|
21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
|
|
|
15/02/2019
( 5690 letture )
|
Ci sono alcune band alle quali non chiediamo di svolgere il compitino, non ci accontentiamo. Abbiamo bisogno che ogni album pubblicato sia un prodotto di assoluta qualità. La carriera degli Evergrey corrisponde perfettamente a quest’assunzione iniziale, 10 lavori in studio pubblicati fino ad oggi e nessuno di questi ci ha lasciato insoddisfatti. Cosa aspettarsi dal nuovo The Atlantic? Prima dell’ascolto sappiamo per certo che si tratta dell’ultimo capitolo di una ideale trilogia cominciata nel 2014 con la pubblicazione di Hymns For The Broken, un viaggio introspettivo, suddiviso in tre parti, nelle tormentate sfere emotive dell’essere umano. A differenza di quanto fatto dai Riverside con la trilogia Reality Dream, composta da veri e propri concept album le cui tracce confluiscono l’una nell’altra, qui piuttosto possiamo parlare di album che condividono un tema comune e che idealmente sono legati tra loro, senza comunque presentare le conditio sine qua non di un cosiddetto concept. Le tracce, allo stesso modo, condividono l’argomento, le ambientazioni cupe e dark tipiche del gruppo svedese, ma sono di fatto musicalmente slegate tra loro, eccezion fatta per le coppie The Tidal/End Of Silence, dove la prima funge da ouverture per la seconda, e Departure/The Beacon, legate dal rumore del mare. Il tema principale di The Atlantic è il viaggio con una connotazione marittima e il protagonista è idealmente partecipe di questo percorso navale il cui obiettivo è quello di giungere ad un porto sicuro nel quale rifugiarsi. È un disco molto pessimista, in cui l’unico sprazzo di positività è rappresentato dal faro che dà il titolo alla penultima traccia, The Beacon.
L’ascoltatore è immediatamente travolto dallo tsunami di riff violenti che aprono A Silent Arc, la traccia più lunga del lotto. Il primo minuto è dominato da batteria, basso e una chitarra dal suono molto aggressivo. L’arca di cui si fa cenno nel titolo è alla deriva, lo scafo si schianta e la nave va in pezzi già alle prime parole pronunciate da Tom Englund. L’intento è chiaro fin dall’inizio: il paragone con l’animo umano straziato dalle tragedie e dagli avvenimenti negativi può essere colto nella scelta delle liriche durante tutto l’album. Il ritornello in pieno stile Evergrey, più immediato e orecchiabile rispetto alle strofe aggressive, è molto godibile e verrà sicuramente apprezzato dal pubblico. Il merito è tutto del vocalist, che dopo più di 20 anni di carriera riesce ancora a stupire. Al quarto minuto tastiera e chitarra accompagnano una voce registrata con un intermezzo strumentale che sfocia in un assolo di Henrik Danhage. Insomma, c’è spazio anche per il progressive. Molto simile ciò che avviene nella successiva Weightless, la cui durata è leggermente inferiore ma dalla struttura pressoché identica, così come l’idea che vuole trasmettere: il protagonista è senza peso, trovandosi nell’acqua a fluttuare dopo la deriva iniziale. Johan Niemann sale in cattedra con una martellante sezione di basso che ai più ricorderà sicuramente lo stile dei Tool oppure quello dei già citati Riverside. Con un inizio djent All I Have ci accoglie con le note gravi della chitarra per poi traghettarci verso una ballad padroneggiata dalla calda voce di Tom Englund. La solitudine è l’unica superstite dopo il naufragio. Il tema marittimo rimane il collante tra i vari brani, infatti A Secret Atlantis porta il nome della celebre e mitica isola posta oltre le colonne d’Ercole il cui primo re, Atlante, dà anche il nome all’oceano che dà il titolo al disco. C’è da rimanere impressionati di fronte a questo quarto brano, probabilmente il migliore. Un concentrato di progressive metal, riff tecnici e potenti racchiuso in cinque minuti di melodia che rasentano la perfezione e in cui le dita magiche di Rikard Zander ci regalano l’assolo di tastiera più emozionante dell’album. L’unica strumentale è The Tidal che, come anticipato in apertura, serve ad aprire la traccia successiva. Nonostante la brevissima durata, appena un minuto, è uno spartiacque che divide in due parti l’ascolto e le sensazioni contrastanti che troviamo in esso. Da End Of Silence in poi il tema cupo e pessimista del naufragio comincia progressivamente a sparire lasciando spazio ad un ritrovato vigore, metaforicamente reso come l’arrivo della primavera dopo il lungo e rigido inverno.
And winter left before the welcomed spring (Evergrey, "End Of Silence"). Nonostante la svolta ottimista nei testi, le melodie rimangono cupe e oscure mentre il basso torna a farsi aggressivo nell’apertura di Currents, una richiesta di aiuto disperata in cui il protagonista, in balia delle onde troppo alte e delle correnti marine, chiede di essere salvato. Il soggetto della richiesta non è chiaro, probabilmente una persona amata, forse una compagna. Le tastiere legano strofe e ritornelli con un vero e proprio tappeto sonoro dall’inizio alla fine. La conclusione, che sfuma verso un progressivo silenzio, è affidata a voci femminili eteree, un delizioso canto di sirene omeriche. Departure, una ballad dolce e melodica, presenta la stessa sezione di basso che aveva aperto la traccia precedente, solo leggermente rallentata. La marea pare essersi placata, il protagonista si perde in un intimo soliloquio in cui ripensa ai bei momenti vissuti e agli errori compiuti durante la sua vita. Il brano è cucito su misura sulle doti canore dell’abile vocalist svedese, ma di metal in questi sei minuti e mezzo se ne sente poco. Lo strumento chiamato in causa è principalmente il pianoforte, fatta eccezione per l’apertura di basso e per il breve assolo di Henrik Danhage nel finale, in cui si ode il verso dei gabbiani misto al suono delle onde che si infrangono sulla riva. Torniamo a sentire il canto delle sirene come un suono salvifico che scende dal cielo, poi una voce registrata e di nuovo metal, momento in cui le tastiere assumono un suono più elettronico. Tanta sperimentazione per questa The Beacon, in uno stile vicino ai Symphony X di Paradise Lost. Il faro, meta agognata dallo sciagurato navigante, deve essere trovato prima che la mancanza di luce diventi sangue, prima che le tenebre lo condannino a morte certa. La scelta delle parole, molto poetica, è davvero una chicca del disco e insieme alla copertina conferisce connotati mitici, rendendo l’uomo protagonista di un viaggio epico al pari dell’Odissea.
I must find the beacon Before death of light becomes my blood (Evergrey, "The Beacon").
Improvvisamente, come se tutta la positività delle ultime tracce venisse spazzata via, il malcapitato marinaio si risveglia dalla notte appena passata e si rende conto di aver mentito a se stesso. Mancano settimane per raggiungere la costa e le tempeste si fanno sempre più incombenti. This Ocean, questo oceano, non è quello che attraversa con la sua fragile barca bensì quello che crea con le lacrime versate durante il suo metaforico viaggio. Il destino ineluttabile prende l’uomo -ormai senza speranza- con sé, mentre lo scafo va letteralmente in pezzi. Il ritmo, in crescendo, si inasprisce e si indurisce con il trascorrere dei minuti, il ritmo della batteria si fa più serrato così come il riff di chitarra e la voce di Tom Englund, qui più aggressiva, acquista un tono tragico. La barca viene inghiottita definitivamente dalle onde del mare in tempesta. Infin che ’l mar fu sovra noi richiuso (Dante Alighieri, "La Divina Commedia").
Che questo ultimo lavoro degli Evergrey fosse di pregevole fattura era chiaro già dal rilascio dei singoli che hanno preceduto la pubblicazione dell’album, cioè A Silent Arc, Weightless, Currents e infine End Of Silence, usciti in questo preciso ordine. La lineup consolidata, il suono caratteristico e uno stile che non è mai mutato di molto negli anni hanno permesso loro di rimanere molto apprezzati nel corso della carriera soprattutto per non aver mai radicalmente stravolto il modo di fare musica. E questo, per i fan, è motivo di grande gioia. Loro infatti non potranno che amare The Atlantic, undicesimo e ultimo capitolo di un gruppo che, nonostante l’elevata prolificità, non ha mai compiuto un passo falso. Fuoriclasse.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
41
|
Estrema qualità anche in questo magnifico disco. Solo lievememte sotto a The Storm Within, il mio preferito della band. Per me 86. |
|
|
|
|
|
|
40
|
Wuauuu capolavoro il più bel cd del 2019 bellissimo io amo pazzamente questa band e soprattutto la voce dell'imMENSO TOM GRANDISSIMOOO🎤🎶🎼👏👏👏👍IO GLI DO UN BELL 100!! |
|
|
|
|
|
|
39
|
Album da urlo ! Il migliore da torn |
|
|
|
|
|
|
38
|
Ma infatti i gusti sono insindacabili, esprimere dissenso dicendo che la band ti fa cagare è lecito, ci mancherebbe, scrivere che è una band sdolcinata da san remo è, semplicemente, una cazzata madornale. Quindi è normale che chi ha le orecchie si prenda male, non c'entra nulla col fatto di non poter avere un opinione fuori dal coro. Tutto qui. |
|
|
|
|
|
|
37
|
Il commento n.21 mi ha fatto sperticare dalle risate...ahahahah! Dai ragazzi, ma se a qualcuno un album non piace e ci va anche giù duro, ma qual è il problema? Non è necessario fare una reprimenda degna dell'inquisizione. Ve la prendete troppo sul personale. Dal canto mio evito a priori certe reazioni non commentando un album che non mi piace, come questo in questione. Ma ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, non mi pare siano state rivolte parole oltraggiose nei confronti di qualche utente, solo commenti negativi verso un album. Pace |
|
|
|
|
|
|
36
|
Dalla Svezia con furore! |
|
|
|
|
|
|
35
|
Concordo, Englund è un fuoriclasse. E lo dimostra album dopo album. |
|
|
|
|
|
|
34
|
lo ripeto : englund ,gildenlow e allen sono tra i 10 migliori cantanti degli ultimi 20 anni ,ascoltatevi englund negli epysode al brano "fantasmagoria ",e anche nel nuovo redemption ( di cui nessuno ha parlato ) ha dato del suo meglio per non far rimpiangere Alder,e non era facile. |
|
|
|
|
|
|
33
|
Infatti io che odio il growl dovrei ascoltare solo Sanremo
ll disco è belissimo e la voce di Tom imho è un plus per la loro musica.
I gusti sono gusti, come le opinioni, ma in questo caso, concordo con @Metal Shock, si è decisamente esagerato.
|
|
|
|
|
|
|
32
|
dico solo (gridando)
grandeeeee albummmmmm |
|
|
|
|
|
|
31
|
@SOM: ma non dicevo a te che rompi le balle era solo una battuta a Noncha!! E comunque le critiche ci stanno e ci mancherebbe ma dire che potrebbero essere da San Scemo mi sembra un tantino esagerato. |
|
|
|
|
|
|
30
|
@SOM: te l'avevo detto come sarebbe andata a finire. E questo è solo l'inizio! @MetalShock #26: sei un grande! |
|
|
|
|
|
|
29
|
Non sono venuto quí per rompere le palle, ma per esprimere una mia opinone dato che l'album l'ho ascoltato pure io.
Altrimenti la redazione é pregata di specificare:
commenti solo a chi é piaciuto il disco.
Per me in questo album c´é una ricerca disperata di esprimere melodie dolci.
Il Sound non l'ho criticato ma la parte vocale si.
Uno due refrain ok ma quí si ha l'impressione che ogni canzone debba fermarsi per far cantare l'inno alla gioa di Englund.
secondo mi si puó essere aggressivi e melodici ma....quí si é solo palesamente sdolcinati.
|
|
|
|
|
|
|
28
|
@Noncha: è c'è anche chi è un rompi-palle 🤣 |
|
|
|
|
|
|
27
|
Le opinioni sono come le palle..ognuno ha le sue! (cit.) |
|
|
|
|
|
|
26
|
@SOM: se questa è una voce sdolcinata quante ve ne sono a centinaia; dire che non ti piace è un conto dire che è da San Scemo è un'esagerazione. Non fare come Electric Thrasher su🤣 |
|
|
|
|
|
|
25
|
chi li crititca ne stia fuori,hanno creato un loro sound personale quando altre band dopo 20 anni di carriera ancora copiano , englund per me ,assieme ad allen e pochi altri è uno dei migliori frontman degli ultimi 20 anni, in svezia riescono anche ad entrare nelle charts ufficiali senza uno straccio di promozione ,massimo rispetto a loro |
|
|
|
|
|
|
24
|
Voce non growl = San Remo è un'opinione un pò affrettata.
The Divine Wings of Tragedy dei Symphony X allora non è un discone? Oppure The Great Escape dei Seventh Wonder, per rimanere su un genere simile. Non è un discorso valido, allora prendiamo i Riverside e mandiamoli a San Remo perchè Mariusz Duda ha una voce dolce e poco aggressiva. Le opinioni fuori dal coro si possono ovviamente avere, semplicemente vorrei capire perchè non è un lavoro valido. |
|
|
|
|
|
|
23
|
Non capisco dov’è il problema se il cantante è poco aggressivo e se è sdolcinato, evidentemente vogliono dare un taglio di quel tipo alla loro musica, creare quel tipo di contrasti, che può non piacere oppure no, evidentemente se esistono e fanno dischi e concerti a qualcuno piacciono e quello conta. Mi sembra quando vedo i commenti sui dischi dei mercyful fate dove si glorifica la musica (e vorrei ben vedere) ma si comincia a dire, si però se ci fosse un altro cantante…oppure a me diamond da fastidio quando invece chi ama il gruppo lo ama proprio per quella voce lì, penso sia lo stesso anche per gli evergrey o qualunque altro gruppo dove la voce è comunque il marchio di fabbrica, la ciliegina sulla torta. |
|
|
|
|
|
|
22
|
Io mi ritiro subito da ogni discussione rispetto i gusti musicali di tutti un saluto. .. |
|
|
|
|
|
|
21
|
SOM: stai per entrare in una valle di lacrime. Prima inizieranno a dirti che non capisci nulla. Poi che non capisci nulla come Thrasher. Poi che non capisci nulla come Thrasher e me. Poi che in realtà SEI Thrasher e me. E tutto perché hai un'opinione fuori dal coro. Occhio a cosa stai andando incontro! |
|
|
|
|
|
|
20
|
No dai però un cantante con una intensità così non lo trovi tutti i giorni. ..ma dico basta il lavoro del bassista per prendere la sufficienza piena poi aggiungi degli assoli stratosferici e un gran lavoro di batteria...ti dico il voto aumenta con gli ascolti. .Ancora un po e x me un bel 95 se lo becca....ps poi gusti sono gusti |
|
|
|
|
|
|
19
|
Scusate ma qual é il problema?
secondo me la parte vocale é troppo sdolcinata, manca di aggressivitá, é una continua ricerca di suoni morbidi e orecchiabili, la parte ritmica puó starci ma dovrebbe essere accompagnato da una voce piú agressiva.
Non per forza Growl ma si puó essere aggresivi anche con alcune cadenze vocali che a me in questo album mancano.
E come se il cantante fosse innamorato frescho e cerca di esporlo con la sua voce.
È la mia impressione, infatti l'album non mi piace.
Di loro mi piacciano canzoni tipo:
Recreation Day
oppure
Rising Force |
|
|
|
|
|
|
18
|
Band da san remo......vi meritate la merda, porco diaz.... |
|
|
|
|
|
|
17
|
Metal, non stuzzicare il cane (elettrico) che dorme. Wof. |
|
|
|
|
|
|
16
|
Vabbè le sparate di Thrasher sono il pane quotidiano del sito (ma manca l'approvazione della tua nemesi elettrica). |
|
|
|
|
|
|
|
|
14
|
Hahahahahahahahah SOM questa è la cazzata dell'anno. Ma gli hai ascoltati??? |
|
|
|
|
|
|
13
|
@SOM: No, ma sei serio?? |
|
|
|
|
|
|
12
|
troppo sdolcinati, sembrano una band da san remo |
|
|
|
|
|
|
11
|
album meraviglioso...band che cresce ...lavoro migliore dei precedenti...succede rarissimamente alle varie band. |
|
|
|
|
|
|
10
|
In estate vengono al Luppolo Rock, Ayreon. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Guarda che loro da headliner in italia vengono ad aprile,altrimenti li vedi da spalla ai kamelot o in qualche festival e non certo da headliner,vedi un po te se dopo piu'di 20 anni di carriera puoi essere ancora relegato da supporto |
|
|
|
|
|
|
8
|
Questo ultimo lavoro devo ancora ascoltarlo, sarò presente questa estate al loro concerto.Non voglio perdermeli.Il bassista tra l'altro e' quel mostro che suonava nei therion nella loro migliore formazione.Ovviamente suonano tutti coi contro***** |
|
|
|
|
|
|
7
|
Album da lacrime, il migliore degli ultimi, a volte raggiungono dei livelli di pathos veramente da pelle d'oca. Assoli straordinari, voce magnifica, e canzoni solidissime ma catchy. Nel 2019 cosa chiedere di più? |
|
|
|
|
|
|
6
|
che dire,li seguo da quando suonarono a brescia di spalla a kamelot e crimson glory , poi ,da "in search of truth " mi entrarono a pelle, pochi fassi falsi ( monday morning apocalypse ) e tanti capolavori ,questo mi deve ancora entrare in circolo,ma lo reputo il meno bello degli ultimi 3 ,perché negli altri c'erano pezzi come "black undertow, the aftermath,the lonely monarch , disconnect, the storm within ,king of errors " che ti si stampavano e non uscivano ,e comunque sti tipi dopo 20 anni di carriera li ficcano ancora di spalla a gente come kamelot ,una vergogna. forever grey ,per sempre |
|
|
|
|
|
|
5
|
Grande album, un ritorno sui livelli di hyms, dopo che il precedente non mi aveva convinto al 100%. Per me un 80/85! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Ottima recensione, gli Evergrey sono una di quelle band che meriterebbero il grande pubblico, chissà che con questa loro ultima fatica non riescano a centrare l'obiettivo. Disco superbo, ben suonato, ben prodotto e davvero ispirato.
La voce di Tom è davvero unica, ma questa volta una menzione speciale va al basso,finalmente protagonista in tutti brani.
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Oddio, mai un passo falso proprio non direi... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Secondo me un capolavoro!!!!tutte canzoni di altissimo livello ,una produzione da urlo.....ascoltate in cuffia il suono del basso una goduria,per non parlare della valanga di assoli che ti prendono il cuore....album dell'anno per me ....grandi grandi grandi voto per me 90 una perla!!!!!!! |
|
|
|
|
|
|
1
|
Disco che richiede ripetute sedute di ascolto ma pian piano esce ancora una volta la grandezza di questo gruppo. Ovviamente la voce di Tom si staglia la in alto sopra tutto quanto, pathos e drammaticità unica tra i migliori al mondo
L'anno comincia proprio bene. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. A Silent Arc 2. Weightless 3. All I Have 4. A Secret Atlantis 5. The Tidal 6. End Of Silence 7. Currents 8. Departure 9. The Beacon 10. This Ocean
|
|
Line Up
|
Tom S. Englund (Voce, Chitarra) Henrik Danhage (Chitarra) Rikard Zander (Tastiere) Johan Niemann (Basso) Jonas Ekdahl (Batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|