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Ulthar - Cosmovore
15/01/2019
( 1017 letture )
Trio attivo dal 2014 e con all'attivo un solo demo edito nel 2016, gli Ulthar sono la nuova perla nera della 20 Buck Spin, etichetta da sempre intenzionata a regalare gioie e soddisfazioni agli amanti delle sonorità estreme. Composto da membri ed ex-membri di gruppi quali Tombs, Vastum e Mastery (andate subito a recuperare Valis), i tre danno vita ad un progetto che siamo certi non deluderà...

«Si dice che ad Ulthar, che si trova al di là del fiume Skai, nessuno può uccidere un gatto, e io non stento a crederci, mentre guardo l'animale che sta facendo le fusa davanti al caminetto.»

Lo si evince dal nome e dalla tracklist: gli Ulthar sono musicisti devoti al culto che da anni affascina altrettanti musicisti: i miti di Chtulhu. Ma ci vuole poco per rendersi conto di come il trio interpreti a modo suo, e in modo per certi aspetti piuttosto inaspettato, il “mood” che si respira nele opere di H.P. Lovecraft; mettendo da parte proposte come quella degli Chthe'ilist o dei The Great Old Ones, i tre si gettano su uno stile decisamente più diretto, crudo, ma altrettanto (e potrebbe stupire) interessante. Sì, ad un primo e distratto ascolto si potrebbe parlare di un death metal che ogni tanto si concede attimi più black, ma facendo attenzione si nota come non si possa parlare di un album scontato. Innanzitutto, è evidente come le chitarre siano legate ad un death più dissonante e meno “quadrato” (Infinite Cold Distance, Entropy-Atrophy, Asymmetric Warfare) riuscendo così a creare un buon compromesso tra soluzioni più ricercate ed altre più classiche e a mantenere vivo il “caos strisciante”. Insomma, pur essendo una proposta principalmente violenta enfatizzata non solo dalla parte strumentale ma anche dal continuo mescolarsi di growl e scream (sicuramente adatti allo stile ma che potrebbero non incontrare i gusti di tutti gli ascoltatori), con Cosmovore ci si imbatte in un gruppo che sembra avere già le idee chiare sul futuro, che fa di tutto per dare un tocco più personale all'intero disco e azzarda un brano di ben tredici minuti: Dunwich Whore. Un azzardo sicuramente riuscito, va detto: si tratta in sostanza di un brano più in linea con quello che generalmente ci si aspetta da un gruppo che tratta tematiche simili, con atmosfere oscure, molte dissonanze, tempi più lenti, passaggi molto evocativi ed una struttura più aricolata. Pur essendo un brano che, per buona parte almeno, si discosta da quanto sentito, gli Ulthar si dimostrano essere in grado di gestire senza problemi diverse soluzioni, lasciando così ben sperare per il futuro.

Tra le uscite più interessanti del 2018, Cosmovore è un album decisamente da non perdere, che mette in mostra un gruppo interessante e che non vuole assolutamente limitarsi a svolgere il “compitino”. Da tenere d'occhio.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2018
20 Buck Spin
Death
Tracklist
1. Cosmovore
2. Solitarian
3. Infinite Cold Distance
4. Entropy-Atrophy
5. Asymmetric Warfare
6. Dunwich Whore
Line Up
Steve Peacock (Voce, Basso)
Shelby Lermo (Chitarra, Voce)
Justin Ennis (Batteria)
 
RECENSIONI
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