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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Darkness - First Class Violence
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07/12/2018
( 1453 letture )
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Nessun altro paese europeo ha contribuito altrettanto al successo del thrash metal quanto la Germania e, per affermare ciò, non serve neanche scomodare mostri sacri quali Kreator e Sodom. Tra le tante band che negli anni Ottanta si sono lanciate all’assalto della scena ci sono anche i Darkness. Il gruppo, originario di Essen come Petrozza e compagni, muove i primi passi nel 1984. Dopo alcuni demo pubblicati nel 1985 e 1986, la band trova la quadra con Oliver “Olli” Fernickel al microfono, Arnd Klink e Pierre Danielczyk alle chitarre, Detlef “Raper” Bartfeld al basso e Andreas “Lacky” Lakaw alla batteria e rilascia tre album di studio, dei quali il primo Death Squad risulta essere anche il migliore. Lo stile è derivativo del filone thrash più aggressivo che i primi Kreator hanno insegnato al mondo. E non sorprende scoprire che il primo brano scritto dai Darkness, Armageddon, sia stato ispirato da un concerto in cui si esibivano proprio i Kreator, all’epoca ancora noti come Tormentor, e i Destruction. I successivi due album di studio, Defenders of Justice (1988) e Conclusion & Revival (1989), quest’ultimo partorito con una formazione rimaneggiata, non riescono a bissare il buon esordio di Death Squad. Se Defenders of Justice si pone stilisticamente sulla stessa linea del predecessore, cercando di imitarne la ferocia, Conclusion & Revival mostra preoccupanti cali di intensità e, in molti suoi passaggi, risulta addirittura difficile inquadrarlo come thrash piuttosto che, più genericamente, come heavy metal. Conclusion & Revival è anche l’ultimo capitolo della prima era della band che, due anni dopo, decide di separarsi.
Lacky e Arnd tornano in pista nel 2010 e pubblicano, con il nome Eure Erben, l’album Terror 2.0, che recupera in parte lo stile degli esordi. Dal 2013 si rispolvera il vecchio nome Darkness e vengono ingaggiati Oliver “Lee” Weinberg al microfono, Meik Heitkamp alla chitarra e Dirk Hamilton al basso. Dopo un EP nel 2015, due anni dopo arriva la prima fatica in studio per il rinnovato quintetto. Ancora una volta, The Gasoline Solution si pone in linea con la tradizione, archiviando definitivamente le poco convincenti divagazioni stilistiche di Conclusion & Revival.
Ed eccoci infine giunti all’ultimo capitolo, First Class Violence, inciso con la Massacre Records e pubblicato il 12 ottobre. L’album si compone di dieci tracce, abbastanza omogenee da un punto di vista stilistico, che propongono diverse connessioni con il sound della band negli anni Ottanta, sebbene la ferocia primordiale ceda il passo ad una maggiore pulizia compositiva e d’esecuzione. Lungo tutto l’album si impone la prestazione alla batteria di Lacky, che contribuisce ad imprimere ritmo ai brani. Il disco si apre con l’intro strumentale Prelude in E che ci porta, con un crescendo, a Low Velocity Blood Splatter, pezzo abbastanza efficace per quanto non innovativo, in cui riecheggiano prepotentemente gli ultimi lavori dei Testament e dei Kreator, seppur con un livello tecnico e di complessità inevitabilmente più modesti. La successiva traccia Neoprimitive, comunque la migliore proposta nella prima metà dell’album insieme a See You on the Bodyfarm, non fa che confermare la prima impressione. Zeutan, poi, brano in cui la band si avvale della partecipazione di Tom AngelRipper, un’istituzione della scena thrash teutonica e mondiale, è forse il pezzo più furioso tra quelli proposti. Si tratta di un omaggio al primo cantante della band, Olli Fernickel, scomparso prematuramente nel 1998 e soprannominato, appunto, Zeutan. Finale dell’album in deciso crescendo, in termini sia di intensità che di qualità, con la tripletta composta da Born Dead, la title-track e I Betray.
In definitiva, ci troviamo di fronte al migliore materiale inciso dalla band dei tempi di Death Squad e Defenders of Justice. Sebbene i Darkness non raccontino nulla di nuovo nel panorama del thrash del nuovo millennio, centrano quantomeno l’obiettivo di offrire un ascolto godibile, merito anche di una produzione azzeccata.
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2
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Buon album anche per me, migliore del precedente The Gasoline Solution. Volendo trovare un difetto magari un po' di varietà in più non avrebbe guastato, comunque un ascolto ben più che piacevole. Come detto nell'ultimo paragrafo: il materiale migliore dai tempi di Defenders of Justice. Voto 75 |
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1
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Ho trovato questo album molto buono qualitivamente parlando. Molto omogeneo e senza vistosi cali di tensione. Premetto anche che non cerco innovazione a tutti i costi, e se una band come i darkness realizza nell ad 2018 un album che prosegue (come qualità) i fasti del passato (leggi death squad), io sono più che soddisfatto. La produzione è aggiornata, ma non eccessivamente artefatta. Le seconde linee (bruttissima espressione 😥, del thrash anni 80 rafforzano ancora il thrash teutonico. Bene così. (imho) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prelude In E (Intro) 2. Low Velocity Blodd Spatter 3. Neoprimitive 4. Hate Is My Engine 5. See You On The Bodyfarm 6. Zeutan 7. The Autocrazy (Autocracy) Club 8. Born Dead 9. First Class Violence 10. I Betray
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Line Up
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Lee (Voce) Arnd (Chitarra, Cori) Meik (Chitarra) Dirk (Basso) Lacky (Batteria, Cori)
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