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Utumno - Across the Horizon
29/12/2018
( 1306 letture )
Utumno, nell’immaginario descritto nel Silmarilion di Tolkien, fu una fortezza, incastonata sulla roccia delle montagne a Nord della Terra di Mezzo, andata distrutta dopo uno dei sanguinosi conflitti che videro fronteggiarsi le creature che popolarono il mondo creato dalla mente geniale dello scrittore. E da questa ambientazione tra il fantastico e decadente, la band che incontriamo oggi, gli Utumno appunto, hanno preso direttamente ispirazione, sebbene il quintetto svedese proveniente da Vasteras condividerà con questo luogo dimenticato da Dio solo il proprio inesorabile destino artistico. Dei commilitoni di questa brevissima avventura si ricorda il nome della voce narrativa, affidata al growl di Jonas Stalhammar, all’epoca cantante anche degli altrettanto poco fortunati God Macabre, oggi in attività negli At the Gates alla chitarra e nei Crippled Black Phoenix; i restanti membri della band, invece, hanno praticamente all’attivo solo le pubblicazioni sotto il moniker Utumno. Fra questi ultimi, una doverosa menzione d’onore va fatta al batterista Johan Halber, morto suicida nel 2001.

La band è stata in attività solo per quattro anni, nei primi tre anni sotto il nome Carnal Redemption, dando alle stampe un demo di poco conto e due EP, tra cui questo Across the Horizon, sicuramente la pubblicazione più interessante e più famosa, sebbene la band sia conosciuta dai più appassionati del genere. Il disco viene appunto qualificato come EP, ma la durata complessiva si avvicina prepotentemente alla mezz’ora complessiva. L’album è stato ripubblicato nel 2009, arricchita con le uniche due tracce che componevano il primissimo EP degli Utumno dal nome The Light of Day. Gli Utumno propongono un death metal d’impatto e molto genuino; le chitarre, in quasi tutte le tracce che compongono il disco oggetto dell’odierna recensione, si dilettano in improvvisi cambiamenti di tempo, alternandosi fra roboanti mazzate e passaggi al fulmicotone, rimescolando le carte alla spasmodica ricerca di soluzioni graffianti, fedeli ai dettami della scuola death metal scandinava. Tutti i diversi membri del gruppo forniscono il loro contributo e il risultato è un disco dalle trame musicali avvincenti, derivative nello stile, ma per niente scontate nell’esecuzione; il risultato finale è un lavoro sicuramente coinvolgente, in grado di intrattenere l’ascoltatore per tutta la sua durata complessiva, sebbene le canzoni presenti non siano tutte lineari.
Il lavoro di spicco è sicuramente quello fatto dalle sei corde. Inoltre, uno degli elementi più sorprendenti è l’inserimento di brevi passaggi narrativi (The Light of Day e I Cross the Horizon) che creano una bella atmosfera, in linea con le tematiche esistenziali trattate dalla band. Gli Utumno, pur deliziando l’ascoltatore con un suono autentico, sporco e inevitabilmente classico, si distinguono per la perizia tecnica nell’esecuzione dei diversi pezzi di livello. Sempre nelle prime due tracce, il lavoro fatto dalle chitarre è pregevole; i due axeman, quasi mai abbassando il livello delle tensione, si dilettano nello sfornare fraseggi sempre diversi e per niente scontati, pur conferendo alle diverse canzoni una certa organicità e coerenza. L’aggressività, dai tratti anche acidi come nell’ottima Saviour Reborn, costituisce il focus centrale di questo gioiellino malevolo di puro swedish death metal. Gli elementi strettamente tecnici non risultano eccessivamente dispersivi in quanto la band, sul proprio altare, mette in primo piano la voglia di esprimere sonorità d’assalto. Questa spasmodica necessità viene leggermente allentata solo nella parte finale di questo EP, proprio con le tracce conclusive Sunrise e Emotions Runs Cold, in cui l’impeto costante trova finalmente un oasi di distacco, abbandonandosi a passaggi più morbidi, impreziositi da qualche breve spiraglio melodico.

Nel complesso, questo Across the Horizon è una produzione di assoluta bellezza nel panorama del death metal di matrice svedese. Gli Utumno, nella loro brevissima carriera, sono riusciti a dare alle stampe un EP completo, tanto nel minutaggio (in linea, per quanto riguarda la durata, agli odierni LP), tanto nelle idee espresse. Lasciando da parte qualsiasi retorica sulla potenzialità inespressa del gruppo, consiglio spassionatamente agli appassionati del death classico di rispolverare questa produzione dimenticata.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
93.75 su 4 voti [ VOTA]
Hagen
Martedì 16 Aprile 2019, 23.10.17
4
Questo disco e The Winterlong dei sopra citati God Macabre sono dei perfetti esempi di "death metal con melodia" (e non death melodico).
Sorath
Venerdì 4 Gennaio 2019, 17.58.40
3
Questo disco è veramente grandioso e con tutto il rispetto per il lavoro del recensore, ma bisogna alzare l'asticella del voto minimo a un ottanta, minimo...In Mysery I Dwell !!!
Galilee
Martedì 1 Gennaio 2019, 11.03.18
2
Non li conoscevo. Niente male.
duke
Sabato 29 Dicembre 2018, 17.19.00
1
un ottimo disco di Death metal svedese.....da riscoprire...
INFORMAZIONI
1993
Cenotaph Records
Death
Tracklist
1. The Light of Day
2. I Cross the Horizon
3. In Mysery I Dwell
4. Seviour Reborn
5. Sunrise
6. Emotions Run Cold
Line Up
Jonas Stalhammar (Voce)
Denis Lindahl (Chitarra)
Staffan Johansson (Chitarra)
Dan Oberg (Basso)
Johan Halberg (Batteria)
 
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