera ingombrante anche (e soprattutto) al giorno d'oggi: basti pensare al disastro di Fukushima, in Giappone, avvenuto nel 2011 a causa del terremoto. L'olocausto nucleare è un tema tutt'altro che finito nel dimenticatoio, anzi, è più radicato che mai, specialmente se le tragedie le si è vissute, siano esse in primo che secondo piano. Questa introduzione è utile a sottolineare quanto i Pripjat abbiano a cuore questo argomento. Già nel 2014 lo avevano affrontato in Sons of Tchernobyl del 2014 ed ora, a quattro anni di distanza, proviamo a capire se il gruppo ha portato avanti le proprie idee maturando anche lo stile.
L'artwork di Chain Reaction è semplice ma sicuramente d'impatto. Un teschio, cui sotto una specie di lente d'ingrandimento compaiono alcuni elementi legati all'olocausto nucleare. Ciò che colpisce, oltre all'uso essenziale dei colori è l'occhio spalancato in basso a sinistra, visibilmente impaurito, costretto a vedere l'inimmaginabile. Un dettaglio che certamente colpisce e sonda nel profondo. Musicalmente parlando Chain Reaction è un disco che farà felici tutti gli amanti di un thrash più elaborato e tecnico, senza però rinunciare ad un'immediatezza di fondo. Quest'ultima è forse la caratteristica più importante in quanto aumenta di molto la longevità dell'album. Il tono lo si capisce fin dalla prima Just a Head, breve e concisa e dotata di un riffing sufficientemente violento e articolato. Volendo fare un paragone, la musica deiPripjat (fin da subito) è paragonabile alla forza distruttiva che ha corroso l'intera città costringendo gli abitanti ad una fuga immediata. Le influenze della band sono facilmente riconoscibili, il timbro di Kirill Gromada riporta molto ai Kreator e agli Slayer di ottantiana memoria. Questi ultimi si possono riscontare in praticamente tutto l'album. Citare e far tesoro di un repertorio musica così vasto non è un male, specialmente se lo si rielabora come fanno i Pripjat. La band dimostra inoltre di essere a suo agio sia con le tracce più dirette e martellanti come ad esempio Brick by Brick che con quelle più complesse e articolate, come la conclusiva Returnless. Quest'ultima in particolare è un degno finale in quanto contiene al suo interno tutti gli elementi caratteristici dell'album: armonia, violenza ed immediatezza.
I Pripjat riescono dunque a fare centro proponendo un disco fresco, violento e suonato in maniera eccellente che mostra solo il fianco per quanto riguarda il comparto vocale ma nulla di così grave da compromettere il lavoro dei nostri. Per il resto Chain Reaction è un album maturo, suonato in maniera impeccabile, dotato pure di un concept intelligente. Il che non è poco, considerando quanto sia abusato il tema dell'olocausto nucleare.
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5
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Bella recensione, spinge all'ascolto! Tornero' x esprimere un giudizio... Superbo il riffing dei Vorbid anche se la formula e' gia' sentita (e la voce non mi piace). |
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4
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Non distinguo i due album l'uno dall'altro.
Viva i Vorbid!!! |
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3
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voce fastidiosissima, ottimo. |
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1
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Interessante, bella recensione, andrò ad ascoltare. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Just a Head 2. Take the Law 3. The Seed 4. Banned , yet Unbroken 5. Knew, Burns 6. 28.04 7. Brick by Brick 8. Survival of the Sickest 9. Chain Reaction 10. Returnless
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Line Up
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Kirill Gromad (Voce, Chitarra) Eugen Lyubavsky (Chitarra) Pablo Topis (Basso) Yammik Bremerick (Batteria)
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