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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Sodom - Masquerade in Blood
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31/08/2018
( 2065 letture )
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Mai come nel caso degli anni 90, forse, fu la decade di appartenenza a decretare, nel bene e nel male -più il secondo- le derive intraprese da moltissime band che negli anni 80 avevano fatto fortuna. L'irrompere sulla scena di stili che sembravano relegare nell'angolo il metal tradizionale in quasi tutte le sue forme espressive, fortemente assecondate da case discografiche interessate solo a guadagnare quanto più possibile dal trend del momento prima di passare a spremere il limone successivo, tolse molte delle certezze precedentemente acquisite. Moltissimi gruppi si sciolsero, quelli che decisero di continuare come avevano sempre fatto incontrarono nella maggioranza dei casi difficoltà di sopravvivenza, ed altri andarono incontro ad una scelta più o meno cosciente. Quella di cambiare stile cercando di assecondare le mode.
La premessa che avete letto, tratta dalla puntata numero nove della serie Sine Qua ...Boh?, non solo serve ancora ottimamente ad introdurre ed inquadrare il contesto in cui un disco come Masquerade in Blood prese vita, ma la sua stessa appartenenza alla collana in questione indica anche come non si sia trattato certo di un capolavoro. Un gruppo che insieme ad un pugno di altri ben noti per aver stabilito un certo standard all'interno del Thrash metal, era reduce da anni di rabbiosa e produttiva creatività, si trovava ora in netta difficoltà. Il mutare delle condizioni del mercato, il conseguente "pilotaggio" dei gusti del pubblico verso suoni e look totalmente diversi dal loro, ma soprattutto le conseguenze degli abusi di alcol ed altri deprecabili sostanze, avevano portato anche i Sodom a dover fare delle scelte per alcuni versi desolanti. Eppure, anche nel quadro di una condizione generale non certo felice che non produsse di sicuro un capolavoro, i figuri di Gelsenkirchen si distinsero da quasi tutti gli altri almeno per la filosofia del cambiamento. Sia con questo lavoro, che col precedente Get What You Deserve, da considerare più o meno sullo stesso piano.
Quando quasi tutti puntarono (o punteranno in seguito) verso tonalità musicali più sfumate, più ammiccanti, più soft per sopravvivere, i Sodom scelsero di cambiare, sì; ma in maniera decisamente diversa. Per farlo, si diede l'addio ad un Andy Brings sempre più lontano dall'estremo ed il benvenuto a Dirk "Strahli" Strahlmeier, un chitarrista adatto al nuovo corso, ma zeppo di problemi contingenti che lo porteranno alla morte nel 2011. Una soluzione adatta ad un nuovo corso indirizzato verso una produzione punkeggiante, fatta di suoni crudi e lontani da quelli più di moda all'epoca dei fatti, al servizio di un lotto di pezzi teoricamente in linea col nuovo stile (Ulli Posselt, già al lavoro con Axel Rudi Pell, Onkel Tom Angelripper, Massacra, Rage), più lineare ed "in your face" che mai, ma una scrittura priva di una visione complessiva e di conseguenza un po' sconnessa ed incapace di dare una direzione unitaria al disco. Visto quanto sopra, Masquerade in Blood resta solo un gigantesco "vorrei, ma non posso", o meglio: "vorrei, ma non riesco ad essere lucido abbastanza per..." Qualche buona cosa che emerge qua e là da questo muro di brutalità gratuita (Masquerade In Blood; Gathering Of Mind; Braindead; Murder In My Eyes e soprattutto Scum) e che ogni tanto coglie nel segno fino alla conclusiva cover di Let's Break the Law degli Anti-Nowhere League -un segnale preciso, questo- Tom Angelripper che ruggisce e sbava come deve, ma tutto scorre senza un vero collante, anonimo, privo di un filo conduttore definito. Così comunicando l'impressione che i Sodom dell'anno di grazia 1995 fossero ancora in possesso della loro fierezza, determinati a rifiutare le derive più commerciali che il metal stava affrontando -un punto d'onore, questo- ma che non si rendessero bene conto di come fare e tendessero a rinchiudersi in sé stessi. Ed anche la copertina, con Knarrenheinz che si occupa teneramente di Helmut Khol e Boris Eltsin ha un sapore posticcio, una volta assimilata l'opera.
Quel richiudersi, però, non provocava il ripiegarsi in un guscio saldo e corazzato contro il mondo esterno, ma in una propria realtà poco rassicurante. Una realtà fatta di un trio poco coeso, con problemi di dipendenza molto gravi, tanto che Strahlmeier suonerà solo in questo album e finirà come prima evidenziato, capace solo di menare colpi alla cieca per difendersi da un'aggressione esterna cui i Sodom non volevano adeguarsi, ma così più grande di loro da schiacciarli comunque. Masquerade in Blood non è un disastro totale e risulta migliore, ad esempio, del compagno di "Sina Qua" The Least Successful Human Cannonball dei Destruction, per esempio, ma resta un prodotto deludente anche a distanza di anni. Le sue vendite al di sotto delle aspettative ed ammesso che precise aspettative in tal senso ci fossero, produssero anche l'abbandono del batterista Atomic Steif oltre che quello di Strahlmeier e, a posteriori e vista la storia successiva della band, questo resta forse il merito principale dell'album. Curiosità: l'edizione giapponese del prodotto contiene anche la cover di 20,000 Feet dei Saxon come bonus-track.
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15
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Ragazzi recuperate il successivo Code Red... una bomba nel vero senso della parola! |
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14
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Diciamo che i loro apici non sono a mio avviso paragonabili a quelli dei compatrioti Kreator, magari sono capolavori se presi come riferimento solo della loro discografia. Mia opinione sia chiaro... |
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13
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Per me Agent Orange e Persecution Mania sono capolavori, e lo è anche M-16. Questo qui purtroppo - insieme a GWYD e TDDUU - appartiene a una fase non memorabile della band... 59 comunque è troppo poco. |
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12
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Dire che non hanno mai fatto capolavori..mah, Agent Orange e Persecution Mania ci vanno vicino secondo me! Comunque voto un po' basso, ma è lo stesso. |
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11
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Pur reputandoli sotto i Kreator e pur credendo che non abbiano mai fatto un vero e proprio capolavoro al pari dei loro cugini, trovo davvero basso il voto. Per me sotto il 70 non sono quasi mai scesi. |
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9
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I sodom fino a better off death sono stati in grado di realizzare grandissimi album, tenendo presente che hanno iniziato con uno stile black/thrash (black è da intendersi quello dei middle eighties ) per poi sviluppare un certo upgrade a livello tecnico strumentale e qui @LAMBRUSCORE ha sintetizzato al meglio. Dopo una parentesi di parecchi dischi di cui mi sono completamente disinteressato perché non di mio gusto, i sodom nel nuovo millennio si presentano nel migliore dei modi possibili con un album come m16 al quale ne sono seguiti altri, magari non dei masterpiece ma sicuramente di valore. Poi naturalmente c'è il gusto musicale personale di ognuno di noi che è insindacabile e quindi .... (imho) |
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8
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Disco senza infamia e senza lode, di sicuro sopra il 60. Direi 65. I primi Sodom compresi quelli più Black sono imperdibili. |
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7
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@duke, se in dischi come Agent Orange o Persecution mania avevano poche idee, forse ti sei perso qualcosa .... |
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6
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non mi hanno mai fatto impazzire....li trovo scarsi tecnicamente e con poche idee ...ho sempre preferito i kreator maestri indiscussi del metal estremo teutonico....e questo disco non fa che confermare le mie idee a riguardo.... |
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5
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59????? Mah... Non mi esprimo, metto solo 99 per aumentare la media |
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4
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59? Non sono d'accordo, ci sono ottime canzoni, certo non tutte; la produzione non è il massimo ma a me i Sodom piacciono così, sporchi e senza fronzoli (non come negli ultimi loro dischi) |
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3
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Non lo ascolto da tempo ma non mi sembrava male, di sicuro non tra i loro migliori lavori, comunque. |
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2
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Discaccio più o meno come il precedente, salvo giusto la titletrack e Scum. Certo, c'è la volontà di suonare il più crudi ed urticanti possibili, ma a me non basta, son proprio le canzoni che mancano. Col successivo torneranno sopra la sufficienza, per quanto mi riguarda. |
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1
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disco molto sottovalutato, non il loro migliore, ma uno dei più cattivi ed oscuri. voto secondo me ingiusto. a mio avviso, merita un 75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Masquerade in Blood 2. Gathering of Minds 3. Fields of Honour 4. Braindead 5. Verrecke! 6. Shadow of Damnation 7. Peacemaker's Law 8. Murder in My Eyes 9. Unwanted Youth 10. Mantelmann 11. Scum 12. Hydrophobia 13. Let's Break the Law
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Line Up
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Tom Angelripper (Voce, Basso) Dirk "Strahli" Strahlmeier (Chitarre) Atomic Steif (Batteria)
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