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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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22/12/2018
( 2166 letture )
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A volte si tende a giudicare un'opera con gli occhi di un adulto, basando il giudizio su parametri oggettivi e su strutture logiche proprie di una mente seria e razionale. Se da un lato, così facendo, si riesce a dare un giudizio scientifico ad un’opera, dall’altro questo atteggiamento ci allontana dall’essenza dell’opera d’arte, riducendola ad un complesso sistema di parametri logici. Picasso sosteneva che ogni bambino è un artista. Il problema, quindi, è continuare ad esserlo in età adulta. Chiunque di noi, se utilizzasse un parametro logico, direbbe che è folle ed ottuso rinunciare alle offerte di importanti case discografiche per preservare l’autenticità del proprio lavoro. Infatti, rinunciando ad un contratto ci si preclude la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio, di avere una produzione più curata, di avere una via facilitata per suonare di fronte a più persone in grado di capire la proposta artistica e per ultimo, solo in sequenza, più denaro. Nessun uomo adulto e razionale sceglierebbe una via impervia e con altissime possibilità di fallimento per mantenere puro il proprio lavoro. Solo l’animo di un bambino può pensare che quella sua piccola creatura debba essere preservata da ogni contaminazione esterna. E chi sono gli Anekdoten, se non un gruppo di uomini che ha preservato la propria purezza infantile? Un gruppo che arriva al punto di pubblicare il primo LP tramite un'etichetta appositamente creata, la Virta Records. Detto ciò, è tuttavia necessario specificare che la loro non è una stata una presa di posizione dettata da una semplice antipatia verso il mondo discografico, dato che nei diversi progetti paralleli quasi tutti i componenti hanno regolarmente lavorato con le etichette discografiche, Nicklas Berg per primo. Tutto questo discorso non ha altro fine che creare una scenografia teatrale che possa aiutare a comprendere meglio i personaggi che di qui a breve saliranno sul palcoscenico.
Gli Anekdoten sono considerabili, insieme ai concittadini Änglagård, i pionieri del movimento progressive svedese. Rispetto al movimento neo prog inglese, che affonda le proprie radici nelle fiabesche e armoniose note di Peter Gabriel e compagni, l’idea musicale prende vita dalle composizioni dure e complesse dei King Crimson di Red e Larks' Tongues in Aspic. Nella musica di questi gruppi non c’è spazio per i compromessi. L’idea è molto chiara e definita: ripartire dal lavoro di Fripp ed evolverlo generando un nuovo sound che misceli quell’idea con la loro tradizione. Per quanto l’idea di fondo sia comune le due band presero strade ben distinte: gli Änglagård crearono un sound per certi versi accomunabile alla classica contemporanea o comunque fortemente sinfonico, mentre gli Anekdoten si inserirono con suoni duri e graffianti molto vicini ai tratti del metal.
Fatto questo doveroso preambolo, andiamo a parlare di ciò che questo secondo lavoro in studio del quartetto svedese contiene. Gli ingredienti del cocktail sono: una base King Crimson, psichedelia floydiana, ingrediente segreto della casa (mix di rabbia, tristezza ed atmosfere crepuscolari) e guarnizione di suoni aggressivi che fanno correre il gruppo su quella lama di rasoio che divide prog rock e prog metal. Le parti vocali sono molto limitate e hanno rilevanza relativa per due fattori: le non eccelse doti di Berg e il mixaggio che spesso lascia la voce dietro agli strumenti. Le composizioni sono estremamente complesse e variegate, ci si ritrova di continuo dinnanzi a cambi imprevisti e repentini. I tempi composti e le dissonanze sono frequenti quasi quanto le variazioni dinamiche. A volte si ha l’impressione di viaggiare su delle montagne russe i cui treni, invece di poggiare le ruote su dei binari, scorrono su un terreno accidentato. In questo marasma di cambiamenti non mancano però dei momenti estremamente onirici e ipnotici, come tutta la prima parte di Book of Hours, nella quale i temi circolari catturano la nostra attenzione, lasciando agire indisturbate le atmosfere di mellotron e le modulazioni metriche di matrice brufordiana. Volendo sintetizzare la miriade di informazioni che trasmette la musica degli Anekdoten, e ricollegandoci al tema trattato all’inizio, possiamo dire che si tratta di una descrizione astratta degli stati d’animo complessi, disarmonici e nevrotici di un uomo, trasmessi però con la spontanea purezza di un bambino.
Nucleus è un disco realmente difficile. La sua complessità si articola in più livelli: tecnico, strutturale, armonico ed emotivo. Per poter cogliere a fondo tutte le sfumature di questo lavoro servono centinaia di ascolti. Ogni volta che lo si inserisce nel lettore, sul piatto o più facilmente si fa doppio clic sui file, si scopre inevitabilmente qualcosa che era sfuggito negli ascolti precedenti. Nucleus è un disco estremamente bello ed estremamente importante perché detta, insieme al precedente Vemod e ad Hybris degli Änglagård, le basi per lo sviluppo del movimento prog scandinavo che da quel momento in poi ha prodotto decine di gruppi che hanno marcato in modo indelebile la storia della musica, in primis gli Opeth. Quindi, tirando le somme, si tratta di un disco che ogni appassionato di progressive scandinavo deve necessariamente avere.
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Ne parli come se gli anekdoten in confronto fossero i Take that,io ho i dischi di entrambi e preferisco gli anekdoten,anzi ,pure i ritual per me sono meno "assonnanti"degli anglagard |
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Vabbè. ..che ti devo dire, gusti . Secondo me non c'e paragone manco tecnicamente, senza contare gli arrangiamenti e la personalità. Qui siamo in territori acerbi per il genere. Provano ad essere i Crimson del metal ma non riescono ad essere al 100% Anekdoten. Questo è il mio punto di vista. Rimangono bravi, ma già al tempi sapevano di già sentito. Gli Anglagard hanno rappresentato una delle migliori proposte in ambito prog dell'intero decennio. Ripeto un altro mondo lontano anni luce. |
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@ Galilee: pensa che per me è l'esatto contrario. Per quanto bravi gli Anglagard, dopo cinque minuti skippo avanti dalla noia. Sempre trasmesso zero emozioni... |
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Ce l'avevo. Era un bel disco , anche se forse era un pò freddino. Gli Anglagard erano di un altro pianeta, stessa scena,ma ad anni luce di distanza. |
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10
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Il loro album più duro e dissonante: gli ho sempre preferito il primo ("Vemod"), più malinconico e melodico. Comunque band eccezionale, con una buona resa anche live (ho avuto la fortuna di vederli 3 volte), ora diventati un quintetto con l'innesto dell'ex chitarrista dei The Church, band che invito a riscoprire. |
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9
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Bella recensione, ma ho un appunto non da poco. Sui primi 2 album, Vemod e Nucleus, le vocals non sono di Barker (o Berg che dir si voglia), ma sono tutte affidate al bassista Jan Erik Liljeström, che dall'album successivo From Within cede il microfono a Barker per quasi tutti i pezzi (si tiene per sé una traccia ad album da quel momento in poi). Barker ha una voce, seppure non eccelsa, molto meno spigolosa. Comunque rimane il loro album più difficile da assimilare, ad ogni modo insieme ai Porcupine Tree il mio gruppo prog rock preferito fra quelli moderni. Per quanto riguarda la distribuzione, hanno recentemente firmato per la Burning Shed che ha ristampato gli ultimi lavori e un The Best contenente molti pezzi vecchi, sul loro sito comunque è possibile reperire i vecchi album, ho acquistato tutto il catalogo fino a A Time Of Day. |
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rigurado le ristampe di certi dischi new prog , conosco più di una persona che piuttosto di comprare landberk, anekdoten e compagnia bella si ricompra per la sesta volta un cd di yes o genesis rimasterizzato , e non credo di dover aggiungere altro |
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sembra incredibile che nessuna etichetta discografica vuole ristampare certi capolavori.... |
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@duke: appunto. Anch'io l'ho trovato a cifre proibitive. E lì è rimasto |
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dei landberk ho comprato un cd ma mi e' costato 80 euro... |
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Hai ragione @duke! Peccato che dei Landberk abbia solo meravigliosi ricordi su cassetta: i cd sono introvabili. Di quella covata ricordo con piacere i Pär Lindh e i Tangle Edge che, vado a memoria, dovrebbero essere norvegesi |
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3
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grandiosi.....insieme ai landberk e gli anglagard erano il meglio del prog scandinavo degli anni 90.... |
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Li ho sempre trovati ostici, duri, dissonanti. E' quello che volevano e ci sono riusciti, ma per i miei gusti - visti che sono stati citati più volte - gli Änglagård sono di gran lunga migliori. Senza negare la bellezza di Book of Hours, Here e In Freedom. 73 |
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gran bella recensione, pochi dischi ma davvero notevoli e di gran spessore ed importanza , il loro prog è si' influenzato dai KC ma riescono a renderlo personale aggiungendo le cue atmosfere del prog nordico ,anche il loro ultimo cd confermava che la vena compositiva era ancora intatta,straconsigliato . |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Nucleus 2. Harvest 3. Book of Hours 4. Raft/Rubankh 6 5. Here 6. This Far from the Sky 7. In Freedom
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Line Up
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Nicklas Berg (Voce, Tastiere, Chitarra, Mellotron) Anna Sofi Dahlberg (Violoncello, Mellotron, Voce) Jan Erik Liljeström (Basso, Voce) Peter Nordins (Batteria)
Musicisti Ospiti Helena Källander (Violino) Tommy Andersson (Tastiere)
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RECENSIONI |
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