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Magnum - Vigilante
09/02/2019
( 3053 letture )
I'm looking for someone / In this old crazy world tonight / I can't take this heartbreak / In this old crazy world tonight / I'm feeling so empty / In this old lonely world tonight / I'm restless, defenseless / In this unholy world tonight … Oh I never learn.

Il sesto album degli eroi britannici. Il sesto tassello dai tempi del fondamentale debut Kingdom of Madness (1978). Un flusso di emozioni che dura da oltre 40 anni e che non accenna a scemare, né tantomeno a finire. Magnum, leggende che vanno oltre ogni tipo di etichetta e classificazione. Un puro, lampante esempio di come si possa scrivere musica con la “M” maiuscola senza per questo seguire dettami, leggi, impostazioni. La band ha sempre tirato fuori magmatiche composizioni e, salvo rari scivoloni commerciali, ci ha regalato perle in ogni epoca e per ogni palato.

Vigilante, che occupa la scomoda posizione tra il leggendario On a Storyteller’s Night e il bellissimo Wings of Heaven è una preziosa arma colorata che, a partire dalla meravigliosa copertina policroma, ci cattura per non farci più andar via. 43 minuti che volano via come fiabe nella notte dei neon: gli anni ottanta sono espressi al meglio nelle vigorose e melodiche composizioni, dove ogni brano in scaletta viene esaltato dalla maestosità di zio Bob Catley e dai suoi compagni di viaggio, tra cui spiccano un sempreverde e immarcescibile Tony Clarkin e un Mark Stanway in stato di grazia. Per chi, come me, può considerarsi fan della band da sempre, ascoltare composizioni senza tempo come Lonely Night e Need a Lot of Love ha senso ogni giorno di più: si passa dalla sensibilità pop tipica dell’epoca alle composizioni più articolate come Vigilante, senza disdegnare adrenalina e sfumature epiche, da sempre midollo spinale della band inglese.
Le danze vengono sapientemente aperte da Lonely Night, opener snella e semplice nella sua andatura ritmata e piacevole, con la melodia in primo piano e le tastiere che fungono da perfetta cornice. Le luci notturne lampeggiano nelle vie dei ricordi, accompagnandoci passo dopo passo verso la gloria disumana dei nostri pensieri. Non c’è tempo per la noia, ma solo per grandi giri di basso in Need a Lot of Love, corroborata da una prestazione di Catley che definire emozionante sarebbe quantomeno riduttivo. Apoteosi e manifesto, la narrazione di tutto ciò che amiamo e perdiamo nel 1986: il suono del passato filtrato attraverso il presente, senza fermarsi ma adeguandosi al periodo con una classe assoluta. I sintetizzatori regalano un bridge atmosferico che pare provenire da “Black Rain” e da qualche malinconico interludio riflessivo sparso in una delle nostre pellicole preferite dell’epoca. Brividi.
La briosa e rock Need a Lot of Love alza i toni senza strafare e regala una piccola perla da sentire alla radio mentre si sfreccia tra le strade solitarie dopo la mezzanotte: un gioco da ragazzi che si evolve nei riff intelligenti di Clarkin e nelle melodie mai dome. Doppio-chorus e poi un breve solo che ci traghetta nella seconda parte facendoci muovere più del dovuto.
E se Red on the Highway ci presenta un lato meno romantico e più hard, con una colata di riff muscolosi, la straripante ballad Midnight si apre con un tocco acustico e una batteria pulsante ed incredibilmente vera. Bob entra in scena con somma maestria: potrebbe essere per sempre, chi lo sa? La melodia ci sorprende per semplice perfezione, così come l’assolo di sax di Daniel Bourquin. È subito nostalgia, coadiuvata da una spietata gravità che ci scaraventa a terra, senza possibilità di replica.

I'll light a candle bright / To show your way tonight / Midnight you won't be sleeping / I won't be leaving…

La sopracitata Red on the Highway segue a ruota la bellissima Holy Rider che, nei suoi 5 minuti e 20 secondi, riesce a concentrare la versione ’86 della band, con un piacevolissimo ponte concettuale/sonoro. Meno sfacciata delle precedenti e dal suono dilatato, ci esalta a più riprese con il suo sali-scendi emozionale ed emozionante, dominato da riff e tastiere che duettano, adeguatamente supportate dalla batteria di Mickey Barker. Forse il pre-chorus migliore dell’album per una composizione che si sbilancia e ritorna sempre sui binari della qualità melodico-compositiva. Bridge sospeso, tra atmosfere eteree, potenti e sognanti. Siamo già carichi, ma una dose extra di testosterone e un subdolo riff di Clarkin irrobustisce la parte finale del brano. Pozione magica.
La produzione pulita di Roger Taylor e David Richards esalta ogni componente e ogni sfumatura, ponderando il tutto ed evidenziato una squisita commercialità che non annoia mai, ma che esalta tastiere e synth, ricavando il massimo risultato.
Ma cosa aspettiamo? Il pezzo da novanta, se proprio dobbiamo sceglierlo, è proprio dietro l’angolo: When the World Comes Down, atmosferica e suadente, funziona da collante e da perno centrale. Elegante e dal refrain irripetibile, la canzone è pura poesia AOR e non solo. Note di pianoforte e ricche sfumature ci accompagnano al climax della title-track, energica e graziata da una prestazione da pelle d’oca. Ancora presente nelle scalette live della band, il brano è un vortice di passione, parole e musica. Capsula Temporale.

Go call the vigilante / He'll turn this place upside down / Go call the vigilante / He don't get kicked around!

Il finale di Vigilante è affidato a Back Street Kid, con l’introduzione di tastiere che precede la grandezza vocale di Bob Catley, che chiude le danze nel migliore dei modi. Difficile da spiegare a parole le sensazioni, semplici e dirette, trasmesse dalle note immerse nel colore di questa ultima composizione. Stiamo imparando ad amare e stiamo imparando a buttarci tutto alle spalle: tempo di crescere e continuare a vivere, sognare, ma soprattutto seguire il cammino dei Magnum che, diciamocelo, ci salvano la vita ancora oggi, a distanza di quarant’anni. Eroi.

Dream, back street kid, dream…



VOTO RECENSORE
86
VOTO LETTORI
84.30 su 13 voti [ VOTA]
Fabio
Venerdì 5 Gennaio 2024, 20.21.18
14
Disco stupendo, in effetti uno dei più aor dei Magnum Need A Lot Of Love ballad incredibile ha una sensibilità di inestimabile valore. Diciamo intimista, rock celtico come solo i Dare di Out Of The Silence sapranno interpretare, ma non in modo identico, ovvio
Joe 69
Sabato 7 Maggio 2022, 16.34.14
13
Visti l'altra sera al Legend di Milano un buon concerto per una band storica purtroppo un pò l'età si è fatta sentire però la classe è rimasta inalterata. Questo è un buon album ma obbiettivamente li preferisco fino al 94
Luka 2112
Martedì 28 Gennaio 2020, 0.07.56
12
Un album meraviglioso dove alla classe e alle grandi melodie si abbinano sfumature e sfaccettature imprevedibili e geniali, basterebbe Holy Rider, solo in apparenza è più semplice di altri lavori, Mikey Barker è il miglior drummer che sia passato in casa Magnum.
duke
Venerdì 15 Febbraio 2019, 21.06.33
11
...band leggendaria.....disco di classe superiore....
progster78
Lunedì 11 Febbraio 2019, 16.28.57
10
Leggermente al di sotto di Wings Of Heaven ma cmq ottimo,Bob Catley grandioso...questo era il periodo d'oro dei Magnum,band straordinaria.voto 85
Voivod
Lunedì 11 Febbraio 2019, 14.33.01
9
La penso come Rob Fleming: mai piaciuto più di tanto...
Warrior63
Sabato 9 Febbraio 2019, 20.35.45
8
Grande album.. Come quasi tutti quelli del loro catalogo.. E poi ultimamente mi sembra vivano una seconda giovinezza... Bellissimi gli ultimi album e un plauso alla classe dell'ultimo live... Pura magia
InvictuSteele
Sabato 9 Febbraio 2019, 15.45.32
7
Una delle band che amo di più, dopo il capolavoro totale di An a story tellers night, i Magnum semplificano le composizioni per scalare le classifiche, e ci donano un album perfetto. Aor ai massimi livelli, un pezzo stupendo dietro l'altro, nonostante la vena più pop. Voto 87
Diego75
Sabato 9 Febbraio 2019, 13.54.44
6
Albulm bellissimi classe sopraffina!
marmar
Sabato 9 Febbraio 2019, 13.49.55
5
Uno dei vecchi vinili che conservo con affetto. Ottimo disco del loro periodo d'oro, che culminerà nel successivo "Wings of Heaven", grandi canzoni e classe sopraffina, da ascoltare sempre.
Jo-lunch
Sabato 9 Febbraio 2019, 13.42.18
4
Quarant'anni e non sentirli. Questo e altro sono i Magnum. Album magnifico, grande classe. Voto 88
ayreon
Sabato 9 Febbraio 2019, 13.16.30
3
te lo metti in auto e non lo togli più ,mai come in questo disco il prog ,il pomp e l'aor sono combinati in modo perfetto ,altro che 86 .capolavoro e basta
Sadwings
Sabato 9 Febbraio 2019, 13.11.04
2
Per me è invece un capolavoro del genere. Amo sia i primi che questi magnum, faccio fatica con le loro ultime opere. 90
Rob Fleming
Sabato 9 Febbraio 2019, 12.54.55
1
Per me discreto. Il periodo pop/aor non mi ha mai preso. Resto dell'idea che il loro vertice lo abbiano raggiunto con l'epicità di Chase the Dragon e con le melodie di On a Storyteller...70
INFORMAZIONI
1986
Polydor Records
AOR
Tracklist
1. Lonely Night
2. Need a Lot of Love
3. Sometime Love
4. Midnight (You Won’t Be Sleeping)
5. Red On the Highway
6. Holy Rider
7. When the World Comes Down
8. Vigilante
9. Back Street Kid
Line Up
Bob Catley (Voce)
Tony Clarkin (Chitarra)
Mark Stanway (Tastiera)
Wally Lowe (Basso)
Mickey Barker (Batteria)
 
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