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VOR - Depravador
06/08/2018
( 1088 letture )
Quanto è bello sguazzare fra la melma dell’underground metal. Quanto è bello inspirarne il tanfo maleodorante. Quanto è bello osservare a testa in giù questa sudicia caverna senza fondo colma di anfratti tutti da scoprire. Quanto è bello tuffarsi in quel soffice materasso costituito dalle uscite mensili pubblicate, e magari distribuite, da piccole etichette, perlopiù indipendenti. E come si illuminano gli occhi, quando si nota che è solo la passione a sorreggere come Atlante questo “mondo sotterraneo”. C’è sempre quell’alone misterioso che contorna queste nuove uscite, poiché si tratta, a grandi linee, di un’incognita che potrebbe rivelarsi un completo fallimento, un album nella media, un lavoro inutile o un album trascinante, da Top10 personale, per intenderci. L’underground è un sottobosco fitto e questo Depravador è un’altra conferma purulenta di queste lande così profiliche, indicato in particolar modo a chi sappia e voglia assaporare un distillato deviato e deviante, e di questo ne siamo certi, che in ambito sludge(core) lascerà il segno, in un’ipotetica classifica di fine anno. Indicazione spassionata da parte del vostro compagno-recensore: ci vorrà del fegato per concludere questo full-length, e non per un eventuale deficit di qualità che si annidi fra questi solchi, ma a causa della proposta stessa, altamente disturbante.

L’impatto di questa release è spiazzante. Non memorabile, ma spiazzante. VOR è un duo madrileno, costituito sulla falsariga (molto falsa) degli OM: nessuna sei corde sarà presente a tartassarci i timpani, ma lo faranno le frequenze basse e distortissime (all’inverosimile) dello strumento di morte imbracciato da Iván, amalgamate, sarebbe meglio dire impalate, in una manciata di accordi banali quanto efficaci, ai quali si affiancheranno le sassate sul ride di Edu (ex membro fondatore dei pionieri dello sludge spagnolo (o iberico?), i Moho). E come si diceva: formula semplice, esito spiazzante. Ad occuparsi della pubblicazione, proprio come avvenuto con la precedente fatica discografica, Tu Clave Es Jonàs (2017), è l’etichetta indipendente inglese Third I Rex in collaborazione con Noizeland Records, Nooirax Producciones e Odio Sonoro. Tuttavia, la band prende le distanze dal proprio esordio, concentrandosi sulla creazione di un sound claustrofobico, opprimente, cadenzato, disperato come disperate sono le urla della fanciulla in Why, limitando gli innesti grind e allontanandosi dalle sonorità tipiche dello sludge più tradizionale, cariche di passaggi prettamente hardcore, salvo alcuni sporadici casi (Black Goat e Cudgel). D’altronde, in un’epoca in cui la fruizione della musica è mutata rispetto ai tempi “vinile/musicassetta/cd e rivista cartacea”, è piacevole notare come l’artwork, che ben si lega con la viscosa sostanza sonora, non sia stato lasciato al caso, dove a catturare la nostra attenzione sono le colate verdi fluo di vomito e gli occhi sbarrati e persi nel vuoto conficcati in quelli che sono i ritratti (molto) enfatizzati e distorti di...le opzioni possono essere diverse, a seconda della lettura: adictos madrileni, o secondo un’altra interpretazione, se preferite, dei nostri demoni interiori. In entrambi i casi, il dolore è tangibile.

Più che di una sequenza di tracce, trattasi piuttosto di un’esperienza, “orizzontalizzando” il concetto, in un sottosuolo in cui regnano sovrani malvagità e disagio. Un’esperienza pungente e perversa fra coloro che stanno ai margini, ormai figure senza nome e prive di un’identità, dedite a ricercare la propria dose quotidiana, unico scopo della loro non-vita. Oppure a seconda dell’interpretazione dell’ascoltatore, come si faceva notare sopra, un viaggio di sola andata fra i meandri più oscuri della nostra psiche, fra vizi e nebbie indissolubili. Affidare l’apertura alla title-track è un atto coraggioso, ma meritevole di un plauso: un autentico dito medio alzato nei confronti di tutto e tutti di ben nove minuti, al quale non sono estranei i Nostri, che si confonde tra le bordate in battere e l’incedere del basso saturo in una versione stuprata dei primi Melvins (giusto per aggiungere un’altra band influenzata da King Buzzo/Crover...), latrati disumani come non capitava da tempo di sentirne e altre delizie noise, fruscii e ronzii dal sapore fantascientifico. Portano su di giri l’atmosfera le successive Black Goat e Cudgel, carri armati crust immediati, perforati dalla brevissima, ma cruda, Why. La significativa (nel titolo) Blood...Fear...Knife...Sin copre con una cappa doom/death l’intero lavoro, risultando complessivamente una traccia superflua e anticipa i due conclusivi affreschi di malessere quali sono Daga e Dark Fraga. Uno il contraltare del secondo, il primo brano si assesta su toni più lenti e opprimenti accostandosi formalmente alla title-track, mentre il secondo brano inizia con altre scariche crust e mette in rilievo tutto l’arsenale malato in possesso della band. Tra feedback e piogge di piatti morbose poggianti su accordi ipnotici, come ipnotica è tutta l’opera, si materializzano per un’ultima volta i nostri scheletri, gli scheletri altrui, il peso che grava sulle nostre spalle e che non ci consente di alzare il capo e scorgere una luce in fondo al tunnel. Ciò vuole essere, in sintesi, Depravador, nel suo impianto ai limiti del sopportabile.

L’intento dei VOR è stato centrato in pieno e un’opera va valutata anche per gli scopi che persegue. Non è un lavoro da tutti i giorni, non abbiamo dei virtuosi agli strumenti e pur non scuotendo il genere dalle fondamenta, sicuramente ci riescono con la nostra sensibilità, grazie a questo vortice di suoni caustici. Se gli intenti dei Nostri, in partenza, erano quelli di disturbare, creare fastidio, scandalizzare l’ascoltatore, offendere la nostra sensibilità con materiale grezzo, ingombrante e crudo, rispolverando i cadaveri dei principi dei bassifondi quali Today is the Day, Buzzoven, Eyehategod e Melvins “ottantiani” e “ fase drone”...beh, amanti del dolore sonoro, fatevi avanti, affinché i vostri timpani sanguinino e si contraggano in smorfie disgustate. Onore a El Depravador, lo spettro proveniente dai cantoni della Madrid più buia.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
62.66 su 3 voti [ VOTA]
Alex Cavani
Venerdì 17 Agosto 2018, 11.22.48
8
Con mio colpevole ritardo, ho ascoltato i Rongeur @Giaxomo e ti ringrazio del consiglio (sempre ben accetto in qualsiasi caso e genere), anche se il disco non è proprio la mia "cup of tea", non mi piace troppo il sound di quel disco e mi piacerebbe che una delle due componenti (sludge - pochino a dire il vero secondo me - e hardcore) prendesse il sopravvento, perchè questo mix non mi pare propriamente bilanciato. Mentre invece questi VOR me li ascolto ancora parecchio ahah Alla prossima e grazie ancora!
Giaxomo
Giovedì 9 Agosto 2018, 18.59.32
7
@Alex Cavani: grazie dell'ottimo commento, innanzitutto. Ti rispondo per punti, a mo' di lista della spesa: ultimamente è difficile pure per me trovare certi "balsami per l'anima" come questi VOR. In attesa del nuovo High on Fire/Ancestors (anche se ci spostiamo verso una proposta più "lineare"), se posso darti un consiglio, ascoltati l'album che ho recensito un paio di mesi fa dei Rongeur, perché vista la tua passione per lo sludge hardcoreggiante (ma moooolto meno "core" di questo "Depravador") sono curioso di sapere che ne pensi. Per quanto riguarda i Nirvana, non è del tutto sbagliato il tuo ragionamento, ma volevo restare il più possibile all'interno di queste sonorità, quindi è stata una scelta squisitamente personale. Discorso valutazione, ovvero la parte più tosta: premettendo che per un motivo o per l'altro ho ascoltato l'album per un mese (non solo questo full, ovviamente) prima di mettermi a scrivere, e l'ho metabolizzato molto bene, posso dirti che in una riga hai riassunto alla grande quello che ho detto io in dieci righe, ovvero si nota una mancanza di fondo di eterogeneità tra le varie tracce, che ne mina l'ascolto ripetuto. Parliamo comunque di un lavoro buonissimo, sofferto quanto esaltante! Avercene sempre di chicche così, che ti sputano addosso Depravador/Black Goat!
Alex Cavani
Giovedì 9 Agosto 2018, 14.30.03
6
Cavolo a me questo disco sta piacendo da matti! Da stamattina è già la terza volta che lo ascolto e non riesco ancora a smettere; sarà che in questo periodo questo è il tipo di sound che cerco maggiormente, sarà che i pezzi di questa band mi riportano alla mente i Melvins (giustamente citati) e addirittura i Nirvana (!) nelle loro fantasie più perverse. Sono d'accordo che più che le tracce il disco va vissuto in modo "orizzontale", ma se devo citare il mio pezzo preferito per ora direi Dark Fraga, seguito a ruota da Black Goat. Forse la lunghezza del disco, data la poca (o nulla) eterogeneità dei brani, risulta un pelo eccessiva e ne mina la longevità complessiva, ma oh... A me per ora gasa un sacco e d'impatto il mio voto a questo disco è 80, che forse sarà irreale oggettivamente, ma era da un po' che un disco non mi colpiva di primo impatto così.
TheSkullBeneathTheSkin
Giovedì 9 Agosto 2018, 13.51.34
5
@No Fun, non è la prima volta che ti sminuisci in bagni di umiltà auto-inflitti... tranquillo, per me appartieni di diritto al 90% di cui parli. Qualora ti scappasse davvero una mezza stronzata vedrai che qualche "amico" non mancherà di fare giustizia
Giaxomo
Giovedì 9 Agosto 2018, 12.39.08
4
@No Fun: Certo che è un paragone un po' pesante... 😅 Io il primo EP l'ho trovato un album di mestiere, non dico evitabile, ma quasi, mentre nel II qualche guizzo interessante c'era, premettendo che in nessuno dei due ho ritrovato la magia dei due full precedenti. Nola non lo considero nemmeno. Però a prescindere da cultura o non cultura, sei sempre educato nei tuoi "passaggi" e con te scambio sempre un paio di commenti molto volentieri!
No Fun
Giovedì 9 Agosto 2018, 11.54.21
3
Beh Nola è un capolavoro ma a me piacciono persino i loro ultimi ep.. invece gli OM non li ho mai sentiti e anche lì dovrò farlo a breve, mi hanno sempre incuriosito , come anche Today is the day. Grazie quindi anche per queste dritte. Sulla cultura extra-musica non so, ma sulla musica non è per falsa modestia, sono poco più di un analfabeta, ne ascolto tanta ma mi sento un po' come un contadino dell'800 che si ritrova agli Uffizi Ci ho provato un po' con la chitarra ma dopo un mese di tentativi l'ho regalata a un conoscente che ne aveva bisogno per suonarla per la strada
Giaxomo
Mercoledì 8 Agosto 2018, 22.27.25
2
@No Fun: non preoccuparti, in realtà il tuo è un esempio di primissima fascia, io ho citato gli OM per una questione di "notorietà" (passami il termine, in questo caso). In realtà, dimostri un'ottima cultura, anche extra-musicale. Grazie a te per essere passato...e se ami NOLA (lo do per scontato)..stay tuned! Fammi sapere di questo "Depravador", sono curioso. Farà molto male!
No Fun
Mercoledì 8 Agosto 2018, 21.23.54
1
Sto sbavando. Eyehategod e Melvins. Un duo senza chitarra come i grandiosi Bell Witch che magari non c'entrano nulla (abbiate pazienza io cito le band che conosco, non sono enciclopedico come i recensori e come il 90 per cento degli utenti). Appena posso lo ascolto. Grazie Giax e Metallized.
INFORMAZIONI
2018
Third I Rex Music
Sludge
Tracklist
1. Depravador
2. Black Goat
3. Why
4. Cudgel
5. Blood...Fear...Knife...Sin
6. Daga
7. Dark Fraga
Line Up
Iván (Voce, Basso)
Edu (Batteria)

Musicisti ospiti
Anxela “Bala” (Voce in Traccia 7)
 
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