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The Cure - Faith
15/03/2019
( 4352 letture )
Dovendo definire l’impatto sulla scena e l’essenza stessa della musica gotica, non vi è modo di eludere un gruppo come The Cure, ed in particolare alcuni dei suoi dischi. L’oscuro triangolo scaleno di note che tra il 1980 ed il 1982 produsse Seventeen Seconds come base e Pornography come ipotenusa, si reggeva verticalmente su Faith, pilastro ideale di un angolo retto che tanti giovani avrebbe attratto verso spirali interiori in parte poi "tradite" a partire da Let’s Go Bed.

Diretto, asciutto ed essenziale nei suoni, nella produzione e nell’esecuzione, con una batteria suonata in modo da sembrare sempre più simile ad un drum-kit e scevro dalla presenza delle tastiere di Matthieu Hartley, Faith esplorava con atteggiamento sempre più Dark il concetto di fede/fiducia, con canzoni spesso concepite da Smith in chiesa, da lui frequentata nel tentativo di capire perché non ne possedesse e più ancora perché i fedeli di quei luoghi sacri ne fossero pieni e cosa rappresentasse davvero per loro. Influenzato anche dal suicidio di Ian Curtis, il disco scorre estremamente rarefatto, addirittura liquido. Una specie di pellicola granulosa in bianco e nero e con alcuni guizzi di grigio a spezzarne i toni, caratterizzata da tanti fermo immagine. Come quella della cattedrale che si intuisce dalla copertina, una specie di falange di roccia dai contorni incerti che sembra indicare il nulla. The Holy Hour introduce subito in maniera spersonalizzante al mood del lavoro, lasciando tutto sospeso in una infinita malinconia prima dell’arrivo ovattato della voce di Smith. Poi Primary, singolo vagamente pinkfloydiano in cui l’aumento del ritmo non riesce a mascherare l’inquietudine di fondo, ma pensa ancora il basso di Simon Gallup a reintrodurre un gelo ed un senso di "liquidità" senza colore che il video che accompagnava il brano, peraltro, descriveva perfettamente. All Cats Are Grey, così come The Drowning Man, è ispirata alla trilogia di Gormenghast, tra i mattoni fondamentali dei racconti Goth/Fantasy. Ancora assenza di colori, con musica e voci che sembrano echi di qualcosa di molto lontano e di cui, tutto sommato, non vale poi la pena di interessarsi. Doubt è insieme a Primary il pezzo con cui Faith mantiene il cordone ombelicale con il primo album, pur in maniera un po’ malata e come del resto è scontato. Manca solo la title-track, dato che Carnage Visors, scritta per il cortometraggio omonimo del fratello di Gallup, non venne inclusa nell’LP. E Faith è l’ultimo, lento, indolente sprofondare in quel mare interiore privo di riferimenti, suonando esattamente come una canzone deve essere per chiudere un simile lavoro: con rassegnato, intimo e depresso distacco.

Evoluzione del lavoro precedente ed introduzione all’assoluta perdizione del sé di Pornography, Faith rappresenta uno step fondamentale per la definizione del gruppo e più ancora per quella delle atmosfere gotiche nella musica moderna. Piuttosto sottovalutato al momento della sua uscita ed accolto da pareri contrastanti da parte di una critica che non ne afferrò appieno l’importanza e le intenzioni, l’album crebbe lentamente nella considerazione dei più per poi arrivare ad essere considerato un punto fermo. Languidamente coinvolgente, distaccato ed apparentemente disinteressato a tutto ciò che era intorno, Faith è ancora capace di prenderti un po’ come una giornata senza colori osservata dalla finestra, quando la foschia sfuma i contorni di ogni presenza ambientale e tu realizzi improvvisamente che non ti interessa nemmeno osservarli.
E torni a sdraiarti per guardare il nulla.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
96.28 su 7 voti [ VOTA]
VomitSelf
Venerdì 19 Aprile 2019, 15.56.54
17
Assieme a "Pornography" il mio preferito dei Cure. Anche se non li riascolto da 20 anni. 90
tano74
Mercoledì 17 Aprile 2019, 12.54.14
16
album strepitoso..all cats su tutte per me da 100 e non lo considero inferiore per nulla a 17 e pornography
ObscureSolstice
Domenica 7 Aprile 2019, 10.03.58
15
Questo è il disco di Gallup. Che basso predominante che si sente, superlativo lavoro che si supera usandolo quasi come una chitarra, molto di più alterato rispetto al precedente. Ovviamente le lodi del genio carismatico di Robert Smith sono sempre sottintese. Direi e sono combattuto se è superiore o inferiore all'eccellente Seventeen Seconds, ma anche Faith si identifica di importanza altalenandosi a ottimo lavoro in certi frangenti anche piú e anche meno del precedente a seconda delle tracce che si susseguono, dipende; nel variegare tra il cupo, il gioioso e il riflessivo in stile The Cure come le sfaccettature dell'anno solare nelle sue stagioni dalla primavera all'autunno all'inverno...dell'esistenza di ognuno di noi. Come valutazione ci ha visto giusto, forse un parimerito è lecito..ma come voto non meno di 88 è doveroso, ma poco importa per la bellezza di questo Faith.
ObscureSolstice
Domenica 31 Marzo 2019, 15.41.07
14
Ho letto questa recensione di Raven, ben scritta e riferimenti come All Cats Are Grey, ma ripetere per tre volte la sensazione di 'nulla' direi che è del tutto sbagliato e non coincide con le mie sensazioni, ma infinite...anche a fine recensione "Faith è come una giornata senza colori osservata dalla finestra, quando la foschia sfuma i contorni di ogni presenza ambientale e tu realizzi improvvisamente che non ti interessa nemmeno osservarli (are you sure?). E torni a sdraiarti per guardare il nulla." (aridaje?) Vabbene che le sensazioni sono lugubri e gotiche per le sonoritá The Cure, ma se guardi molto bene e senti molto bene..intravedi più colori di quanto credi e balleresti ore più di quanto non lo fai con altre band rock od hard rock. Altroche nulla...qua c'è tutto.
blackiesan74
Giovedì 21 Marzo 2019, 10.39.11
13
Magari esagero, ma per me i Cure da "Boys Don't Cry" a "Disintegration" non hanno sbagliato nemmeno un disco. Da "Wish" in poi hanno azzeccato solo "Bloodflowers".
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 20 Marzo 2019, 13.57.58
12
Disco effettivamente da valutazioni alte, come gran parte della discografia dei Cure. Da ascoltare in assoluta concentrazione. Penso che All the Cats are Grey sia uno dei pezzi più deprimenti e affascinanti mai scritti dai Cure. Grandissimo album. Au revoir.
Dead again
Martedì 19 Marzo 2019, 15.34.11
11
Apice dei cure.... Bell' album
df800
Martedì 19 Marzo 2019, 15.15.03
10
non a livell ne di pornography ne di 17 seconds ma molto buono. 78 sicuro. ma 90 è folle.
Raven
Domenica 17 Marzo 2019, 7.34.23
9
In effetti si . Grazie per la segnalazione, farò correggere.
therox68
Domenica 17 Marzo 2019, 0.12.30
8
Perdonami Raven, ma quando dici drum-kit volevi forse dire drum machine?
Awake
Venerdì 15 Marzo 2019, 23.04.35
7
Come amo questo disco, per me il loro apice: prodromi dall'aldilà convogliati in musica. Sublime.
kurujai
Venerdì 15 Marzo 2019, 22.06.00
6
Grandissimo disco al pari di Disintegration . per molti anni i the cure non ne hanno sbagliato uno !
GRC
Venerdì 15 Marzo 2019, 17.49.18
5
Grande disco, anche se della "trilogia dark" (Pornography 100, Seventeen Seconds 93, Faith 88) lo ritengo il più "debole"..
Claudio
Venerdì 15 Marzo 2019, 17.13.13
4
Grande disco, ricordo che nei primi anni 90 un mio amico me lo fece scoprire ed era fissato con All Cats Are Grey, bei tempi
Alex Cavani
Venerdì 15 Marzo 2019, 14.32.18
3
Un'altra bomba sganciata qui! Sono sincero, non l'ho mai ascoltato troppo questo disco perché lo lego ad un periodo non proprio bellissimo. Ma ricordo che le sensazioni evocate si adagiavano perfettamente al fianco delle situazioni che stavo vivendo. E quando la musica trasmette un'angoscia simile vuol dire - secondo me - che è veramente potente. Un buon suggerimento per tornare ad ascoltare Faith al più presto
Galilee
Venerdì 15 Marzo 2019, 13.46.15
2
L'ho preso da poco e devo ascoltarlo meglio, però mi sembra nettamente inferiore a tutto ciò che è uscito fino a Pornography. Canzoni meno incisive con un sound leggermente meno cupo di SS e meno angosciante di P. O forse il tutto è dovuto dal fatto gli altri album li ascoltai 25 anni addietro.
InvictuSteele
Venerdì 15 Marzo 2019, 12.49.08
1
Storia. Gelido, suadente, ipnotico. Voto 85
INFORMAZIONI
1981
Fiction Records
Post Punk
Tracklist
1. The Holy Hour
2. Primary
3. Other Voices
4. All Cats Are Grey
5. The Funeral Party
6. Doubt
7. The Drowning Man
8. Faith
Line Up
Robert Smith (Voce, Chitarra, Tastiere)
Simon Gallup (Basso)
Laurence Tolhurst (Batteria)
 
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