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Neurosis - Given to the Rising
23/11/2018
( 2309 letture )
Tutti noi ci portiamo una band nel cuore. Quella che ci ha cambiato la vita, che ci ha fatto innamorare del nostro genere musicale preferito. E per chi scrive, questa band si chiama Neurosis. Dopo anni passati saltellando di genere in genere, senza mai trovare qualcosa che mi soddisfacesse appieno, un giorno di circa due anni fa, spulciando tra i 100 di Metallized, finii per ascoltare The Eye of Every Storm. Scioccato ma felice, lo ascoltai venti, forse trenta volte, prima di decidermi finalmente ad approfondire il resto della discografia della band. Venne quindi il turno di Through Silver in Blood, poi Souls at Zero, e così via. Dischi tutti diversi, incredibilmente personali e avanti rispetto agli anni di uscita, ma con un’impronta stilistica sempre ben riconoscibile.
Il combo di Oakland nasce suonando hardcore, con i Black Flag come maggiore ispirazione. Ben presto però vengono incorporati elementi appartenenti ai generi più disparati. Dalle contaminazioni sludge di Souls at Zero (1992) al noise di A Sun That Never Sets (2001), passando per la marcia apocalittica di Through Silver in Blood (1996), per arrivare ai desolati paesaggi post rock di The Eye of Every Storm (2004).
Arriviamo quindi nel 2007, anno in cui esce Given to the Rising .

Il disco in questione si apre con la title track, e veniamo subito travolti da un coinvolgente riff che si alterna alla perfezione con le sezioni atmosferiche, che ci accompagnano dolcemente verso l’esplosivo finale in cui i synth prendono il comando. Fear and Sickness si muove sulle stesse coordinate della traccia precedente, non riuscendo però a eguagliarne la qualità. Ma è con To the Wind che la band americana ci fa ricordare ciò che più la caratterizza: sperimentazione, voglia di osare, eterna ricerca di qualcosa di nuovo e inaspettato. Torniamo alle atmosfere desolate di A Sun That Never Sets, cullati dal vento mentre le distorsioni danno vita a armonie che mai ci saremmo aspettati, così leggere e così pesanti allo stesso tempo. Purtroppo la successiva At the End of the Road non regge il confronto e si rivela uno dei punti deboli dell’album, a causa di un’introduzione atmosferica veramente troppo prolissa: un paio di minuti in meno ne avrebbero decisamente aumentato la fruibilità e l’efficacia. Shadow è una filler track, la cui unica funzione è fare da intermezzo e prepararci ad affrontare la seconda metà di un lavoro così impegnativo. Ad essa segue Hidden Faces, nella quale il superbo lavoro dei synth si amalgama alla perfezione con i riff ipnotici delle chitarre, regalandoci uno dei picchi qualitativi di quest’album. Appena usciti da questa vorticosa spirale, ci accoglie il calmo riff portante di Water is Not Enough che ci fa tirare un attimo il fiato, prima del ritorno dei tribalismi che sono stati elemento fondamentale del sound dei Neurosis sin dai primi lavori. Stiamo avviandoci verso la fine, e in Distill ( Watching the Swarm) fanno capolino le componenti noise e post rock che erano state introdotte negli album precedenti, che ben si fondono con dei riff lenti, pesanti ma mai esageratamente dilatati. Prima dell’ultimo scoglio da superare, abbiamo la seconda filler Nine, che funge solo da introduzione per la conclusiva Origin, monolite dagli undici minuti di durata. Un synth appena accennato e una batteria cadenzata sono i protagonisti di una lunga sezione atmosferica che prosegue per circa otto minuti: sappiamo già che qualcosa deve succedere, quindi l’eccessiva durata non è un deterrente, anzi fa solo alzare il livello delle aspettative. E infatti, l’esplosione non si fa attendere; un riff semplice, ben scandito, impossibile da dimenticare, le percussioni solenni, le vocals intense e ruvide, un violino straziante sono gli elementi che vanno a costruire, passo dopo passo, il degno finale di quest’opera. Un’opera non facile, sia per durata che per complessità, ma molto appagante.

Per la prima volta in carriera, con Given to the Rising i Neurosis non stravolgono il loro sound, anzi tornano indietro di circa dieci anni, all’uscita di quel Through Silver in Blood che avrebbe sconvolto per sempre una determinata scena estrema. Anche se spesso viene messo in secondo piano rispetto ad altri lavori più significativi, l’album rispetta comunque gli standard qualitativi della band ed è un’azzeccata sintesi di tutti gli stili che i nostri sono andati a toccare nei precedenti vent’anni di carriera. Se qualcuno volesse ascoltare i Neurosis per la prima volta, Given to the Rising potrebbe essere il disco perfetto per iniziare.



VOTO RECENSORE
86
VOTO LETTORI
91.21 su 14 voti [ VOTA]
Awake
Domenica 18 Agosto 2019, 23.07.35
7
Sciamanici. Altra galassia proprio… con buona pace di quei posers dei Tool. E questo non è neanche il loro miglior lavoro.
Pippa pig
Giovedì 29 Novembre 2018, 21.34.32
6
Glos vai a vendere rose in metro con i Whitesnake nelle orecchie
Poluari
Mercoledì 28 Novembre 2018, 21.53.42
5
Favoloso, non ci sono altri termini per definirlo. 90
Grezzo
Domenica 25 Novembre 2018, 23.11.11
4
Pazzeschi. I Maestri. Bellissimo disco.
Macca
Sabato 24 Novembre 2018, 18.08.41
3
Gran disco, concordo con recensione e commenti 1 e 3
Gios
Sabato 24 Novembre 2018, 16.00.36
2
Inascoltabili, peggio di una martellata sui coglioni
cristianvieribomberone
Sabato 24 Novembre 2018, 0.15.22
1
stupendo, come quasi tutto il resto della loro discografia
INFORMAZIONI
2007
Neurot Recordings
Post Metal
Tracklist
1. Given to the Rising
2. Fear and Sickness
3. To the Wind
4. At the End of the Road
5. Shadow
6. Hidden Faces
7. Water is Not Enough
8. Distill (Watching the Swarm)
9. Nine
10. Origin
Line Up
Scott Kelly (Voce, Chitarra)
Steve Von Till (Voce, Chitarra)
Noah Landis (Organo, Pianoforte, Campionamenti)
Dave Edwardson (Basso, Synth)
Jason Roeder (Batteria)
 
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