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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Leaves` Eyes - Vinland Saga
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27/04/2019
( 1156 letture )
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A soli due anni dal discreto lavoro di esordio, Lovelorn, i Leaves` Eyes, capitanati dall’inossidabile Liv Kristine, tornano alla ribalta con un nuovo full-length, anticipato dal singolo Elegy. Il tratto distintivo del platter, suggerito tanto dal titolo quanto dai paramenti della vocalist sull’artwork, è l’insistenza sul tema storico-mitologico, qui incarnato dalla narrazione delle gesta di Leif Erikson. Secondo la Saga dei Groenlandesi quest’ultimo, secondogenito di Erik il Rosso, sarebbe stato il primo europeo a toccare il suolo americano, risiedendo con i suoi uomini in un punto indefinito tra Terranova e la Virginia. Tale ragione sarebbe poi stata denominata Vinland per via della presenza di uva. Ed è proprio sintetizzando tale antefatto che si dischiude il sipario di Vinland Saga, sulle note lievi di una ouverture sostenuta dagli archi ed accarezzata dal tono vellulato di Liv: l’inglese di intreccia alla lingua madre della cantante biondocrinita, dipingendo uno scenario ricco di fascino in grado di invogliarci a inabissarci nelle spire dell’ascolto. Segue Farewell Proud Men, una preghiera rivolta da una donna al proprio sposo, recatosi in mare alla scoperta di nuove terre. Gli archi ed i cori si fanno qui impetuosi come un oceano capriccioso in tempesta, e sono accompagnati da un riffing graffiante, ma sempre stagliantesi sullo sfondo. Protagonisti assoluti del lavoro sono difatti le linee vocali e le componenti sinfoniche, cui quelle elettriche fungono da accompagnamento: ne è prova la splendida sezione introduttiva di Solemn Sea, cantata in norvegese. E se Leaves' Eyes è un’ammaliante ballad, costruita mediante un ordito di chitarre acustiche, archi e corrivi passaggi elettronici, The Thorn, alla quale prende parte anche Alexander Krull con il suo growl, scorre elettrizzante e piacevole. Degna di nota risulta anche Amhrán (Song of the Winds), impreziosita dal lavorio in arpa ad opera di Timon Birkhofer. Trattasi difatti non di un semplice e puro intermezzo, o una cesura accessoria verso la parte finale del disco, bensì un vero e proprio intermezzo quasi folkeggiante, risplendente di luce propria. Ad accoglierci all’apertura di New Found Land è nuovamente il growl di Alexander Krull, fungente anche da sfondo alle delicate volute disegnate dai vocalizzi dell’allora consorte Liv. Mourning Three, una ballad dal tono melanconico, dotata di un irresistibile refrain:
Tell him through the winds I am here Whisper through the breeze not to fear Taste it by the rain what I feel when you hold me Reach out for the winds that we share Then you will feel I am near Taste it by the snow, I am here where you left me
Vibranti partiture pianistiche ci fanno affondare tra i flutti di Twilight Sun, delineante il bisogno, da parte dell’esploratore lontano da casa, di ricongiungersi con la sua amata – potremmo leggermi anche un richiamo alla madrepatria-, stimolato dal magnificente spettacolo offerto dalla natura primaverile. La conclusiva Ankomst, dal testo interamente in norvegese -incedente con un fraseggio che ricorda in qualche modo quello di Norvegian Lovesong, contenuta nel disco d’esordio- scandisce il ritorno dei protagonisti della saga nel porto dal quale erano partiti, finalmente nel grembo della propria terra, con un bagaglio di storie da raccontare sulla nuova terra scoperta. Il sipario cade mediante il rumoreggiare delle onde, e non vi poteva essere conclusione più azzeccata: Vinland Saga sembra quasi sprigionare brezza marina ad ogni nota, esaltando ed a un tempo temendo ciò che è tanto fonte di vita e sostentamento quanto tomba e minaccia di sciagura. Pur non trattandosi certo di un platter in grado di rivoluzionare un genere o farvi confluire influenze del tutto innovative, il secondo lavoro dei Leaves` Eyes costituisce un pregevole compendio di symphonic metal, in grado di farsi riascoltare piacevolmente anche a distanza di anni. Rispetto a Lovelorn, i suoni risultano meno piatti e maggiormente incisivi. A mostrare ulteriori segni di maturità è inoltre la componente sinfonica dei Nostri, fattasi complessa ma non eccessivamente bombastica, e perfettamente adeguata ad esaltare le qualità vocali di Liv. Vinland Saga delinea, in ultima analisi, il sound con cui la band intraprenderà in maniera ancor più decisa -e con risultati a volte altalenanti- una prolifica carriera. Merita dunque un ascolto da parte di tutti gli appassionati di metal sinfonico con voce femminile: da recuperare.
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A parte qualche momento, direi che questo album, che pure tutto sommato resta il migliore di questa band, non regge minimamente il confronto con i dischi di Within Temptation, Nightwish e Lacuna Coil usciti nel periodo 2004-05. Vorrei una reunion dei primi Theater of Tragedy, loro sì che nei primi 3 album avevano proposto delle vere gemme. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vinland Saga 2. Farewell Proud Men 3. Elegy 4. Solemn Sea 5. Leaves' Eyes 6. The Thorn 7. Misseri (Turn Green Meadows into Grey) 8. Amhrán (Song of the Winds) 9. New Found Land 10. Mourning Tree 11. Twilight Sun 12. Ankomst
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Line Up
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Liv Kristine Espenæs Krull (Voce) Alexander Krull (Voce, programmazione) Thorsten Bauer (Chitarre) Mathias Röderer (Chitarre) Chris Lukhaup (Basso) Moritz Neuner (Batteria)
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