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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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09/11/2018
( 2395 letture )
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Un combo italiano sugli scudi. E’ sempre un piacere scrutare gli sviluppi e i progressi di ragazzi nostrani dotati musicalmente, e pure parecchio. Solitamente sono band nordiche a sbarcare in tutto il mondo, per una volta la storia si capovolge, un quintetto tricolore viene editato da un’etichetta nordica, per la precisione danese, la Lions Pride Music di Tåstrup. Il gruppo nasce all'inizio del 2008, con l'incontro del batterista Luca "Luke" Ferraresi e del chitarrista Francesco "Joe" Cataldo, completata la formazione, partono mesi di jam-session in sala prove, che producono 13 canzoni che troveranno posto nel CD d’esordio Hold Your Dreams, uscito nel 2010, per la label tedesca Avenue of Allies Records che rilascerà nel 2014 anche il secondo capitolo, titolato Red Moon Rising. In mezzo cambi di formazione importanti, pensiamo al mutamento di singer e di bassista, con gli ingressi rispettivamente di Marco Ciancio e Frank Paulis, concerti suonati un po’ ovunque, video girati, la nascita del Fan Club ufficiale e tanti progetti per il futuro, compreso il qui presente terzo passo da studio.
Timeless, sfoggia una copertina d’impatto, il disco è stato prodotto dalla band al completo, mixato e curato da Roberto Priori, con l’assistenza di Francesco Cataldo, i ragazzi ci tengono a far notare che la band si è prestata per cercare di ottenere il miglior risultato possibile, in fase di produzione artistica, esecutiva e grafica. La tracklist sfodera subito un colpo da novanta, il singolo, con tanto di video edit di Stop Me, Kill Me, Leave Me, melodie a go-gò, la voce del nuovo cantante è perfetta per il genere, acuta e con una gamma di note ampie: ottimi i cori e la base strumentale sulla quale s’innesta un chorus di grande effetto, con un retrogusto nordico, che vi farà cantare sin dal primo ascolto, pollice molto alto per una partenza sprint con un sound raffinato sì, ma corposo; efficacissimo il solo guitar. Can't Stop The Fire è AOR sino al midollo con le tastiere che fanno la parte del leone in un grande lavoro di tessitura per un inciso che sbocca improvviso e si rivela brillante, come la performance del frontman, abile a cucire ogni sfumatura, altro pezzo da lodare senza indugi, Shades Of Us vira verso lidi dal vago sapore prog, almeno all’inizio, poi si veste da camaleonte e spariglia le carte, con una costruzione del pezzo originale e che non segue un copione scontato o già sentito, il ritornello potente ne è una prova chiara, batteria e basso ci danno dentro senza risparmiarsi e le chitarre salgono di temperatura: altra bella badilata dei ragazzi. Your Love Is Gone è una ballad soffice, ben orchestrata, con le corde vocali di Marco Ciancio in grande spolvero per assimilare e rispedire negli speaker giganti dosi di melodie sognanti, mentre Don't Look Back schizza via derapando, come una song dura con tanto cuore di tastiere, No Regrets viene percossa da un riffone di chitarra ampio, potente e ossessivo, e ne esce fuori un pezzo hard rock convincente e battuto, con vago sapore a stelle e strisce, voce che vola altissima sugli acuti, solismo dell’ascia decisamente catturante e suggestivo. Fallin’ è un’altra sventola di puro hard senza compromessi e guitar-oriented, Promises si getta nel solco di key alla Bon Jovi dipanando una traccia dove spicca il basso poderoso di Frank Paulis, armonici di chitarra e cori di lignaggio, fino a raggiungere un inciso di memoria americana di fine anni settanta, a metà tra Reo Speedwagon, Kansas e Journey, magnifica la stesura e il gusto con cui tutto viene legato e intriso. Outlaw sgorga da un giro di basso vigoroso, la voce cattivissima e possente di Marco Ciancio spezza gli equilibri, i cori innalzano il songwriting, punteggiato dall’hammond, ma ancora una volta è la chitarra a edificare atmosfere di rock molto massiccio e il ritornello corale sfreccia via, focoso e anthemico, Lorelai scopre per l’ennesima volta l’anima AOR del quintetto, bellissimi i controcori sulla strofa e gli arrangiamenti appaiono deluxe e setosi, solo della sei corde coinvolgente. Si va verso il finale del CD, la title-track è una ballad acustica di solo 1 minuto e 23 secondi, ma secerne grande pathos e la voce del frontman impressiona per spettro sonoro ed estensione, poi Let It Go serra le porte del lavoro con una song aitante e gagliarda giocata su un up tempo, con tastiere in evidenza. I Perfect View sono migliorati in questa terza prova e hanno salito l’ennesimo gradino qualitativo, sia a livello di affiatamento, composizioni, e nel saper deliziare il palato fine di chi apprezza hard e AOR, generando una miscela di grande impatto, il tutto comandato dalla voce impressionante di Ciancio che fornisce un valore aggiunto, spinto e chiaro ad ogni singolo momento dell’album. Sono curioso di vederlo live nella reinterpretazioni dei vecchi brani della band. Ma tutto l’ensemble gira potente come un orologio atomico, la sezione ritmica pesta con cronometrica precisione, la batteria si sente eccome, al basso è stato fornito più spazio e lo merita, le chitarre di Francesco Cataldo ricoprono ogni virgola del manuale del bravissimo chitarrista ora pirotecnico, ora solido, le tastiere sanno offendere, accompagnare e spiccare a seconda dei momenti, con partiture mature e suadenti.
Che aspettate ad accattarvi questo disco, perdersi i Perfect View sarebbe alquanto delittuoso. Non resta che attendere i loro concerti, non prima di essersi sparati a manetta questo terzo capitolo da studio di ottima fattura. Complimenti guys e in bocca al lupo, meritate grandi palcoscenici!
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7
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gionniboi, un commento idiota per un nome idiota (e dato che non ti conosco personalmente non posso dire che tre indizi fanno una prova), questa è la recensione di un ottimo disco di raffinato adult oriented rock moderno di un gruppo italiano molto preparato (una volta tanto) e tu invece che commentare il disco cosa fai? ne approfitti per fare osservazioni puntigliose su come è scritta la recensione... immagino che tu abbia profonde cognizioni di scrittura e grammatica oltre che a di giornalismo e lettere per asserire quanto da te scritto. E magari, fare un esempio o dare una spiegazione no eh? un personaggio erudito come te non si scomoda a dare spiegazioni immagino..... |
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6
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Ma è un commentatore di sky sport dove c'e' Alex Del Piero? Raven, Raven...Per i libri ormai li pubblicano chiunque, pure gli adolescenti, per cui...non vedo questa esaltazione ultimamente, a vantarsi di pubblicare libri o necessità che una volta neanche esisteva. Visto che lo fanno tutti, ormai trascurabile. Quando uno non è d'accordo lo può dire anche verso un giornalista professionista, figuriamoci se é un "redattore" di metallized |
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5
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Ehm... gionniboi, tu sai che Leonetti è giornalista di professione, commentatore televisivo e può vantare a CV la pubblicazione di alcuni libri, vero? |
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4
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Perdona l'onestà Franco Leonetti, ma scrivi veramente male. L'uso delle virgole e la costruzione delle frasi sono completamente a caso... Non prendere questo commento a male, però ti consiglio di rivedere le basi della sintassi |
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3
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Acquistato da poco, la prima impressione è ottima. Commenterò prossimamente dopo averlo ascoltato con attenzione, ma devo fare davvero i complimenti a questi ragazzi, bravi.
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2
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Mi sento di aggiungere alla parte biografica, anche l'ingresso del Tastierista Marco Tedeschi che ha anche curato tutta la parte di pre-produzione del disco. |
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1
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Un'analisi curata e precisa dei brani. Da membro della band, ringrazio tutto lo staff di Metallized per questo spazio e ci auguriamo di portare quanto prima la band in giro, per raggiungere piu' amanti del genere. Ancora grazie. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Stop Me, Kill Me, Leave Me 2. Can't Stop The Fire 3. Shades Of Us 4. Your Love Is Gone 5. Don't Look Back 6. No Regrets 7. Fallin' 8. Promises 9. Outlaw 10. Lorelai 11. Timeless 12. Let It Go
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Line Up
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Marco Ciancio (Voce, Cori) Francesco Cataldo (Chitarre, Cori) Marco Tedeschi (Tastiere) Frank Paulis (Basso, Cori) Luca Ferraresi (Batteria)
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