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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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Alghazanth - Eight Coffin Nails
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18/08/2018
( 1615 letture )
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Nonostante una visibilità piuttosto scarsa nel contesto della scena estrema, i finlandesi Alghazanth hanno rappresentato per circa un ventennio uno degli esempi più coerenti di black metal melodico di matrice scandinava. Formatisi nel 1995, una carriera costellata da ben sette full-length nonché una manciata di demo ed EP, gli Alghazanth tornano soltanto per decretare un simbolico suicidio rituale della propria creatura, pressoché ventiduenne. L’ottava uscita dei nostri, difatti, non costituisce altro -sfruttando l’analogia del titolo della release- che l’ottavo chiodo posto sulla bara degli Alghazanth che, con Eight Coffin Nails, desiderano dire addio ai fan nel modo ad essi più congeniale, ovvero affidando la propria epigrafe al pentagramma. Ciò che ne risulta non può che essere, allo stesso tempo, una summa di quanto prodotto nel corso degli anni ed un sincero omaggio offerto a chiunque li abbia apprezzati sino ad adesso. Un ascolto, anche piuttosto fugace, della opener Self-Exiled rende immediatamente noto il carattere del lavoro: non vi è spazio per rivoluzioni stilistiche o ripensamenti di sorta in quanto il sarcofago degli Alghazanth racchiude al suo interno una perla di black anni Novanta, sapientemente adornato da suggestive venature melodiche. Il tratto robusto con cui le armonizzazioni sono tratteggiate dalle chitarre adombra un sottofondo tastieristico, a tratti sinfonico; fulgido esempio di come tali componenti convivano con una sezione ritmica piuttosto robusta e coinvolgente è Aureate Water, nella quale solenni orchestrazioni aventi con protagonisti gli ottoni e cori operatici si insinuano coerentemente tra riff corposi e blast beat. La componente più propriamente sinfonica non risulta barocca o eccessivamente bombastica, per dir così, neppure quando è presente in maniera più vistosa, così come avviene al termine di At Their Table. I brani conservano inoltre una certa dose di dinamismo e varietà, tra allentamenti -nei quali le linee melodiche si fanno melanconiche- e incessanti reprise, ricordanti per certi versi il black melodico di scuola svedese. Particolarmente rappresentativa in tal senso è la pregevolissima The Foe Of Many Masks. La doppietta terminale, costituita da Pohjoinen e To Flames The Flesh, risulta invece permeata da ritmiche più dilatate nonché intermezzi maggiormente atmosferici rispetto al resto della tracklist. Sebbene una simile chiusura sia simbolicamente efficace, data la natura del platter, il songrwriting dei nostri dà indubbiamente il meglio di sé in composizioni maggiormente energiche sicché un ascoltatore particolarmente esigente potrebbe ritenerlo un brano privo di mordente.
Al netto di tali considerazioni, i brani che compongono il full-length risultano qualitativamente omogenei e complessivamente piuttosto efficaci adombrando, fuori di ogni ragionevole dubbio, la consumata maestria dei nostri. Pur essendo privo di soluzioni del tutto originali o di passaggi particolarmente memorabili ed essendo gravato da una certa dose di ripetitività, Eight Coffin Nails costituisce un ascolto che chiunque sia appassionato di black melodico non potrà che trovare piacevole ed accattivante. Tutto ciò è sorretto da una produzione equilibrata e potente in grado di mettere in risalto il caleidoscopio di dettagli confezionato con cura dai finlandesi, mostrantisi, almeno per quanto concerne la nettezza dell’esecuzione, in assoluto stato di grazia. Se dunque coloro che seguono la formazione sin dagli esordi potranno tranquillamente acquistare a scatola chiusa questa nuova creatura, Eight Coffin Nails merita perlomeno un ascolto da parte di chi, non avendo mai sentito nominare i nostri, voglia farsi un’idea circa l’incisività della loro proposta.
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Pensavo non esistessero più. Non mi sono mai piaciuti molto ma comunque onore a loro per aver continuato a suonare un genere che oramai non si fila più nessuno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Self-Exiled 2. Facing the North 3. Aureate Water 4. The Upright Road 5. At Their Table 6. The Foe of Many Masks 7. Twice Eleven 8. Pohjoinen 9. To Flames the Flesh
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Line Up
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Thasmorg (Voce, Basso) Mordant (Chitarra) Vexd (Chitarra) Trollhorn (Tastiera) Gorath Moonthorn (Batteria)
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