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CIRCOLO DEV , VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA

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ALCHEMICA MUSIC CLUB, VIA DEI LAPIDARI 8B - BOLOGNA

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Una Stagione All’Inferno - Il Mostro Di Firenze
15/12/2018
( 1682 letture )
Che cosa conosciamo di un personaggio entrato tristemente nella storia della cronaca nera italiana per aver perpetrato una serie spaventosa di omicidi? Se n’è parlato tanto negli anni attraverso innumerevoli documentari, trasmissioni televisive, qualche libro e addirittura alcuni film. Nessuno però aveva mai deciso di realizzare un album attorno alla vicenda del Mostro di Firenze, o almeno, nessuno fino ad ora. In questo 2018 ricco di uscite nel campo prog, i genovesi Una Stagione All’Inferno hanno deciso di sfatare questo tabù e di essere i primi ad abbracciare musicalmente questo tema di cui per tanto tempo si è dibattuto. Non è però un’impresa semplice costruire melodie per dar voce alle tante coppie, otto per la precisione, che Pietro Pacciani ha brutalmente ucciso nei suoi diciassette anni di attività. Il disco, a causa della sua elevata complessità, ha visto infatti la luce solo nell’anno corrente, dopo sette lunghi anni di gestazione. La band, formatasi nel 1997, non aveva finora mai inciso un album, ma solo qualche brano sporadico. A causa di tale scarsa produttività e di qualche diverbio interno il gruppo si è sciolto per poi riformarsi nel 2011 con l'intenzione di dar vita all’ambizioso progetto pubblicato appunto con il titolo Il Mostro di Firenze.

Il disco si presenta sotto forma di vero e proprio concept, un flusso musicale ininterrotto che ripercorre la macabra vicenda di uno dei peggiori killer della storia del nostro Paese. Dove la genialità dei testi e delle melodie non può arrivare, ecco che la band decide di includere alcune registrazioni originali tratte direttamente dal processo per renderci ancora più partecipi di questo mondo oscuro che hanno voluto ricreare. In alcuni passaggi la scelta è ricaduta invece su suoni che sembrano ispirarsi ad un film horror: colpi di arma da fuoco, voci inquietanti, risate macabre, estratti di telegiornali e rumore di acqua che scorre per ripulire cadaveri insanguinati. Un vero e proprio lavoro certosino. Dedicandoci invece all’aspetto musicale nel senso più puro, è difficile catalogare Il Mostro di Firenze entro i dettami di un genere musicale: parliamo sicuramente di progressive rock ma con accezioni gotiche e noir. Gli strumenti ad arco, usati con parsimonia, gli conferiscono un’aria pomposa e maestosa, paragonabile a un’opera rock. È un disco molto cinematografico e gli archi contribuiscono proprio a questo stile che si addice ad una colonna sonora.
La voce di Fabio Nicolazzo, uno dei membri fondatori, è sì cantata ma al tempo stesso anche molto narrativa. Forse, però, sarebbe stato preferibile un approccio più rabbioso e graffiante, diciamo come Maynard James Keenan quando cantava Third Eye. I testi, molto letterari e con termini eccessivamente ricercati, quasi in disuso, sono sicuramente validissimi, ma poco viscerali, nel senso che restituiscono all’ascoltatore un approccio meno sentimentale e più freddo. Ciò che è possibile apprezzare di molto viscerale, invece, è il suono di alcuni strumenti, sicuramente il basso cupo che apre Nella Notte, oppure la chitarra graffiante di Novilunio. Sono infatti proprio il chitarrista ed il bassista le vere punte di diamante dell’album, rispettivamente Pier Gonnella e Roberto Tiranti, entrambi ex militanti dei Labyrinth. Per andare sul sicuro con le citazioni, le urla, i vetri rotti e i suoni che sentiamo in Nella Notte ricordano moltissimo Finally Free, atto conclusivo di Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory, teatro di un duplice omicidio. Un vero colpo al cuore per i fan del prog metal, i quali apprezzeranno sicuramente. I brani centrali del disco, vale a dire Lettera Anonima e Interludio Macabro, rappresentano il culmine in termini di terrore ed inquietudine, due brani che non è consigliabile ascoltare in solitudine in tarda notte. Poi una ballad, L’Enigma dei Dannati, per calmare gli animi inquieti degli ascoltatori, seguita da un brano pop-rock che è il singolo presentato per il lancio del disco. Già dal nome, Serial Killer Rock, si capisce quanto il brano non abbia nulla da spartire con l’atmosfera del disco. Il testo, la voce e il ritmo rendono Il Mostro una caricatura, un personaggio da fumetto. Lanciare l’album utilizzando questa canzone potrebbe essere stato un errore, intanto perché un lavoro del genere non deve essere orecchiabile, e poi perché il brano mostra uno stacco troppo netto, quasi fuorviante con il resto dell’intreccio narrativo. Fortunatamente con Il Dottore i nostri rientrano in carreggiata, le tenebre riabbracciano le nostre orecchie e troviamo nuovamente estratti originali dal processo e dagli omicidi. Peccato solo per la linea vocale alla Renato Zero, non sempre idonea alla proposta strumentale. Le fasi lunari sono il tema che apre e chiude la tracklist, Novilunio è l’inizio della narrazione e Plenilunio la conclusione. Dieci minuti di dolcezza strumentale interrotti bruscamente nel finale da una voce macabra, probabilmente proprio quella di Pietro Pacciani. Il modo giusto di spendere gli ultimi secondi di ascolto.

Il disco vive di due realtà distinte e separate piuttosto nettamente tra loro: la prima, che va da Novilunio a Interludio Macabro, è composta da cinque brani che fluiscono con maestria tra le ambientazioni noir e le liriche sanguinose; la seconda, molto più fiacca e dalla potenza compositiva assai inferiore, va da L’Enigma dei Dannati fino alla conclusione e non è all’altezza della prima parte. Se il livello compositivo della prima metà fosse stato mantenuto fino al termine parleremmo di un capolavoro, o comunque di uno dei migliori album del 2018. Bisogna invece tristemente constatare che la seconda metà, appena sufficiente, penalizza inesorabilmente il prodotto finale. Nessuna critica invece per l’eccezionale copertina, due panchine desolate sulle sponde dell’Arno immerse nella nebbia con una cornice di alberi spogli che danno un forte senso di inquietudine e abbandono. È doveroso ricordare che si tratta del disco d’esordio per la band genovese e se questo è il debutto non vediamo l’ora di ascoltare ciò che hanno in serbo per noi.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
92 su 2 voti [ VOTA]
Punto Omega
Domenica 9 Febbraio 2020, 15.31.20
10
Che disco signori! Degno erede del grande prog rock italiano degli anni '70.Spero che con il tempo venga rivalutato e sia fatta giustizia, perché è ingiusto che una tale opera venga dimenticata a scapito di tanta musica di dubbia qualità che ci viene propinata quotidianamente. Capolavoro.
Alessio
Lunedì 31 Dicembre 2018, 15.56.56
9
Concordo in pieno...l'ho quasi messo in loop da quando l'ho scoperto. Zero punti deboli per me, ne prima ne dopo. Omogeneità ma anche pezzi che vivono di vita propria e peculiarità, tranne forse Novilunio e Plenilunio dove uno riprende l'altro. Io l'ho ordinato l'altro ieri. Ed è pure il disco del mese a scapito di due tre titoloni. Il resto delle impressioni e pensieri vari l'ho postati sul forum.
No Fun
Lunedì 31 Dicembre 2018, 15.37.57
8
Non ho resistito, l'ho ascoltato in digitale mentre guidavo di notte. A me è piaciuto veramente tanto, tutte le canzoni, non mi sembra che la seconda parte sia così inferiore, anzi mi sembra un lavoro molto omogeneo. Mi deve ancora arrivare il cd, però mi sa che col cavolo che lo regalo al mio amico...
lucignolo
Venerdì 21 Dicembre 2018, 17.44.40
7
La precisazione di Alessandro è giusta,quel passaggio andrebbe modificato,se non altro per "rispetto" di un imbecille che comunque se ne è andato (e fino a prova contraria quale sia stato il suo ruolo nei fatti non è chiaro e forse mai lo sarà).Ho vissuto quegli anni da vicino come tanti della mia generazione e non sento davvero il bisogno di ascoltare questo album (però merito a loro per il coraggio),forse più in la,magari un giorno quando ci saranno nomi e cognomi dei colpevoli e sopratutto il perchè,il perchè è fondamentale,perchè lo hanno fatto e perchè non sono stati ancora trovati.
Alessandro
Venerdì 21 Dicembre 2018, 15.23.55
6
"Non è però un’impresa semplice costruire melodie per dar voce alle tante coppie, otto per la precisione, che Pietro Pacciani ha brutalmente ucciso nei suoi diciassette anni di attività." Sarebbe utile informarsi un minimo prima di addentrarsi in una recensione simile..Pacciani non è mai stato ritenuto artefice di tutti gli omicidi attribuiti al mostro di firenze..a dirla tutta fu anche scagionato al secondo grado di giudizio dal restante degli omicidi che gli furono attribuiti ed è morto tra il secondo ed il terzo grado.. all'atto pratico legalmente parlando è da considerarsi innocente anche se colpevole di altri reati come stupro e maltrattamenti vari.
Alessio
Mercoledì 19 Dicembre 2018, 12.39.41
5
E come dice No Fun, ci ritorno ancora sul luogo del delitto. L'ho finito di ascoltare per intero due volte, quasi di seguito, anche a tarda notte in cuffia. Gran bell'album davvero, e ti dirò anche la seconda parte mi piace molto, forse l'enigma dei Dannati risulta un pò ripetitiva, ma non ne inficia il risultato finale. Da apprezzare inoltre alcuni spunti secondo me Goblineschi. Penso proprio che al prossimo giro di acquisti lo prenderò se lo sono meritato. Quindi chapeu per loro ( anche se Genova ha sempre sfornato sempre band di livello nel genere per così dire noir ed oscuro) e grazie pure a Roberto per averne postato la recensione. "...Si và a Firenze..." cit.
Alessio
Martedì 18 Dicembre 2018, 18.45.27
4
@No Fun, bel regalo davvero, complimenti per l'idea...L'album merita davvero, anche se sono solo ai primi ascolti. Una sorpresa...Riguardino bassifondi, sono come hai ormai ben capito, i miei territori abituali...anche al di fuori della musica.
No Fun
Martedì 18 Dicembre 2018, 18.40.39
3
Ho letto poco fa questa rece, un'altra di quelle che bisogna scoprirsi da sé... Non stupisce che Alessio, esploratore abituale di bassifondi musicali, sia già passato di qui e sia pure "tornato sul luogo del delitto". Letto, l'ho appena ordinato, lo regalo a un amico che è in fissa per il mostro di Firenze e per il prog. Poi me lo farò prestare.
Alessio
Martedì 18 Dicembre 2018, 13.35.54
2
Lo sto ascoltando ora. A primo impatto mi sta piacendo, ed ha il giusto mood per poter affrontare l'argomento. Per me una bella sorpresa, dato che non li conoscevo. Molto azzeccati anche i "rumori" e campionamenti esterni...Ora vediamo la seconda parte...
Alessio
Lunedì 17 Dicembre 2018, 13.47.40
1
Questo mi incuriosisce molto....lo metto in lista. Concordo sulla cover.
INFORMAZIONI
2018
Black Widow Records
Prog Rock
Tracklist
1. Novilunio
2. La Ballata di Firenze
3. Nella Notte
4. Lettera Anonima
5. Interludio Macabro
6. L’Enigma dei Dannati
7. Serial Killer Rock
8. Il Dottore
9. Plenilunio
Line Up
Fabio Nicolazzo (Voce, Chitarra)
Laura Menighetti (Voce, Tastiere, Organo Hammond)
Pier Gonella (Chitarra)
Paolo Firpo (Sassofono, Sintetizzatore)
Roberto Tiranti (Basso)
Marco Biggi (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Kim Schiffo (Violoncello)
Laura Sillitti (Violino)
Daniele Guerci (Viola)
 
RECENSIONI
 
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