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19/04/24
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Chrisma - Chinese Restaurant
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18/11/2018
( 1963 letture )
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Chi ci segue da tempo sa perfettamente che la nostra webzine, per quanto si occupi principalmente dell'heavy metal e di tutti i generi ad esso legati, ama di tanto in tanto offrire ai propri lettori qualche “chicca” che esula dalla musica del Diavolo: come ha avuto modo di affermare persino un grande della scena, quale Max Cavalera, proprio ai nostri microfoni, c'è davvero tanta buona musica là fuori, anche non metal e sta a noi scoprirla e, magari, apprezzarla. Oggi la nostra lente di ingrandimento intende offrirvi un approfondimento su una band, che ha costituito un vero e proprio punto di riferimento per il panorama new wave/post-punk italiano e non solo: stiamo parlando dei Chrisma, in seguito noti come Krisma, fondati nell'ormai lontano 1976 da Christina Moser e Maurizio Arcieri; benché in seguito il gruppo abbia abbracciato sonorità più tipicamente synth-pop e dance, ai primordi lo spirito punk era fortemente radicato in loro, tanto dal punto di vista squisitamente musicale, quanto da quello visivo (Arcieri, durante un'esibizione, rischiò di perdere un dito a causa della non raccomandabile abitudine di procurarsi tagli con una lametta).
Chinese Restaurant, loro esordio risalente al 1977, vide la partecipazione di Nico Papathanassiou, fratello del noto compositore Vangelis e stupisce ancora oggi per le sonorità fortemente sperimentali, che vanno dal post-punk all'elettronica, con un certo gusto per ritmi particolarmente ossessivi; quanto appena detto trova dimostrazione già nella traccia introduttiva, Thank You, consistente in quattro minuti esclusivamente strumentali dove le tastiere costruiscono un'architettura musicale quasi aliena, fantascientifica, specie se si considera l'anno di pubblicazione di questo album; Black Silk Stocking è pienamente punk o, potremmo dire, post-punk mentre il punk è ancora in auge, con ritmi nuovamente ossessivi (ma quante volte Moser canta il ritornello?) ed una chitarra in sottofondo che ricorda certe soluzioni offerte dai The Velvet Underground, cui non a caso i Chrisma sarebbero stati paragonati; proprio la chitarra si appropria della conclusione del brano in un'apparente cacofonia sonora che, spiazzando notevolmente l'ascoltatore, ci conduce verso un brano decisamente più morbido, Lola, che somiglia ad un incrocio fra i The Beatles e la succitata band di Lou Reed: batteria e piano, assieme, presto accompagnati dalla chitarra acustica, tessono un gradevole sottofondo musicale ben interpretato dai vocalist, prima che le tastiere, vero punto di forza dell'album, intervengano con il loro fondamentale apporto. C. Rock spariglia di nuovo le carte in tavola, ritornando ai ritmi martellanti di Black Silk Stocking, mentre What For, forse il brano più tipicamente punk del lavoro, trae la propria forza dall'accoppiata chitarra/batteria, oltre che da linee vocali particolarmente graffianti. Se Wanderlust rispolvera new wave e post-punk con piglio convincente, Lycee ci riporta su lidi sognanti ed alieni, ben caratterizzati da tastiere minimaliste, ma ugualmente potenti in quanto a risultato. Mandoia è una piccola gemma che cresce di intensità man mano che passano i minuti, per poi sfumare lentamente e, chiudendo il cerchio, ricondurci a Thank You, stavolta però accompagnata anche da linee vocali quasi robotiche.
Chinese Restaurant non è un disco semplice, né intende esserlo: in un periodo dove il punk si sta ancora sviluppando (il primo album dei Sex Pistols esce anch'esso nel 1977), i Chrisma guardano già avanti, mescolando il minimalismo del genere musicale ribelle per eccellenza con abbondanti dosi di elettronica, creando una affascinante disarmonia che, nonostante richieda diversi ascolti per essere assimilata, colpisce molto chiaramente il proprio bersaglio. In seguito, come detto, la band virerà più decisamente verso sonorità elettro-pop, pur continuando a collaborare con musicisti di assoluto livello, come Hans Zimmer. Tuttavia, se volete ascoltare una particolarissima versione, tutta italiana, dei The Velvet Underground, allora la band di Christina Moser e Maurizio Arcieri, con particolare riferimento a questo Chinese Restaurant, potrebbe fare al caso vostro.
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4
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Quante vergognose che mi sono fatto pensando alle tettone della Moser… |
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3
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Che sorpresa questa recensione!! Un pezzettino della mia adolescenza. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato nel negozio di elettrodomestici dei genitori di Maurizio… foto, poster, dischi |
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2
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Si, Christina Moser è ancora affascinante nonostante sia passato qualche anno e la morte di Arcieri l'abbia prostrata. Ne riparleremo |
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1
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Well, well, questi si che li conosco bene!. Ma pensavo che fossero più legati alla New Wave che al punk. Un mio amico mi aveva regalato il loro Hybernation del 1979 o 1980 se non sbaglio. Avevano girato in una sua villa il video della canzone Aurora B. Ricordo di averli incontrati ad Amsterdam, in aeroporto, con Hans Zimmer. Abitavano a Londra. Lei è una bellissima donna e sono veramente simpatici. Ho anche altri loro dischi. Uno ha la copertina di Mario Convertino, che avevamo contattato per delle campagne pubblicitarie di alcune nostre linee di liquori. E' una musica che è abbastanza "datata" se la senti oggi, con fortissime influenze elettroniche. Veramente innovativi, se si pensa che lui viene dal beat con i New Dada. Au revoir. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Thank You (Strumentale) 2. Black Silk Stocking 3. Lola 4. What For 5. Wanderlust 6. Lycee 7. Mandoia 8. Thank You
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Line Up
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Christina Moser (Voce, Chitarra) Maurizio Arcieri (Voce, Synth) Ezio Vevey (Chitarra) Nico Papathanassiou (Tastiere, Synth, Basso, Batteria, Percussioni, Timpani) Gianni Durini (Batteria) Keith Spencer-Allen (Programmazione)
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RECENSIONI |
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