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Spearhead - Pacifism is Cowardice
24/10/2018
( 909 letture )
Non certamente abituati a sfornare dischi in poco tempo, gli Spearhead tornano a farsi sentire con Pacifism Is Cowardice dopo ben sette lunghi anni di silenzio. Ad occuparsi dell'uscita è la Invictus Productions, etichetta molto affidabile per gli amanti della musica estrema. Attesa ripagata?

È vero, parliamo di un nome che probabilmente suscita poco interesse o potrebbe addirittura suonare nuovo, ma è bene chiarire che i quattro inglesi sono tutt'altro che devi sprovveduti alle prime armi (espressione non casuale). Siamo infatti al cospetto del quarto album in più di dieci anni di carriera, e non c'è dunque da stupirsi se Pacifism Is Cowardice suoni come un album solido e maturo; solido perché i brani colpiscono come si deve, non si perdono in soluzioni ricercate o utili solo per fare minutaggio, e maturo perché appare ormai evidente come i nostri abbiano trovato la loro dimensione e non siano minimamente intenzionati a rivedere qualcosa. Come è evidente dalle scelte estetiche, il tema della guerra è protagonista e fonte d'ispirazione sia per i testi che per il sound, ed è quindi normale aspettarsi un album feroce, esplosivo e che sia anche in grado di fomentare l'ascoltatore. I quattro ci riescono non solo grazie all'aspetto più brutale delle composizioni, che si assestano su blast beat e riff serrati, ma anche grazie ad un'ispirazione di scuola Hate Eternal/Morbid Angel che dona ai pezzi un taglio epico, aumentando così il pathos che riscontrabile per tutto il lavoro. Nei momenti più lenti infatti, i riff rocciosi e le melodie di chitarra riescono a centrare l'obbiettivo andando a rendere l'ascolto più coinvolgente e soprattutto, dinamico. Perché pur trattandosi di un album violentissimo, non si ha a che fare con canzoni caotiche e sconclusionate, anzi; i quarantadue minuti circa del lavoro sono invece piuttosto quadrati, semplici verrebbe da dire, ma è proprio grazie a ciò che vere e proprie cannonate come Of Sun and Steel, Wolves of the Krypteia, We, Degeneration Genocide e Khan vanno a segno. Va però detto che in fin dei conti, chi conosce il gruppo non potrà che aspettarsi il solito disco; pur essendo un valido lavoro infatti, i quattro decidono di restare legai al death/black che da tempo portano avanti dando semplicemente più spessore all'enfasi dei pezzi, cui parte del merito va dato anche alle scelte di produzione molto azzeccate. Pur non trattandosi di un peggioramento né tanto meno di un vero e proprio miglioramento, va detto che mai come su questo lavoro, la voce di Barghest è stata così ben in grado di trascinare e andare oltre la barriera anche grazie all'intero comparto sonoro.

Pur non trattandosi di un album che rivoluzionerà la carriera degli inglesi (le radici restano sempre legate a gruppi come Angelcorpse o Order of Chaos), gli Spearhead convincono ancora una volta e si dimostrano essere una band capace di realizzare album coinvolgenti e, per alcuni, interessanti anche per quanto riguarda i testi.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
53.66 su 3 voti [ VOTA]
DF800
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 13.24.45
2
Aggiungo col dire che la Traclist è eccessivamente lunga penalizzando la fruibilità del disco stesso.
DF800
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 13.23.48
1
Di sicuro un album compatto e roccioso nonche suonato davvero bene con una produzione all' altezza. Nel lungo mi sento di dire che l' eccessiva ripetitività proposta puo stancare risultando abbastanza monocorde. Tuttavi un settanta, anche se tirato...ci puo stare.
INFORMAZIONI
2018
Invictus Productions
Death / Black
Tracklist
1. Duellorum
2. Of Sun and Steel
3. Ajativada
4. Wolves of the Krypteia, We
5. Violence Revolt Ruination
6. Hyperanthropos
7. Degeneration Genocide
8. The Elysian Ideal
9. A Monarch to Rats
10. Khan
11. Aion (Two Keys and a Lion's Face)
12. Aftermath
Line Up
Barghest (Voce, Basso)
Invictus (Chitarra)
Praetorian (Chitarra)
Typhon (Batteria)
 
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