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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Marilyn Manson - Eat Me, Drink Me
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23/02/2019
( 1857 letture )
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La critica non finirà mai di dividersi sulla figura di Marilyn Manson: autentico rivoluzionario musicale o ottimo discepolo di veri geni? Personaggio malvagio o eccellente attore? Probabilmente, nessuna di queste posizioni estreme è realmente corretta. Il nostro, con ogni probabilità, non è mai stato un genio musicale, né naturalmente l'Anticristo: si tratta, più realisticamente, di un furbo intrattenitore, ma anche di un bravo artista, che ha saputo sfruttare molto bene la lezione di grandi come Alice Cooper, traendo oltretutto il massimo dalla collaborazione con musicisti come Trent Reznor. Chiarito questo aspetto, va anche detto che, dopo The Golden Age of Grotesque, risalente al 2003, la carriera del nostro ha visto diversi passi falsi, che soltanto negli ultimi anni sembrano superati.
Il primo di questi inciampi da parte del nostro è Eat Me, Drink Me, risalente al 2007 e prodotto piuttosto atipico nella carriera dell'Antichrist Superstar per eccellenza: abbandonate le sonorità industrial, elettroniche e, a tratti, glam rock dei precedenti album, il sesto album di Marilyn Manson si attesta su melodie più cupe ed oscure; le sferzate di The Golden Age of Grotesque lasciano spazio, spesso, a canzoni più intimiste, che, pur non snaturando del tutto l'essenza del gruppo, sicuramente la diluiscono. Come noto, il disco fu la reazione del cantante alla traumatica separazione da Dita von Teese e, come tale, tratta il tema dell'amore da un punto di vista particolarmente malinconico; al tempo stesso, come dichiarato da Manson, il disco è anche dedicato alla sua nuova compagna dell'epoca, l'attrice Evan Rachel Wood. Tutto ciò, come detto, rende il disco piuttosto atipico per il buon Brian Warner: basta ascoltare le prime tracce, If I Was your Vampire e Putting Holes in Happiness, per rendersene conto: gli arrangiamenti sono ridotti praticamente all'osso (e, con tutto l'amore per l'Imperatore Pallido, non è che prima stessimo parlando dei Dream Theater) ed un minimo di rabbia emerge principalmente sul ritornello della prima canzone, che comunque, pur essendo interessante, è tutto tranne che estrema; la seconda, al contrario, è onestamente dimenticabile. Un ritmo quasi ballabile caratterizza The Red Carpet Grave, brano discreto, mentre l'alternanza qualitativa di Eat Me, Drink Me viene confermata da They Said Hell's Not Hot, dove il cantante offre una performance particolarmente sentita, ma non del tutto convincente. Just a Car Crash Away è il brano più easy-listening di tutto l'album, nonché uno dei più calmi in assoluto: pur essendo piuttosto atipico bisogna ammettere che funziona bene, anche grazie ad un valido assolo di Tim Skold. Certo, anche i tempi di una This is the New Shit sembrano lontani anni luce. La seconda metà del disco conferma quanto già detto circa l'altalenanza qualitativa di questo lavoro:per una Heart-Shaped Glasses che tutto sommato non è male, grazie al buon lavoro alla chitarra di Skold, si passa ad una Evidence che è...evidentemente bruttina. Are you the Rabbit? è, un po' a sorpresa, uno dei migliori pezzi di Eat Me, Drink Me: il fatto che la voce di Manson sia costantemente stracolma di effetti non aiuta, ma ritroviamo un po' della vecchia furia e della mai sopita capacità di affascinare, al pari della bizzarra Mutilation is the Most Sincee Form of Flattery. La conclusione del disco, però, viene di nuovo affetta dai problemi più volte evidenziati: se You and me and the Devil Makes 3 presenta ancora aspetti convincenti, la title-track risulta davvero troppo banale.
E' con un po' di dispiacere che ci troviamo costretti a non dare la sufficienza al sesto album di Marilyn Manson: al di là dell'amore per la sua versione più rabbiosa, il problema maggiore dell'album non sta tanto nella maggiore melodia o nel mood più oscuro, che anzi qui e là sono piuttosto affascinanti: il problema risiede principalmente nella qualità dei brani, non uniforme e che, nel complesso, tende troppo spesso al ribasso. Sfortunatamente, il nostro riuscirà a fare anche di peggio con The High end of Low, ma da lì in poi inizierà una lenta risalita che, almeno in studio, gli farà riguadagnare i giusti consensi.
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12
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Voto troppo basso, è sicuramente un buon disco con affascinanti sonorità darkwave anni '80, come è già stato giustamente sottolineato. Chiaramente non è il Marilyn Manson dei primi album,ma gli artisti si evolvono,e questo è anche il caso di Manson. Putting holes in happiness,gran pezzo, vale da solo il prezzo del biglietto. |
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10
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Mai lette tante irritanti sciocchezze su un grande album e grande artista. Trovo la recensione irritante e piuttosto urticante. Motivazioni personali, di cui francamente nulla intetessa, dovrebbero essere isolate e messe da parte. Grazie |
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9
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89 il recensore ha sbagliato disco |
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8
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Ascoltato stamattina. Sostanzialmente l'album si divide in due parti, la prima, fino ad Evidence, è caratterizzata da un suono Dark Rock, la seconda, le ultime 4 tracce, è un più "tradizionale" Industrial. Non mancano gli episodi meno felici, Heart-Shaped Glasses su tutti, ma in generale l'album rimane piacevole. Paradossalmente mi piace di più, sarà il mio amore verso la Darkwave anni 80, la prima parte del disco, delude un po' la parte finale. Sostanzialmente un album che giudico in maniera positiva. Voto? 70 |
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7
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I Marilyn Manson non sono tra i miei gruppi preferiti, anche se devo ammettere che fino ai primi dei 2000 li ho seguiti. Gli album che costituiscono la triade sono di buon livello (voto tra 75 e 80) questo, per quello che ricordi, non è all'altezza dei più famosi predecessori, comunque una sufficienza (60) risicata la darei, ripeto è un disco che non ricordo benissimo dovrei riascoltarlo per dare un giudizio più preciso. |
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6
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album noiosissimo di un gran artista. |
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5
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disco completamente inutile nella storia del rock e derivati |
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4
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ALBUM CHE ADORO....SENZA SE E SE MA |
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3
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La faccia di Marylin Manson mi ricorda Nicolas Cage ma non so se è peggio l'uno come rockstar o l'altro come attore. Potrebbero provare a scambiarsi i ruoli... |
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2
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Per me Manson si ferma a The golden age, il resto è pattume. |
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1
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A me è sempre piaciuto questo disco, uno non può suonare sempre allo stesso modo. L'introduzione di assoli di chitarra e lo snellimento dei brani funziona, il problema è la produzione e la voce ha un suono pessimo. Comunque voto 70/75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. If I Was Your Vampire 2. Putting Holes In Happiness 3. The Red Carpet Grave 4. They Said That Hell's Not Hot 5. Just A Car Crash Away 6. Heart-Shaped Glasses (When The Heart Guides The Hand) 7. Evidence 8. Are You The Rabbit? 9. Mutilation Is The Most Sincere Form Of Flattery 10. You And Me And The Devil Makes 3 11. Eat Me, Drink Me
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Line Up
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Marilyn Manson (Voce, Percussioni) Tim Skold (Chitarra, Tastiere, Basso)
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