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Jetboy - Damned Nation
30/03/2019
( 1576 letture )
Ecco il capolavoro della band capitanata dalla cresta de luxe del singer Mickey Finn. Damned Nation è un disco di appuntito e borchiato spessore, che decreta la crescita esponenziale del quintetto, avvenuta in un paio d’anni, il loro esordio vinilitico è infatti datato 1988. Un’opera di impatto armato, superba qualità nel songwriting e fluida scorrevolezza, ma decisamente sfortunata, visto che i Jetboy, non raccoglieranno grandi soddisfazioni dalla pubblicazione. Appena gettato sul mercato, Sam Yaffa lasciò la formazione per tornare a suonare con Michael Monroe, nel suo progetto solista Not Fakin’It, suo vecchio compagno di anni e musica negli Hanoi Rocks. La band non si fermò, arruolando un paio di bassisti come Charles Norman e Bill Fraenze per suonare live, ma tutti gli sforzi risultarono vani. L’epoca del grunge ormai aveva sfondato ogni barriera e invaso le preferenze, e correlate spinte commerciali da parte delle grandi etichette; così il CD non vendette bene, e la Mca Records sciolse il vincolo contrattuale, con il gruppo che si trovò appiedato e inerme.

Un peccato madornale perché questa seconda release si presenta davvero come un ottimo coacervo di musica grintosa, raggrumata attorno a ritornelli ricercati e memorizzabili, porzioni enormi di melodia pervasa da una rugosità stradaiola nell’esecuzione: tutte stimmate lucenti da grande ensemble. Con una produzione di John Purdell, certamente più limpida e migliorata rispetto ad un ruspante esordio quale era stato Feel The Shake. L’apertura è tutta per Stomp It (Down to the Bricks), sleaze rock energizzato che schizza via come un piattello preda di fucili spianati, chorus esaltante, cori stratificati che si conficcano come schegge nella pleura, sensazioni piacevoli tra cuore e piede che tiene il tempo, partenza con il botto con le guitar dure da tenere a freno e la voce che aerografa una prestazione maiuscola e virile. Moonlight appare subito frenetica e nervosa, composta con la mazza usata per la copertina che distrugge una guitar semiacustica, il risultato è azzeccatissimo come lo strampalato assolo chitarristico di Fernie Rod, con la drums che spadroneggia, sfoggiando pure il campanaccio, Groove Tube è manifesto scatenato di quello che è stato lo street di LA., genere serrato, sozzo, anfetaminico, macilento, delirante ma grandioso. Heavy Chevy è una song clamorosa, riff trapanante, voce viziosa e sguaiata come un badile immerso in un vasetto di yogurt, chorus che si stampa in fronte, 4 minuti e 58 di energia stradaiola allo zenith. Too Late scocca da un arpeggio acustico come uno slow, poi diventa una rock song con armonie preziose e un inciso da pollice altissimo, e se si può salire ancor più di tono, questo accade con il singolo Evil, con tanto di hammond a punteggiare, il vocalist dà il meglio di sé con striature di cattiveria nell’intonazione, lo sviluppo melodico è da oscar, grandissimo scampolo, esaltato ancor di più da un ficcante assolo della sei corde: applausi! Trouble Comes ha un flavour alla Ac/Dc, sboccando in un hard rock maleducato sulla strofa e diventando un anthem sull’inciso, ottimo il solo indiavolato e ricco di note acute di Fernie Rod. Per chi si aspetta stagnazione nei ritmi, ecco Bullfrog Pond che fiammeggia sulle corde di una chitarra slide, innescando un riff oscuro e potente, supportato da una batteria che pesta come la morte, accompagnata da un basso poderoso, il singing di Mickey scortica il cranio, ritornello asfaltante con un’armonica usata come una sei corde, ennesimo colpo da knock out. Ready to Rumble saetta come una locomotiva deragliante e travolge ogni intralcio, Rock N' Roller è un omaggio ai padri del rock, con spremute di vitalità e parapalle acuminati in bella vista, chiude l’album la finale Jam, un divertissment con armonica, chitarre acustiche, di soli 25 secondi. La band, dopo il licenziamento da parte della label, proverà qualche rimpasto in formazione ma, per via del poco interesse attorno al monicker, si scioglierà definitivamente nel 92, tornando insieme per una reunion il 22 giugno 2005, in occasione di un concerto al Key Club, un locale di Hollywood, ma si tratterà di un episodio a sè stante.

Solamente nel 2006 i Jetboy si riuniranno, con il quintetto fortemente intenzionato ad andare avanti, prova ne sia il loro nuovo disco uscito pochi mesi fa: in mezzo tante raccolte per raggranellare qualche spicciolo. Damned Nation è un disco splendido di street metal, che suona fresco e lercio ancora oggi, riportando sapori, immagini e sensazioni di un passato che, gli aficionados del genere, si ostinano a non voler dimenticare. E ne hanno tutte le ragioni! Assolutamente da avere.



VOTO RECENSORE
86
VOTO LETTORI
76.61 su 18 voti [ VOTA]
Walterkill
Mercoledì 28 Luglio 2021, 1.18.23
18
Disco scoperto da poco, è davvero bello!
thrasher
Lunedì 22 Aprile 2019, 19.46.55
17
Commento 15
thrasher
Sabato 20 Aprile 2019, 9.02.40
16
Commento 15
thrasher
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.45.33
15
Li hai mai visti dal vivo?
Metal Shock
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.42.07
14
Raaaaaveeeeennnnn!!!!
thrasher
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.40.18
13
L avevo detto nell'altro disco e volevo confermarlo anche in questo
Metal Shock
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.38.32
12
Sei un disco rotto, lo hai già detto un sacco di volte, per quanto devi continuare????
thrasher
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.27.29
11
Mai piaciuti
Metal Shock
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.22.02
10
Questa band è ancora in attività ed ha pubblicato un paio di mesi fa un nuovo, più che discreto disco.
thrasher
Venerdì 19 Aprile 2019, 23.18.00
9
Che fine ha fatto questa band
jaw
Venerdì 19 Aprile 2019, 22.13.37
8
Ecco questo e' rock, basta vedere anche la cover, come baseball, non succede nulla, poi nel diamond ring in pochi secondi succede di tutto, ma il rock vero e' materia pirica USA made
Maurilio
Martedì 2 Aprile 2019, 22.54.10
7
Grandissimo album......usciti quando gli anni street & co. erano ormai passati. Un must anche per i non amanti del genere.
blackiesan74
Martedì 2 Aprile 2019, 12.23.28
6
Bellissimo disco! Volevo votare 95 per alzare un po' la media lettori, ma mi dice che ho già votato e non è vero, perché è la prima volta che apro questa recensione...
duke
Sabato 30 Marzo 2019, 17.41.44
5
...ottimo lavoro.....band tra le piu' interessanti dello Street metal .......voto giusto......
Metal Shock
Sabato 30 Marzo 2019, 16.38.48
4
CAPOLAVORO!!!! Dopo il già buon debutto qui i Jetboy danno alle stampe una pietra miliare del genere e dell'hard rock di sempre: cominciare dalla stupenda copertina all'anthemico titolo il gruppo incide dieci brani meravigliosi (più Jam che è un divertissement), uno meglio dell'altro ad iniziare da Stomp it che cresce, cresce ed esplode con il coro It's going down, down, down We'll stomp it down to the bricks Puro orgasmo! Poi dopo il rock''n'roll di Moonlight ecco che si riparte con due brani letali come Groove tube e la strabordante Heavy Chevy, highlight del disco, la ballata Too late, alla acdciana Trouble alle roboanti Bulfrog pound e Ready to rumble, un titolo un programma, fino al rock di Rock 'n'roller. Finn canta da Dio, le chitarre sono incendiarie e sezione ritmica da paura. Per me un disco da 95!!!!
InvictuSteele
Sabato 30 Marzo 2019, 15.39.56
3
Spettacolo, discone bello quanto il primo.
Galilee
Sabato 30 Marzo 2019, 14.48.10
2
Ottimo disco di una delle mie band hard rock preferite. Da avere.
Warrior63
Sabato 30 Marzo 2019, 14.10.01
1
Album spettacolare di puro sano rock n roll... Bei tempi
INFORMAZIONI
1990
MCA Records
Hard Rock
Tracklist
1. Stomp It (Down to the Bricks)
2. Moonlight
3. Groove Tube
4. Heavy Chevy
5. Too Late
6. Evil
7. Trouble Comes
8. Bullfrog Pond
9. Ready to Rumble
10. Rock N' Roller
11. Jam
Line Up
Mickey Finn (Voce, Armonica)
Fernie Rod (Chitarra solista)
Billy Rowe (Chitarra ritmica)
Sam Yaffa (Basso, Cori)
Ron Tostenson (Batteria, Cori)
 
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