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Sjukdom - Stridshymner Og Dødssalmer
16/11/2018
( 942 letture )
Nati nel 2011 per volontà del vocalist Avsky e del batterista Natt, i Sjukdom approdano su Osmose con il presente Stridshymner Og Dødssalmer, secondo full length che segue di cinque anni il debutto autoprodotto, Når Alt Mørkner. Sin dal monicker scelto, la band di Tromsø dichiara il proprio legame con il verbo black di matrice svedese: se infatti Sjukdom è il titolo dell’ultima fatica a firma Lifelover, il sound dei nostri rimanda alle realtà più fulgide del panorama swedish novantiano, Marduk e Dark Funeral in primis. L’album si apre con Dødssalmer, un numero di black minimalista e ferino che spira in veementi folate successive e si evolve attorno a un riffing in tremolo che conserva un certo gusto per la melodia, pur ghiacciandola in forme che, inevitabilmente, sono destinate a cadere a terra infrangendosi. La voce di Avsky è selvaggia, guerresca, capace di improvvisi imbarbarimenti gutturali e strazianti assottigliamenti black. Incessante il lavoro in doppia cassa di Natt che, con un bilanciamento del suono leggermente enfatico sui tom e asciutto sui piatti, esalta la componente più violenta della proposta musicale del quartetto norvegese. Nærvær precipita da un dirupo scosceso, come una valanga di detriti abbandonati dalla presa di un ghiacciaio che, nel loro rovinio, devastano ogni cosa. Ancora una volta l’ottima varietà timbrica di Avsky garantisce profondità al pezzo, come se alla cavalcata distruttiva verso quell’abitato destinato ad essere travolto si unissero progressivamente bestie ed entità ultraterrene, in una Oskorei dai tratti cupamente malvagi. Lykantropi rallenta leggermente il ritmo, optando per un andamento in levare che presto si slabbra in un assalto alla gola di black metal efferato e, allo stesso tempo, sulfureo, qualcosa fra la caustica gestualità mardukiana e il taglio rituale nidrosiano. Med En Fot I Graven dilania le carni con un riffing di matrice thrash, sorretto da blast beat furiosi, che progressivamente, sposta il baricentro del pezzo verso soluzioni più tipicamente pagan, memori della lezione degli Enslaved ma più esili e taglienti nel profilo.
Terra Nihil sembra essere il primo attimo di pausa, un mid tempo dagli spiccati toni epici che esalta la dinamica del drumming di Natt. Ma cambia pelle, rapidamente, mutando in una narrazione dagli smaccati toni swedish che ricorda i Bathory nella struttura e i Dissection nell’enfasi melodica, conservando tuttavia una carica assassina vicina ai Setherial più minacciosi. I En Storm Av Stål apre come un blizzard che coglie nella foresta, in cui gli unici attimi di respiro sono al caduco riparo di un tronco che presto viene abbattuto dalla furia degli elementi. Il lavoro di chitarra appare meno scolpito nell’andamento melodico, più zanzaroso e stordente nell’impatto, ma non rinuncia a una qualche forma di “orecchiabilità” di fondo.
La chiusura è affidata a Skudd For Skudd, brano più lungo del lotto con i suoi sette minuti. Dopo una breve intro spettrale, il riffing di Hul penetra d’improvviso sottopelle e, come un punteruolo, percorre dolorosamente i nervi che incontra, mentre la voce declamatoria e incendiaria di Avsky brucia l’aria attorno a sé e la sezione ritmica incessantemente sbriciola il terreno sotto ai suoi piedi affrescando un disperante quadro di devastazione bellica.

Stridshymner Og Dødssalmer è in definitiva un buon album di trve black metal, in cui tutte le componenti che classicamente definiscono il genere sono ben definite ed amalgamate. Trentadue minuti di violenza sonora perfettamente bilanciata, garantita dalla cementazione ossessiva di un interplay selvaggio eppur preciso. I Sjukdom non tracciano nuove vie lungo il sentiero della mano sinistra ma assaltano, dilaniano e non fanno prigionieri. Consigliati agli amanti del black più puro e intransigente.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
lisablack
Venerdì 30 Novembre 2018, 19.31.56
2
Che goduria..black di matrice svedese, glaciale e oscuro come ai vecchi tempi..che volere di più?
Masquerade
Martedì 20 Novembre 2018, 8.29.44
1
Anche 75 non sarebbe regalato. Un disco ben suonato e ben prodotto. L unica nota dolente è che non ha quella scintilla per innalzarlo tra tutte le uscite di formato simile.
INFORMAZIONI
2018
Osmose Productions
Black
Tracklist
1. Dødssalmer
2. Nærvær
3. Lykantropi
4. Med En Fot I Graven
5. Terra Nihil
6. I En Storm Av Stål
7. Skudd For Skudd

Line Up
Avsky (Voce)
Hul (Chitarra)
Nekrosis (Basso)
Natt (Batteria)
 
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