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01/12/23
KARMA
ALCHEMICA MUSIC CLUB - BOLOGNA
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15/09/2018
( 2482 letture )
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Correva lanno 1989 quando gli Accept, celebre gruppo speed-heavy metal tedesco, decisero di tornare sotto i riflettori con un nuovo disco dopo la pacifica uscita del frontaman Udo Dirkschneider, famoso per aver contribuito alla realizzazione di alcuni album di assoluto pregio quali Metal Heart e Russian Roulette. Con Eat the Heat il testimone passa al talentuoso vocalist statunitense David Reece. Per completezza bisogna citare anche la sostituzione del secondo chitarrista Jrg Fischer con Jim Stacey, fattore ininfluente per le sorti di Eat the Heat in cui le chitarre fin da principio sono completamente ad opera di Wolf Hoffmann.
Eat the Heat si distingue dagli album precedenti per via di un passaggio a sonorit americane, a tratti anche pi leggere e catchy. Pi che larrivo di un nuovo vocalist questo cambio di stile che va a scontrarsi con i gusti di una buona fetta di ascoltatori, abituati allo stile gi da allora riconoscibile del quintetto tedesco, capace di racchiudere hard rock e cavalcate rapide e dure. Del resto viene mantenuta una certa continuit: le sonorit per quanto ammorbidite restano ferme nel campo dellheavy, campo in cui il nucleo storico Kaufmann, Baltes e Hoffmann si muove con classe e disinvoltura, come si pu notare nellopener X-T-C, canzone dalle ritmiche martellanti e con un ritornello in pieno stile Judas Priest. Reece mette subito le cose in chiaro, cercando di non far rimpiangere Udo, tirando fuori tecnica e prestazioni decisamente ricche di personalit, come a voler dimostrare di non essere un semplice rimpiazzo (come poi in realt sono pi o meno andati i fatti). Segue Prisoner, in cui avviene un primo cambio di sonorit, che a tratti ricordano vagamente quelle delle classiche hit dei Van Halen, grazie a un cantato graffiante ma meno aggressivo e al ruolo primario riservato alle chitarre, specie nellintro e nel lungo e melodico assolo. Si torna allheavy con Love Sensation per proseguire poi sulla stessa linea con Chain Reaction, D-Train e Generation Clash. Chiaramente ispirata dagli AC/DC, in particolar modo nel cantato, Turn the Wheel, brano squisitamente hard rock. Queste contaminazioni non sono una novit: quanto appena sentito una situazione analoga ad Heaven is Hell su Russian Rulette. Le inusuali sperimentazioni degli Accept procedono con Mistreated, brano lento, guidato da un cantato e da chitarre urlanti che virano verso lhair metal americano. Si chiude con un tris di uno scanzonato rock-metal composto da Stand 4 What U R, Hellhammer e Break the Ice. Lascolto di Eat the Heat ad oggi piacevole come non mai, forse proprio anche per questa variet, da tanti considerata come una trovata poco genuina, come un passo falso. La lunga tracklist sembra essere spezzata a met: la prima pi tradizionale e votata al metal, la seconda pi movimentata e indirizzata ad un pubblico pi esteso, grazie a canzoni accattivanti, al limite del radiofonico. Il tutto avviene in maniera convincente grazie a una buonissima prestazione dellintera band e a una produzione curata. Sicuramente si tratta di un disco meno iconico dei precedenti proprio per questa svolta stilistica, che lo rende piacevole e fruibile, ma a tratti meno pesante e fuori dallo stile Accept, sia dal punto di vista compositivo che da quello sonoro, in cui si evince una certa cura nel registrare batteria e le chitarra, grazie a suoni caldi e moderni. Eat the Heat un disco che va preso cos com, nella sua divisione tra sonorit in pieno stile Accept come nel caso di X-T-C o Hellhammer, con una qualit e una potenza pari a quanto fatto in passato con Udo e canzoni ugualmente riuscite ma non troppo inerenti allo stile del gruppo, come nel caso di Mistreated e Stand 4 What U R. C da dire anche che gli Accept, spesso considerati come padri di una forma primordiale di speed-power, nel corso della loro evoluzione, oltre a innovare il panorama musicale, sono sempre stati influenzati dallhard rock nelle sue forme pi tradizionali e da un metal pi lento e martellante in stile Judas Priest, mostrandolo sempre senza vergogna, e forse ci che manca rispetto ai lavori passati proprio un pezzo veloce, sulla linea di T.V. War (sempre di Russian Roulette) e quindi unevoluzione del lato speed degli Accept, che su Eat the Heal viene quasi messo da parte (emergendo solo in D-Train).
A distanza di anni dalluscita, senza aspettative o pregiudizi, Eat the Heal non sembra essere invecchiato male, anzi, pu essere rivalutato e apprezzato fino a fondo, nel suo saper coniugare tante sfumature di rock e metal (pi o meno ispirate). Ovviamente le canzoni non sono esenti da qualche sporadico difettuccio, ma sono sempre ben suonate e cariche di energia, segno di una certa ambizione e voglia di non sparire dalla scena, cercando soluzioni nuove e accattivanti, senza perdere la propria identit. Eat the Heal non lalbum pi riuscito o rappresentativo degli Accept ma nel suo seguire strade apparentemente facili, come quella della melodia o della ricerca di sonorit dal respiro internazionale piuttosto che nel trovare continuit con il passato, rappresenta unevoluzione per il gruppo. Per la sua importanza storica e per leffettiva validit della proposta merita indubbiamente di essere preso in considerazione e di essere ascoltato.
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13
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Speed-Heavy per gli Accept non si pu leggere. Nella carriera pre-EatTheHeat avranno fatto s o no 4-5 pezzi \"speed\" (Breaker, Fast, Wrong is Right, Tv War). Mi pare eccessivo chiamarli speed per questi brani...via
p.s.
Disco eccellente |
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12
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Preso come album in se-staccato dalla band-e' un ottimo album,molto roccioso e con alcuni brani notevoli,ma certo sembra di ascoltare una band molto diversa dal passato.Come per i Judas e i Saxon,per band che hanno sempre suonato un genere,cambiare di punto e bianco e' sempre una sfida,spesso riuscita a meta' e che non ha vita lunga. |
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11
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@Aces High,sono d'accordo con la tua analisi...qualche episodio valido c ma sembra proprio di ascoltare un altra band...a tratti sembrano gli acdc,motley crue e def leppard..la voce di Reece a me poi non fa impazzire,cosi' come il glam metal..a me piace il classico hard rock sporcato di blues e un po' di pop..il glam metal,con quei ritornelli zuccherosi e quei chitarroni non mi ha mai attirato.. |
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10
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Toh! Il disco Glam/Hard Rock e pi USA degli Accept, dove guarda caso ci canta un Americano (che a me come Singer non spiaceva affatto).
Di sicuro con UDO non sarebbe stato possibile fare un disco con quelle sonorit, tuttavia dopo il poker "Restless, Balls, Metal Heart e Russian Roulette" difficile approcciarsi a questo disco senza pensare ai precedenti... se piace il genere Hair/Glam buon tentativo. |
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9
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Album pregevole, ben fatto ma che alla fine non mi lascia nulla (come in genere l'hard rock americano di questo stampo). Insomma alla fine per quanto curate le canzoni mi sembrano un p sempliciotte, senza guizzi particolari e soprattutto avrei tolto un minuto per ogni song! Comunqe un 70/75 ci sta |
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8
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Se torniamo con la mente indietro a quegli anni, l'insuccesso di quest'album a me sembra abbastanza comprensibile. Non solo l'abbandono di un frontman/personaggio come Udo, ma anche un cambio stilistico abbastanza netto (eccezion fatta per 3/4 episodi) a favore di un sound nettamente pi soft e meno "europeo".... beh forse era un po' troppo per chi aveva ancora nelle orecchie la "pallottola" di Roussian Roulette (e di ci che veniva prima). A distanza di decenni, col senno di poi... fu un peccato, perch a fronte di qualche brano meno riuscito, o troppo leggero (Prisoner poteva star bene anche in un album dei Survivor), ci sono dei pezzi veramente belli, come l'opener X-T-C, la sparata D-train, l'acceptiana (questa s) Hellhammer o la bellissima (e neanche a farlo apposta) purpleiana Mistreated. Certo, magari si fa fatica ad immaginarsi il marchio "Accept" su quest'album, ma di sicuro un ascolto pi che piacevole (molto pi piacevole per esempio di Predator, forse anche di Deathrow). Voto 81 |
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7
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Ricordiamoci che era il 1990 e la direzione musicale hard n' heavy era di stampo USA...comunque gran disco al passo con i tempi dell' epoca...e ottimo cantante...sicuramente un disco da rivalutare col tempo....uno dei pochi dischi hard n' heavy di ottima fattura sullo stampo americano usciti in Europa...voto 87 |
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6
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Voto giusto, non un capolavoro come molti dicono (almeno per come la vedo io), ma sicuramente un buon album da ascoltare. Si deve per contestualizzarlo da solo, perch ovvio che se paragonato con i lavori precedenti, ma anche con Objection overruled, perde parecchi punti. |
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5
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il disco un buon disco il voto va bene per me, per l'hard metal prassi, visto che sono stati citati i Van Halen, c' qualcuno che continua sulla stessa linea, vedi l' Udo solista, vidi il Lee Roth solista, e la band da cui provengono i cantanti sterza su altre sonorit, risultato pubblico diviso. Che poi gli Accept abbiano preso il cantante dei TT Quick di Metal of Honour tutto un programma, i quali non facevano cose molto diverse rispetto eat the heat |
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4
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Schifato per anni, devo dire che in seguito l'ho rivalutato molto. Penso sia un ottimo album, diverso dal solito sound degli Accept, ma molto valido. Voto 75 |
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3
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senza offendere nessuno per il sottoscritto Eat the Heat un C-A-P-O-L-A-V-O-R-O. voto 95/100 |
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2
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A me invece piace non sar il capolavoro della band e ovviamente suona in modo diverso per nel complesso lo trovo un lavoro riuscito. Sinceramente lo preferisco molto di pi ai successivi album con udo alla voce (objection overruled, death row predator ).80 |
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1
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Io gli do un 55. Non perch dagli Accept mi aspettassi altro o motivazioni simili. Semplicemente perch ascoltrandolo, ho provato a farlo anche di recente, l'unica sensazione che ho provato la noia. Non riesco ad arrivare in fondo. Qualche spunto buono c', ma nel complesso lo boccio. Per la cronaca, tutt'altro sound rispetto a questo, ma non mi piace molto neanche Death Row |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. X-T-C 2. Prisoner 3. Love Sensation 4. Chain Reaction 5. D-Train 6. Generation Clash 7. Turn the Wheel 8. Mistreated 9. Stand 4 What U R 10. Hellhammer 11. Break the Ice
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Line Up
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David Reece (Voce) Wolf Hoffmann (Chitarra) Peter Baltes (Basso) Stefan Kaufmann (Batteria)
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