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SLAUGHTER CLUB, VIA A.TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)

Chevalier - Destiny Calls
05/05/2019
( 1714 letture )
Arrivano i Cavalieri dal Nord. Non quelli di Malta, nemmeno quelli dell’Apocalisse (anche se…), ma cinque giovani “fantini” finlandesi che non cavalcano alcuna bestia ma, in compenso, vogliono approcciarsi ad un certo tipo di musica con la classica e positiva arroganza dei neofiti. Sono i Chevalier, dalla capitale finnica alla conquista di un posto al sole nell’affollata scena heavy europea con un debutto senz’altro interessante intitolato Destiny Calls; un destino che, ci auguriamo, sia per loro splendente in maniera inversamente proporzionale a quanto lo è il contorno del loro speed metal, il quale comincia sin dall’artwork materiale ad emanare aloni di negatività senza tregua. I Nostri piazzano così il loro primo LP ma risultano in attività fin dal 2016 ed hanno già all’attivo due EP ed uno split album con i compaesani Legionnaire, (chissà perché vanno di moda questi moniker d’Oltralpe?) nei quali non hanno messo in mostra nulla di diverso rispetto a ciò che è contenuto in Destiny Calls; presentano inoltre una caratteristica non comune, ossia avere una cantante donna polivalente dietro il microfono, impegnata negli ultimi anni come fotografa ad occuparsi degli shooting e delle copertine degli stessi Chevalier, ma anche di altre band finlandesi come Ranger ed Excuse. Che ci fa una cantante-fotografa insieme a quattro musicisti metal? Semplice, si prende un quarto di Exciter, uno di Maiden, altri due di influenze nordiche black’n roll stile Impaled Nazarene e di Slayer periodo Show No Mercy, queste ultime rigorosamente strumentali, e si ottiene un lavoro onesto, derivativo alla morte ma in grado di farsi apprezzare dagli oltranzisti più arroccati su posizioni conservatrici.

Registrato in due sessioni differenti lo scorso novembre presso i Black Floyd Analog Studio di un paese della Finlandia occidentale, il qui presente è un concentrato di sonorità d’antan in cui si prendono a riferimento gli archetipi già citati e si unisce il tutto in quarantacinque minuti di musica: ora, questo timing, alla semplice lettura, potrà sembrare ragionevole e tipico di tantissimi album heavy ma la situazione è diversa poiché su dieci canzoni ben quattro sono semplici intermezzi da un minuto; ci troviamo così con la suddetta durata spalmata in sole sei tracce ma il risultato contestuale a questa scelta, potete immaginarlo, difficilmente sarà una via di mezzo tra l’assolutamente azzeccato e il completamente sbagliato. Per questo giro barrare la casella B. I Chevalier non sono male tecnicamente ma quello che ci possono dare era chiaro sin da subito e perfettamente riassumibile nella metà del tempo, con riffoni pesanti e cavalcate classiche, condite da una batteria “grooveggiante”, che non hanno alcun bisogno di essere trascinati all’infinito. La voce della graziosa Emma Grönqvist è un altro elemento che non convince appieno, la sensazione è che il metal non sia esattamente il suo campo di battaglia ideale e che né il timbro né la tecnica (quasi inesistente) raggiungano il livello richiesto dai colleghi musicisti, nonostante la grinta che la ragazza ci mette sia assolutamente encomiabile e le sue capacità di scrittura, coadiuvate dal chitarrista Tommi, siano buone. Per fare un esempio banale, la conclusiva A Warrior’s Lament è strutturata per fare il verso ai Manowar, e a livello di composizione nulla da eccepire, è un buon pezzo, ma il modo “dilettante” con cui Emma canta il ritornello (da coro della chiesa, avrebbe detto un mio mentore) fa scadere l’intero brano nel dimenticatoio. Da segnalare, positivamente, su tutti l’opener e scatenata The Immurement, ma anche The Curse of the Dead Star, con il riff d’apertura preso in prestito direttamente da Nordavind degli Storm che si trasforma in seguito in qualcosa di più assimilabile al genere di copertina. La produzione è volutamente all’antica, le chitarre sono “zanzarose” come piace ai puristi, il basso gioca un ruolo di primissimo piano nel sound complessivo e ciò che ne esce, in definitiva, è un album in grado di soddisfare gli animi romantici di quelli che non vogliono arrendersi allo scappare delle lancette.

Destiny Calls, pur con tutte le magagne del caso, supera la sufficienza e si posiziona nel solco dei prodotti di ultra-nicchia. Considerato che si tratta del debutto su lunga scala, per i cinque cavalleggeri non possiamo parlare di fallimento ma per uscire dall’anonimato dovranno inventarsi qualcosa, il che non sarà semplice, a meno di non voler abbandonare un sottogenere musicale che, per usare un eufemismo, al giorno d’oggi non ti dà granché per vivere. Che il destino chiami in orario, per i nordici Chevalier.



VOTO RECENSORE
64
VOTO LETTORI
67.13 su 15 voti [ VOTA]
Jappy
Giovedì 9 Gennaio 2020, 9.36.44
9
Incominciamo con un Buon 2020! Ho letto attentamente la recensione però credo che Simone non abbia centrato il punto, quello che descrive è senz’altro un disco che si rifà alle strutture e ai suoni 80’s basti pensare ai suoni e alla produzione dei Manilla Road. I Chevalier non vogliono fare nulla di più e nulla di meno non è il loro obiettivo svecchiare un genere ma suonare, divertire e divertirsi . Quindi grazie ai Chevalier per averci donato un buon primo LP direttamente fuso dagli anni 80.
Nòesis
Martedì 14 Maggio 2019, 9.21.07
8
Bella domanda...ma non saprei risponderti
Green light
Lunedì 13 Maggio 2019, 23.58.17
7
Molto severo come voto 64,abbiamo ascoltato lo stesso disco?
Nòesis
Sabato 11 Maggio 2019, 23.05.15
6
Incredibile come invece a me la copertina non abbia detto alcunché...se ne trovano a bizzeffe di simili e anche più belle rovistando nel materiale black scandinavo
Cristiano Elros
Martedì 7 Maggio 2019, 23.04.39
5
Copertina bellissima, lo comprerei solo per questo! La loro proposta mi affascina e già avevo ascoltato qualcosa dal precedente EP, però ho un po' di difficoltà con la voce. Magari tenterò un ascolto
JC
Lunedì 6 Maggio 2019, 21.36.25
4
Ok l'ho ascoltato e non fa per me. Decisamente troppo estremo nel voler riesumare filologicamente il Classic metal degli anni 80. Sono bravi onestamente...ma non è proprio il mio genere. Non giudico perché é proprio la loro proposta a non piacermi, a prescindere dalla qualità. Peccato, avrei preso il vinile per avere la copertina grande!
Jan Hus
Lunedì 6 Maggio 2019, 21.03.34
3
I libro game di Lupo Solitario!
Galilee
Lunedì 6 Maggio 2019, 14.13.15
2
Chevaliers de la table ronde, Goûtons voir si le vin est bon. Bella copertina si..
JC
Lunedì 6 Maggio 2019, 6.57.47
1
Lo ascolterò in omaggio alla bellissima copertina che sembra uscita da un librogame di Lupo Solitario.
INFORMAZIONI
2019
Gates of Hell Records
Speed Metal
Tracklist
1. Introduction
2. The Immurement
3. The Curse of the Dead Star
4. Road of Light
5. …As the Clouds Gather
6. Stormbringer
7. In the Grip of Night
8. Prelude to the End
9. A Warrior’s Lament
Line Up
Emma (Voce)
Tommi (Chitarra)
Mikko (Chitarra)
Sebastian (Basso)
Joel (Batteria)
 
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