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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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20/11/2018
( 2600 letture )
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Nati a Milano nell’ormai lontano 1998, dopo Revolution Era uscito nel 2016, i Derdian tornano con il loro nuovissimo (nuovamente pubblicato senza nessuna label) DNA, disco in grado di unire sonorità power estremamente tradizionali e rodate, in linea con gruppi come Rhapsody, Sonata Arctica e Angra, a tante piccole trovate e colpi di genio, in grado di smuovere e diversificare il tutto, mantenendo un’insospettabile scorrevolezza per un disco che supera l’ora di musica. A differenza di innumerevoli altri album power (e non solo) i Derdian riescono a creare e ad amalgamare tante situazioni interessanti, come nel caso del stravagante cambio di genere a metà canzone in Elohim, in cui possiamo trovare delle insolite sonorità blueseggianti, o delle tastiere classicheggianti di Destiny Never Awaits suonate da Marco Garau, sempre elegante, anche nell’interagire con le magnifiche chitarre di Pistolese e Radaelli, efficaci sia nel produrre ottime ritmiche che assoli estremamente tecnici.
Ovviamente l’innovazione non è la caratteristica principale di DNA, nel quale comunque i Derdian si sono messi in gioco, tirando fuori la loro grande esperienza e influenze che spaziano dalla musica sinfonica al prog, come si può notare in Fire from the Dust. Le novità di cui si è accennato in precedenza non stravolgono le fondamenta di DNA, gettate nel power-sinfonico europeo: dopo Abduction, una breve e “simpatica” introduzione strumentale, si parte subito con un trittico estremamente allegro ed energico composto da DNA, False Flag Operation e Never Born, in cui le vocalità di Ivan Giannini ricordano a momenti quelle di Fabio Lione e di Tony Kakko. Al di là di questo Giannini si esprime sempre con grande tecnica e personalità, gestendo alla grande ogni situazione e mettendoci del suo in ogni traccia. C’è spazio anche per brani più corali come Hail to the Masters, oltre che per le cavalcate e le ritmiche esplosive di pezzi come Nothing Will Remain o per composizioni tendenti a un rock più leggero come nel caso di Part of This World.
Evitando di scrivere un track by track e di toccare le solite disamine sul genere, DNA è un disco organico e vivo, indubbiamente meritevole di essere ascoltato. Le canzoni funzionano tutte, sia dal punto di vista prettamente musicale, grazie a una vincente componente melodica, sia guardando i testi, che proseguono con l’allontanamento dal fantasy a favore di tematiche più attuali, iniziato dai Derdian nel 2013 con Limbo, scelta apprezzabile e in grado di rendere più personale e meno banale la proposta della band lombarda. Senza fare paragoni con i soliti album storici del power (che si potrebbero fare visto che la qualità è molto alta), le canzoni si rivelano essere delle piccole perle del genere, ben suonate da una band di livello, in grado di evitare noia e monotonia, dosando con parsimonia toni pomposi e cliché tipici del power e lavorando in modo equilibrato e con buon gusto nelle composizioni. La produzione (indipendente per scelta) è curata e adeguata all’andamento di DNA, che si rivela essere indiscutibilmente un capolavoro del metal nostrano, non privo di difetti (più che altro legati al gusto personale, considerando che sicuramente una carrellata di tredici canzoni così è a suo modo impegnativa), ma comunque godibilissimo per chiunque, magari anche dopo più ascolti, in modo da cogliere a pieno l’essenza variegata e il tocco dei Derdian.
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4
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Il problema dei Derdian è questo sould che io chiamo Jazz Metal per via di questo suono moldo sui medi di Chitarre e Tastiere, in uno stile neoclassico che io non amo. Però un passo avanti dagli ultimi 2 CD. Qui ci sono più canzoni belle. Con una produzione più basata sulle chitarre che sulle tastiere (ma lo capisco, i leader e compositore è il tastierista) poteva essere stupendo. 73 |
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3
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album meraviglioso , anche se dopo la metà inizia a decadere un po.
comunque lunga vita ai derdian, vi prego restate sempre così - gli unici che fanno SEMPRE le stesse cose, evitando di passare ai virtuosismi prog come fanno il 99% delle EX-power band.
almeno con loro , sai per certo che ascolterai quel tipo di canzone, quel ritornello con quel giro d'accordi.... sempre uguali, ma quello voglio. grazie ragazzi |
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2
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ma perchè nella sezione demo?
disco caruccio |
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1
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finalmente qualcuno che sa rinnovarsi |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Abduction 2. DNA 3. False Flag Operation 4. Never Born 5. Hail to the Masters 6. Red and White 7. Elohim 8. Nothing Will Remain 9. Fire from the Dust 10. Destiny Never Awaits 11. Frame of the End 12. Part of This World 13. Ya Nada Cambiara
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Line Up
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Ivan Giannini (Voce) Enrico Pistolese (Chitarra) Dario Radaelli (Chitarra) Marco Garau (Tastiere) Marco Banfi (Basso) Salvatore Giordano (Batteria)
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