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MZ.412 - Burning The Temple Of God
29/12/2018
( 2122 letture )
La scia carismatica esercitata dal black metal nell'apogeo della sua cosiddetta seconda ondata non aveva prodotto solamente un'inquantificabile proliferazione di formazioni in ogni parte del globo, ma aveva altresì dato seguito ad un suo particolare processo di “assorbimento” non solo all'interno di generi ad esso limitrofi ma anche nei confronti di espressioni considerate oggettivamente distanti dal metal, vedasi soprattutto gli ambiti di matrice elettronica come l'industrial e l'ambient. In questo particolare filone gli MZ.412 hanno indubbiamente il primato ed il merito di avere inaugurato una delle sue derivazioni più nere e terrificanti, da loro stessi definita black industrial, sottogenere che, sia per l'approccio estremo (per ovvie ragioni difforme dal punto di riferimento primario), sia per il suo consequenziale impatto, è tranquillamente in grado nei risultati di polverizzare un altrettanto inquantificabile numero di band che millanta gli attributi più aberranti possibili all'interno del proprio operato sonoro.

Inaugurata ufficialmente la propria attività nel 1988 con la pubblicazione del nastro Macht Durch Stimme, il progetto svedese presieduto dalla carismatica figura di Henrik Nordvargr Björkk (che nei credits dell'album oggetto della recensione compare con l'alias Vampiir Kremator) è mutato celermente dal proprio stadio embrionale abbracciando dal punto di vista estetico/concettuale gli elementi tipici del black metal formalmente a partire dal seminale In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi, capitolo intriso di un industrial/ambient pesantemente sinistro in cui si riscontra per la prima volta la definizione black industrial (più precisamente si legge True Swedish Black Industrial). L'avverbio “formalmente” in questo caso non è stato impiegato in modo arbitrario, visto che nella sostanza il platter menzionato non contiene nella proprie tracce riferimenti diretti al black metal; le intenzioni del quartetto di creare un anello di congiunzione tra sonorità elettroniche e black metal si realizzeranno con la pubblicazione del successivo Burning The Temple Of God, ovvero il tassello discografico più violento e nero oltre che il più noto di tutta la produzione marchiata MZ.412.

Ad effigiare la copertina, dando ulteriore corpo a un titolo già di per sé palesemente esplicito, compare un'istantanea dello storico incendio datato 6 giugno 1992 della stavkirke di Fantoft; nell'insieme immagini e parole sembrano fondersi simboleggiando una sorta di “vestibolo”, quasi a voler dissuadere qualsiasi incauto ascoltatore ad addentrarsi nell'inferno di frequenze fomentate dall'ensemble svedese. Oltrepassata la soglia estetica, le voci che si sovrappongono al principiare di Deklaration Of Holy War allentano un sipario che lentamente ghermisce ogni spiraglio di luce creando dunque il contesto adeguato per i successivi “gradini” che segnano una lenta ed inesorabile discesa. Nello specifico in queste prime battute si distingue un prete che si reputa stia officiando un esorcismo; al suo formulario si intersecano vibrazioni sonore inquietanti nonché voci che paiono deturpate della loro umanità; all'interno di esse si mescolano umori contrastanti come sofferenza ed estasi, avversione e lusinga raffigurando un contesto morboso, corrotto ma anche ingannevole e sarcastico nel voler produrre ambiguità tra le parti in gioco (chi alla fine è il vessatore e chi il vessato?). Al background s'impila un feedback a cui seguono ulteriori stratificazioni che esasperano gradualmente il quadro descritto finora, facendo letteralmente raggelare il sangue. Unitamente al turbine irrazionale, si palesa anche la constatazione che in ogni layer aggiunto/connesso nulla è lasciato al caso, ma è piuttosto direzionato (soprattutto tramite i sequencer oltre che da una minima componente strumentale) da un ordine e soprattutto da un'intenzione precisa, tutt'altro che caotica. La traccia successiva, The Winter of Mourning, vira verso un contesto ritmico dai connotati tribali richiamando da un certo versante un discorso già affrontato nel precedente In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi (Necrotic Birth). La componente percussiva in questo caso si fonde con le inserzioni tipicamente industrial, evocando una sorta di rituale ancestrale rivisitato attraverso una chiave avanguardistica e che tra l'altro non si limiterà a questo unico episodio. Feasting On Khristian Blood e Vampiir Of The North, infatti, determinano in questo senso un punto di continuità da una prospettiva differente, considerato che l'approccio degli MZ.412 mira in tali contingenze a concretizzare la fusione tra (raw) black metal e le matrici industrial/ambient/noise, avvalendosi tra l'altro di una drum machine che viaggia su pattern impossibili oltre che a velocità disumane. La voce di Nordvargr compare solo nella prima traccia citata, raffigurando quanto di più marcio, invasato e maligno si possa concepire da uno screaming appartenente a tale categoria. A questi costrutti di per sé già complessi non manca nemmeno una sventagliata di voci campione relegate nel sostrato dei suoni proprio come delle presenze spettrali, ad evocare incessantemente una commistione di sentori di satanismo, occulto e stregoneria. Cercando di restare aggrappati alla propria integrità mentale dopo due incubi intitolati Taking the Throne (che a sua volta si suddivide nelle due fasi Act I: Storming The Gates e Act II: Proklamation Of The New Orde) e Burning...(Gods House), per una chilometrica durata complessiva ben oltre i diciotto minuti (dove i Nostri riversano con tutta la veemenza possibile sezioni di industrial marziale infarcito di disturbanti effetti noise, ambient abissale, drammatiche aperture sinfoniche, drone ipnotico a cui si inglobano inserti vocali che subiscono il medesimo destino e prendono sembianze demoniache visto il loro totale snaturamento), si giunge ad uno degli episodi più agghiaccianti dell'album: Submit And Obey. Qui una registrazione avvia la parte introduttiva del pezzo:

Ho detto loro che mangiavamo bambini e bevevamo piscio. Ho detto loro che guardavamo cadaveri che venivano violentati da cani e cagati fra i membri. Ho detto loro che una capra con un cazzo di ferro caldo veniva fuori dagli alberi e tutti le avevano baciato il culo illuminati dalla luce dei bambini vivi seppelliti fino al collo negli escrementi con la testa in fiamme... e loro hanno creduto! Ogni parola! Si incrociano con ogni nuovo abominio e ringraziano il Signore per aver portato questo povero mostro alla luce della Sua redenzione.

Ad una rivelazione che già da sola incute una sufficiente dose di orrore segue una vessazione impietosa basata fondamentalmente sulla deflagrazione di un sample tanto distorto quanto disturbante a cui si affiancano sul suo dorso cori monastici infidi, fiamme perennemente ardenti, sibili velenosi. De Ondas Vandring rappresenta l'ultimo, non di certo per intensità, assalto in questo caso costituito da un assillante altalenarsi di feedback.

Successivamente a Burning The Temple Of God gli MZ.412 “ripuliranno” la propria immagine da corpse painting ed ulteriori stilemi caratteristici del black metal, nonché relegando queste stesse influenze ad esclusiva di tale album. D'altra parte l'attitudine estrema particolarmente limitrofa al black metal rimarrà inscalfita ed inscalfibile, costituendo tra l'altro un serbatoio inesauribile per il proseguimento di una discografia impeccabile. Nell'ambito squisitamente tecnico, ovviamente, con l'evolversi della tecnologia Nordvargr & co. continueranno a spingersi oltre e perfezionarsi nella loro opera di manipolazione delle frequenze sintetiche, fino a produrre lavori terrificanti come Domine Rex Inferium. Sia per l'epoca di appartenenza che per lo spirito pioneristico che ha condotto il combo svedese a creare un crossover irripetibile nonché altamente strutturato tra generi apparentemente molto distanti tra loro, ma soprattutto per la sua aura dannatamente diabolica, Burning The Temple Of God rimarrà uno dei vertici assoluti toccati dagli MZ.412 ed è probabilmente per tale ragione che molti appassionati di black metal si sono avvicinati a questo disco. Qualcuno scrisse che in confronto a quest'album parecchio materiale black metal dell'epoca in confronto si ridimensiona a semplice rabbia adolescenziale, di fronte a tale affermazione non si può che essere pienamente d'accordo. Uno dei pochi dischi capace di vomitare male nella sua forma più pura, un inferno trasposto sotto forma di onde sonore.



VOTO RECENSORE
87
VOTO LETTORI
85.36 su 11 voti [ VOTA]
gianmarco
Domenica 12 Novembre 2023, 2.49.01
16
Da Dove Viene Il Discorso Di Submit And Obey ?
5-HT
Martedì 1 Gennaio 2019, 18.16.11
15
@14 hai scritto giustamente la tua opinione ed è rispettabile come tutte quelle di coloro che hanno dedicato il proprio tempo ad ascoltare questo disco. Credo che molti dei commenti, così come la disamina della rece, siano profondamente legati al contesto temporale nel quale l'album è uscito ed è probabilmente stato assimilato....
No Fun
Martedì 1 Gennaio 2019, 17.40.44
14
Di niente, anzi, magari chi già aveva ascoltato l'album non ci ha fatto caso ma io beh... leggendo quella roba sono andato subito a cercare quella traccia preciso anzi un attimo quanto ho scritto sotto, l'album in sé a me è parso veramente interessante, lo riascolterò di sicuro, quando dico "non mi ha detto molto" che mi "aspettavo di più" etc è riferito solo rispetto al, diciamo, concept. È come vedere un film dell'orrore che però alla fine non riesce ad impaurirci, nonostante possiamo riconoscere sia un gran bel film.
5-HT
Martedì 1 Gennaio 2019, 16.34.22
13
@12 ciao, ti ringrazio della segnalazione, effettivamente la traccia dovrebbe essere proprio Submit and Obey, se hai notato nella tracklist ho separato i due atti di Taking the Throne come due brani separati portandomi conseguentemente a sbagliare. Verifico nuovamente e cerchiamo di correggere quanto prima possibile. Chiedo scusa in anticipo a tutti per l'imprecisione
No Fun
Martedì 1 Gennaio 2019, 16.01.09
12
Scuate ma le parole registrate citata nella rece non si trovano all'inizio della traccia Submit and Obey? Comunque l'ho ascoltato tre volte, forse la rece e i commenti mi avevano creato aspettative un po' troppo alte, fatto sta che non mi ha detto molto. Mi sembra ci sia un grosso scarto tra l'immagine, il nome, i discorsi attorno all'album e il prodotto finale. Non che ci sia qualcosa di "falso", capisco anzi che cose tipo "percussioni con ossa umane" etc. non siano fatte per scioccare e basta, anzi, come anche il corpse paint e gli pseudonimi malvagi, sono cose che servono più ai musicisti per entrare in un certo mood e riprodurlo piuttosto che cose rivolte al pubblico. Però qui ci sento poco di tutto questo, quando ascoltavo i vari biiip biiip anzi mi veniva in mente l'apparecchio che fa ping dei Monty Python... ripeto, forse è dovuto al fatto che quello che "ricopre" questa musica è eccessivo (artwork, nomi delle songs, discorsi etc.) non in sè ma rispetto al prodotto finale, magari mi avessero dato un album nero senza nome e senza dirmi nulla mi sarebbe piaciuto di più.
Selenia
Lunedì 31 Dicembre 2018, 15.15.06
11
Disco e band che amo, una vera pietra miliare per il genere! Non vedo l'ora che mi arrivi il nuovo disco, già preordinato.
Beta
Lunedì 31 Dicembre 2018, 12.13.33
10
Ho ascoltato il disco tempo fa suggeritomi da altri utenti del forum. L'ho trovato un esempio di musica ambient (indipendentemente dal fatto che sia industrial, di certo è musica atmosferica) ed, in particolare, di dark ambient molto ben eseguita e che si innesta perfettamente sulla falsariga del maestro Lustmord, facendo di oscurità e dissonanza la propria colonna portante. Non ho approfondito la band e non so che persone siano, ma questo disco è veramente molto bello e fa combo per mood e perizia compositiva con Nekrokrafte degli Hexentanz ed Heresy di Lustmord.
Zess
Sabato 29 Dicembre 2018, 21.35.20
9
Capolavoro. Il resto sono chiacchiere.
gamba.
Sabato 29 Dicembre 2018, 19.47.24
8
gran bella rispolverata e recensione, apprezzo molto.
d.r.i.
Sabato 29 Dicembre 2018, 18.17.15
7
Disco bellissimo persone di merda.
Korgull
Sabato 29 Dicembre 2018, 18.06.09
6
Non li conosco ma mi paiono dei malati. Forse sbaglio, forse no
Luca
Sabato 29 Dicembre 2018, 16.58.45
5
Il male in musica.. non ai livelli di in nomine.. ma comunque un album spettacolare e oscuro
Luis chyper
Sabato 29 Dicembre 2018, 16.35.44
4
Uno di noi!. Pure black industrial art
duke
Sabato 29 Dicembre 2018, 16.21.46
3
cosa?shaman....percussioni con ossa umane?gente.....ma vi sembra normale?chi e' sto pazzo?.....sto criminale....
chaosgoat
Sabato 29 Dicembre 2018, 15.26.39
2
grande gruppo e grande album
Poison Ivy
Sabato 29 Dicembre 2018, 15.08.18
1
Chi diede fuoco a quelle magnifiche chiese, e chi glorifica tale atto, sarebbe da sbattere a vita in galera.....o magari al rogo.
INFORMAZIONI
1996
Cold Meat Industry
Industrial
Tracklist
1. Deklaration Of Holy War
2. The Winter Of Mourning
3. Feasting On Khristian Blood
4. Taking The Throne (Act I: Storming The Gates- Act II: Proklamation Of The New Order)
5. Burning... (Gods House)
6. Submit And Obey
7. Nebulah Frost
8. Vampiir Of The North
9.De Ondas Vandring
Line Up
Vampiir Kremator (Voce)
Drakhon (Chitarra)
Ulvtharm (Programming)
Shaitan (Batteria)

Musicisti Ospiti
Shaman (Percussioni con ossa umane)

 
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