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Obituary - Frozen in Time
30/11/2018
( 2960 letture )
Frozen in Time. Difficilmenete la band dei fratelli Tardy avrebbe potuto scegliere titolo migliore per il proprio comeback discografico. Dopo l’ottimo Back from the Dead i floridiani Obituary , leggenda vivente del death a stelle e strisce (a nostro giudizio inferiori solo a Death, Cannibal Corpse e Morbid Angel), decisero di prendersi una pausa, durante la quale uscirono un live album (Dead) e una compilation (Anthology). Nel 2003 fu annunciata la tanto sperata reunion e la composizione di nuovo materiale inedito, il quale verrà pubblicato due anni dopo dalla Roadrunner Records. Il sound della band non è cambiato di una virgola quasi fosse stato “congelato nel tempo” , come suggerisce il titolo. I membri sono sempre gli stessi, pronti ad imbracciare di nuovo insieme gli strumenti per portare morte e distruzione sui palchi di tutto il mondo.

Diciamocelo subito, Frozen in Time è un buonissimo lavoro, che riprende tutte le caratteristiche tipiche degli Obituary : il growl marcio e urlato di John, la batteria quadrata e solidissima del fratello Donald, le asce di Allan West e Trevor Peres a creare riff da puro headbanging e il compianto Watkins a percuotere il basso senza troppa gentilezza. Il tutto insieme ad un songwriting di ottimo livello ed una produzione ottima che dona una marcia in più. Non va assolutamente presa come una critica ma resta il fatto che, otto anni dopo l’ultima release, era più che lecito sperare in un ritorno con i botti da parte dei fratelli Tardy, invece che “solo” un buon disco, il quale non fa altro che confermare la bontà della band; allo stesso tempo però non aggiunge nulla di nuovo all’interno della loro discografia.
Detto ciò, i momenti esaltanti all’interno della scaletta non mancano assolutamente. Dopo la strumentale Redneck Stomp, costruita su un riff semplice ma decisamente azzeccato, la scaletta ci riserva delle autentiche perle: si passa da On the Floor e Insane, velocissime ed assassine, a poderosi mid tempo spaccacollo come Blindsided e Mindset. Tutte le canzoni sono comunque meritevoli di attenzione, non ci sentiamo di dover indicarne qualcuna di meno interessante. Specifichiamo però che Frozen in Time si apprezza maggiormente spezzando l’ascolto in blocchi, in momenti separati e a distanza di tempo. Questo per evitare quei momenti di stanca che potrebbero venirsi a creare ascoltandolo tutto d’un fiato. E' probabilmente questo il problema maggiore dell’album: alla fine vengono proposte sempre le stesse soluzioni che sono sì tutte ottime e ben fatte, ma si rischia lo sbadiglio più di una volta verso le battute finali. Non ne va però fatta una colpa agli Obituary per questo, anzi.

Certi passaggi dimostrano una classe ed un mestiere che ben pochi possiedono; il fatto è che è più che lecito aspettarsi qualcosina in più da un gruppo che è venerato alla parità di una divinità in ambito extreme metal. Con ciò non mi sto assolutamente lamentando di questo album, che sia ben chiaro: con canzoni come Back Inside, Stand Alone e Lockjaw, oltre a quelle precedentemente citate, stare fermi è pressoché impossibile. Se desiderate mezz’ora abbondante di divertimento a base di death metal old school questo è ciò che fa per voi. A buon intenditor poche parole…



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
76.56 su 76 voti [ VOTA]
Aceshigh
Giovedì 11 Marzo 2021, 10.42.46
7
A distanza di 8 anni dall’ultimo album, questo ritorno lo accolsi con grande entusiasmo. Certamente i primi album sono a un altro livello, ma fu comunque un bel rientro in pista. Migliore di tutti quelli che sono venuti dopo (a parte l’ultimo omonimo). Rimangono sempre e comunque una band dallo stile e dal sound peculiarissimo, per non dire unico. Voto 80
999
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 15.32.59
6
Adoro...
Galilee
Lunedì 3 Dicembre 2018, 20.58.11
5
Questo album al tempi mi esaltò un casino. Potente, diretto coinvolgente e molto meno scontato e minimale di ciò che verrà in seguito. Li vidi anche in tour in quel periodo, devastanti.
Nonno
Domenica 2 Dicembre 2018, 12.17.49
4
Concordo pienamente con lux.
thrasher
Sabato 1 Dicembre 2018, 23.11.30
3
Questo mi era saltato... Ho un bellissimo ricordo di questo cd, lo considero un buon ritorno in pieno stile obituary... Li vidi nel 2003 appena riformati a Reggio Emilia al Transilvania e fu un concerto sensazionale, poi in tournée di quest album al new age a Roncade... Un buon 80 per me
nonchalance
Sabato 1 Dicembre 2018, 11.55.25
2
Son d'accordo con il recensore: forse, il problema del disco sono i troppi "reprise". Per fortuna son riuscito a vederli con Allen West e le sue alzate di corde.. 🤘
lux chaos
Sabato 1 Dicembre 2018, 9.12.55
1
Grande album, da snodarsi il collo, per me l'ultimo che vale la pena avere, ad eccezione di una buona ripresa con l'omonimo uscito recentemente
INFORMAZIONI
2005
Roadrunner Records
Death
Tracklist
1. Redneck Stomp
2. On the Floor
3. Insane
4. Blindsided
5. Back Inside
6. Mindset
7. Stand Alone
8. Slow Death
9. Denied
10. Lockjaw
Line Up
John Tardy (Voce)
Allen West (Chitarra)
Trevor Peres (Chitarra)
Frank Watkins (Basso)
Donald Tardy (Batteria)
 
RECENSIONI
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