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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 6416 letture )
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Che i Planet X siano un gruppo dalle doti tecniche molto notevoli mi sembra fatto assodato, ed anche stavolta tutti i componenti della band offrono una ottima performance, specialmente per ciò che riguarda il drumming di classe superiore di Virgil Donati, ma il risultato finale di questo sforzo, complice una non troppo fervida fantasia nel song writing, (assolutamente necessaria per questo tipo di proposta), tende ad avvilupparsi troppo su sé stesso, risultando dopo l’ascolto dei primi tre o quattro pezzi troppo cerebrale per infondere nell’ascoltatore la voglia di schiacciare nuovamente il tasto play per un secondo ascolto.
Orfani del grande Tony MacAlpine, (un tipo che già a metà degli anni '80 seppe entusiasmare parecchi kids), i Planet X si giovano dell’apporto di Allan Holdsworth, (anche se alla fine egli compare solo su due pezzi: Desert Girl e The Thinking Stone, forse, vedi caso, le cose migliori dell’album assieme a Poland), che però non riesce a risollevare le sorti di un lavoro che sembra come un pesante 747 di linea sempre in procinto di spiccare il volo, ma che inesorabilmente non riesce a staccarsi dalla pista.
La sensazione è che, per privilegiare la voglia di inserire per forza architetture Fusion-Jazz spesso troppo manieristiche all’interno di composizioni che risultano mancare di spunti di vera ispirazione, queste, lungi dal nobilitarle, contribuiscono invece ad appesantire inutilmente il risultato finale. Certo, la tecnica ha la sua importanza, e qui se ne trova da vendere, ma il fatto che rimanga quasi sempre fine a sé stessa impedisce di giungere alla formulazione di un giudizio finale favorevole. Probabilmente se Derek Sherinian abbandonasse l’idea di cercare di essere qualcosa di più e di meglio dei Dream Theatre e si concentrasse sullo scrivere vere canzoni, potremmo disporre di una grandissima realtà musicale, ma per ora non è così.
Un plauso comunque alla bellissima cover ispirata, credo, alla teoria quantica dei multiversi e molto ben riuscita. La cosa migliore di questa uscita.
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12
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L\'album più maturo, vario e ragionato della band, molto più fusion rispetto ai precedenti due lavori in studio, anche per via della partecipazione di un altro grande come Mr. Holdsworth.
Come definito da un altro utente, \"un gioiello della prog-fusion\". |
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11
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Un piccolo gioiello prog fusion, ricco di idee e di raffinatezze non solo strumentali, suonato con maestria e passione. Il chitarrista è Brett Garsed. Questa recensione dovrebbe essere affissa in tutte le piazze per essere esposta al pubblico ludibrio. |
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10
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Sui gusti personali non si discute, e probabilmente questo non è nemmeno lo spazio ad eguato per parlare di min disco come questo. Il paragone con i Dream Theater non sta in piedi visto che ci troviamo di fronte ad una proposta molto differente. Sicuramente è difficile da assimilare ma offre spunti molto interessanti oltre ad una performance che pochi nell’ambito del metal o metal prog possono vantare,. |
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9
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Virgil donati è bravo e parla anche italiano. A sentirlo sembra paperino, un vero spasso. Quasi un paperino quantistico, pieno di universi disposti su varie stringhe o strati, multistrati, molti strati, come un tiramisù o per meglio definire il concetto che qui in poche righe sarebbe inutile affrontare, un ricco piatto come melanzane alla parmigiana. |
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8
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Benson dice che sono dei grandi, quindi dato che mi fido di benson voto 99,senza averli mai sentiti |
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7
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Album inutile ? Manieristico ? Mi incuriosite molto : potreste nominarmi un lavoro di questo ambito secondo voi, al contrario di questo, valente ? |
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6
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Una lettura ad alcuni siti divulgativi possono certamente spiegare gli elementi principali della teoria meglio di me. Ad ogni modo qui lo spazio non è sufficiente e la spiegazione doveva necessariamente presupporre una conoscenza minimale dell'argomento. |
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5
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Francesco ma che hai scritto? Album da dare a fuoco! |
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4
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Probabilmente questo spazio non basta. Si tratta di uno dei postulati principali della fisica quantistica, derivata, credo, dalla teoria delle stringhe e dalla possibilità che esse , vibrando in maniera dissonante dalla stringa sulla quale è adagiato il nostro piano della realtà, contengano infiniti universi che potrebbero occupare il nostro spazio fisico, ma non essere rilevati in virtù di questa dissonanza. |
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3
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Non mi sono mai piaciuti... cos'è la teoria dei multiversi? |
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2
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Concordo con voi, disco al quanto inutile, VOTO: 51 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Alien Hip Hop Desert Girl Matrix Gate The Thinking Stone Space Foam Poland Snuff Kingdom Of Dreams Quantum Factor
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Line Up
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Derek Sherinian - tastiera Rufus Philpot - basso Virgil Donati - batteria
Allan Holdsworth - Guitar
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