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Creye - Creye
29/10/2018
( 1075 letture )
Che strano, una band hard rock proveniente dalla Svezia. Non ve lo sareste mai aspettati, dite la verità! Per di più, il gruppo in questione dichiara di voler far rivivere nei propri ascoltatori le sensazioni suscitate dai grandi album degli anni 80, dove si mescolavano indifferentemente hard rock e melodie più catchy; ci troviamo, insomma, di fronte al manuale del rock, edizione svedese, quest'oggi interpretato dai Creye, nati nel 2015 su iniziativa del chitarrista Andreas Gullstrand. Naturalmente, quando si approccia questo tipo di disco, bisogna vedere quanto le inevitabili influenze (Europe, H.E.A.T. ed affini) siano presenti nelle canzoni della band e quanto la band stessa riesca ad emanciparsene, iniettando la propria personalità nei pezzi.

Fortunatamente, benché non ci si trovi certamente di fronte ad un lavoro destinato a cambiare le sorti del rock melodico, i pregi di questo Creye superano i difetti: tastiere epiche introducono Holding On e la accompagnano per tutto il suo svolgimento, presto spalleggiate da un comparto strumentale di tutto rispetto, esaltato dalla valida e corposa produzione; il fulcro del sound della band è rappresentato dalla bella voce melodica di Robin Jidhed, vero valore aggiunto, che nobilita con la sua ugola anche la seconda traccia, Nothing to Lose, caratterizzata da un valido uso delle tastiere ad opera di Joel Ronning. Proprio l'interazione fra voce e tastiere è una delle chiavi di volta della musica del gruppo, dal momento che chitarre e sezione ritmica si occupano più di accompagnare, che di assumere un ruolo di primo piano; gli assoli alle sei corde, infatti, per quanto presenti, non sono particolarmente lunghi, né ad onor del vero memorabili, tant'è che non rimangono affatto impressi; allo stesso modo basso e batteria si lanciano raramente in momenti personali, ma sorreggono a dovere quanto proposto dal gruppo. Molto suggestiva risulta Never Too Late, mentre All We Need is Faith, al contrario, è un po' banale e difficilmente risuonerà a lungo nei vostri stereo o pc. Va decisamente meglio con Miracle (l'amante dei Queen che è in voi -non negatelo, è presente in tutti noi- sussulterà) e Christina, pezzi più movimentati e, in generale, meglio congegnati, al pari dell'epica e suggestiva Straight to the Top. Facciamo purtroppo di nuovo un passo indietro con Love Will Never Die, un bignami poco convincente della classica ballad romantica da rock melodico, mentre meglio scritti risultano essere i pezzi successivi, Still Believe in You e City Lights, dotati di un buon tiro e di buone ritmiche; sempre valida, inoltre, specialmente sulla seconda traccia, la prestazione canora di Jidhed, la cui voce calda regala spessore alle canzoni. Desperately Lovin' parte in modo ingannevole, apparendo inizialmente come un'altra traccia sottotono, ma le sue linee vocali prendono via via piede, insinuandosi in testa come un piacevole ricordo; chiude le danze A Better Way che, viceversa, pur possedendo una buona atmosfera, ci sentiamo di giudicare con un .

Come avrete compreso e come abbiamo già avuto modo di dire, Creye non è, né pretende di essere un capolavoro, anche perché presenta un certo numero di brani sottotono. Tuttavia, sono decisamente di più quelli convincenti, ben scritti e tutto sommato emozionanti, anche grazie alla splendida voce del cantante. Buona la prima, insomma, con riserva però di fare ancora meglio più avanti.



VOTO RECENSORE
67
VOTO LETTORI
79.87 su 8 voti [ VOTA]
HeroOfSand_14
Mercoledì 10 Marzo 2021, 11.25.13
6
Un gran bel debutto in campo AOR/melodic rock, belle melodie, belle parti strumentali e cantante notevole, che sarebbe potuto essere sfruttato ancora di più per me. Christina è la hit che tutti vorrebbero scrivere, ma gli altri brani, pur gradevolissimi e ottimamente scritti, non mi colpiscono a questo livello. Nel complesso quindi non è un disco memorabile ma molto bello e ben costruito, qualche controcanto e acuto vocale rendono il tutto ancora migliore ma, ripeto, mi manca quel qualcosa che alzi completamente la qualità generale, poco varia e la longevità ne risente. In ambito AOR comunque averne di gruppi/dischi così. Molto differente dal secondo album, quindi da valutare in modo diverso.
Andy
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 23.07.12
5
....per me nessuna delusione...anzi!!!...questo e oggettivamente un grande disco di AOR contemporaneo ma moooolto anni '80!!!!...Robin canta comunque molto bene i brani e l'album e' molto compatto sfornando almeno 8 capolavori e alcune altre discrete songs....ce ne fossero degli album cosi'!!!
AB
Domenica 18 Novembre 2018, 13.26.27
4
Sinceramente non ci trovo nulla di eclatante
Michele
Lunedì 29 Ottobre 2018, 17.57.56
3
Il 7 ottobre vi ho inviato una mail e non ho ricevuto nessuna risposta. Vediamo se qui mi prendete in considerazione. Grazie.
JC
Lunedì 29 Ottobre 2018, 13.09.17
2
Disco pazzesco! Mi hanno veramente stupito. Uno dei migliori dischi AOR ascoltati negli ultimi anni... bravissimi. Un tempo ero veramente un grande appassionato del genere, ultimamente ammetto di essermi un po' stufato: i Creye li trovo, pur nella loro classicità, molto freschi. Dategli assolutamente una chance.
Metal Shock
Lunedì 29 Ottobre 2018, 12.52.33
1
Uno dei dischi più aspettati nel genere quest'quest'anno in verità delude un po' le aspettative. Non un brutto disco ma troppe canzoni sui generis con qualche ottimo spunto. Ottima la voce e buona la prestazione strumentale. Diciamo un discreto primo passo, ma quest'anno ho sentito di meglio. Rimandati.
INFORMAZIONI
2018
Frontiers Music
AOR
Tracklist
1. Holding On
2. Nothing To Lose
3. Different State Of Mind
4. Never Too Late
5. All We Need Is Faith
6. Miracle
7. Christina
8. Straight To The Top
9. Love Will Never Die
10. Still Believe In You
11. City Lights
12. Desperately Lovin’
13. A Better Way
Line Up
Robin Jidhed (Voce)
Andreas Gullstrand (Chitarra)
Fredrik Joakimson (Chitarra)
Joel Ronning (Tastiere)
Gustaf Orsta (Basso)
Arvid Filipsson (Batteria)
 
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