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Faith No More - Introduce Yourself
06/07/2019
( 2278 letture )
Pur essendo solamente il secondo lavoro dei Faith No More, Introduce Yourself rappresenta a tutti gli effetti la fine di un ciclo. Un ciclo non così vincente, a causa di una line up ancora priva del suo uomo più rappresentativo, quel Mike Patton che è poi sempre stato ed ancora oggi è l’icona principale della band californiana. Chuck Mosley, il suo predecessore, non era certo ai suoi livelli, tanto dal punto di vista puramente tecnico quanto sotto l’aspetto della personalità, pur avendo lo stesso qualche freccia al suo arco. Diciamocelo, il Mosley di quegli anni non sfigurerebbe affatto in una qualsiasi band odierna che avesse l’obiettivo di richiamare il sound dei Faith No More stessi, e probabilmente sarebbe pure ambito nel settore, ma la differenza tra un cantante di medio livello e uno che viene unanimemente e a ragione considerato un’icona vivente è sostanziosa e lampante. Senza quindi voler eccessivamente puntare il dito contro un musicista che ha comunque saputo a suo modo fornire un certo contributo alla nascita di una band storica, possiamo inquadrare questo Introduce Yourself per ciò che realmente è: un buonissimo album di alternative metal -o crossover che dir si voglia- capace di regalarci ancora oggi qualche sensazione positiva, nonché un primo passo in avanti rispetto all’album d’esordio di due anni prima, quel We Care a Lot che invece tutt’oggi viene giustamente considerato come un capitolo a parte all’interno della discografia della band californiana.

La prima importante differenza tra We Care a Lot e Introduce Yourself risiede nel cambio di label: il passaggio dall’indipendente Mordam Records alla Slash Records segna un momento di svolta e soprattutto di crescita per i Faith No More, che rimarranno sotto l’egida dell’etichetta losangelina per gran parte della loro carriera. Dal punto di vista strettamente tecnico o compositivo, però, non si avvertono grossi cambiamenti, non ancora; difatti tra le dieci tracce qui presenti sono ben poche quelle che riescono a spiccare. La prima metà dell’album in questo senso è la più riuscita, con brani come Anne’s Song, la titletrack e Chinese Arithmetic che dimostrano di avere quel qualcosa in più che effettivamente ci saremmo aspettati di trovare. L’approccio a queste canzoni è senz’altro di maggior impatto, con una certa dose di brio e di energia che è difficile rintracciare nella totalità delle restanti tracce. Seppur spesso e volentieri a dare la spinta sia esclusivamente la sezione strumentale, con gli ottimi Bill Gould e Mike Bordin a dettare ritmi funky, coadiuvati dall’altrettanto ottima chitarra di Jim Martin, autore di una prestazione di livello. La riproposizione di un pezzo presente nel disco d’esordio, ovvero We Care a Lot, è altrettanto di buon livello, per la miglior resa che il brano riesce ad avere due anni dopo la prima pubblicazione. Questo pezzo, insieme alle già citate Anne’s Song e Chinese Arithmetic, è inoltre uno dei tre singoli estrapolati da Introduce Yourself. Le restanti tracce, a parte giusto l’interessante R n’ R, non contribuiscono in maniera significativa alla buona riuscita dell’album, ma sono anzi alcuni dei motivi principali per cui il secondo lavoro dei Faith No More fatica ad essere apprezzato pure dai fan più affezionati, insieme naturalmente alla prova sottotono del frontman Chuck Mosley. Il livello qualitativo delle varie The Crab Song, Blood e Spirit, così come dell’iniziale e tutt’altro che fondamentale Faster Disco, è infatti molto basso, e all’interno di tali pezzi c’è ben poco da salvare, se non giusto la solita sezione strumentale, che però questa volta da sola non basta.

Come abbiamo visto, dunque, Introduce Yourself è tutt’altro che un album imprescindibile e la poca fama che si porta dietro è assolutamente giustificata. Ma da quest’analisi si evince anche che, come del resto era ampiamente immaginabile, pur sempre di un album dei Faith No More si tratta e l’anima del gruppo è comunque abbastanza distinguibile, pur essendo ancora nelle sue fasi iniziali. Lavoro che se inserito nel giusto contesto fa ancora oggi la sua sporca figura e che perciò non merita di essere condannato a spada tratta. A volte è la carriera stessa di un gruppo passato alla storia a svalutare eccessivamente il suo passato “normale”, e mai come in questo caso il confronto con ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco è ciò che più di tutto contribuisce ad abbattere le quotazioni di un album come Introduce Yourself.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
82.42 su 14 voti [ VOTA]
Max1
Mercoledì 15 Luglio 2020, 11.13.11
15
Voce "sgangherata" ma perfetta per i FNM di questa fase.
Deathland
Mercoledì 15 Luglio 2020, 10.03.29
14
Solo a me piace la voce di Mosley?
mop
Giovedì 11 Luglio 2019, 15.41.58
13
Voto che ci può stare assolutamente. Disco apripista ad una serie di lavori che verranno di livello altissimo!
angus71
Giovedì 11 Luglio 2019, 12.12.35
12
solo per we care a lot merita 80 poi certo, i dischi migliori sono altri. ma questo è più che onesto.
LAMBRUSCORE
Mercoledì 10 Luglio 2019, 12.50.28
11
Mai sopportati...
Galilee
Lunedì 8 Luglio 2019, 21.50.31
10
Buon disco, infarcito di ottimi spunti e alcune ottime song. Certo quel che verrà dopo sarà di tutt'altro spessore. Comunque alla fine Mosley è talmente assurdo che mi piace.
Voivod
Lunedì 8 Luglio 2019, 16.14.50
9
Dopo "Angel Dust" e "The Real Thing", l'album più riuscito dei Faith No More, a corollario di una triade di importanza colossale per tutto il movimento del crossover-metal. Mosley non sarà Patton, ma non trovo la sua prova vocale così inadeguata, ma l'album, per quanto mi riguarda, è una bomba...ed era il 1987!
Freccia
Domenica 7 Luglio 2019, 21.23.22
8
Concordo con il recensore e con l'opinione di molti... io però gli darei un bel 78 se non altro per i bei ricordi delle scuole superiori che mi suscita ogni volta che lo ascolto!
Crimson
Domenica 7 Luglio 2019, 17.30.08
7
Un classico del funk metal. Il fatto che facciano ancora meglio successivamente non deve portare a sottovalutare questo album.
VomitSelf
Domenica 7 Luglio 2019, 14.52.47
6
Buon disco. I miei preferiti restano sempre "Angel Dust" e "K.F.A.D." ma sono affezionato a questo. I primi vagiti di una grande band. Un bel 70.
Fox
Domenica 7 Luglio 2019, 10.14.32
5
Mi sarebbe piaciuto ascoltare l'album cantato dal buon Mike, avrebbe decisamente guadagnato punti. comunque un buon disco
P2K!
Domenica 7 Luglio 2019, 5.10.13
4
Non condivido i giudizi severi su questo disco che al suo interno conteneva molti podromi di quanto avrebbero realizzato su "The Real Thing", basti pensare a "The Crab Song" (che antivipava "Zombie Eaters") o "Chinese Arithmetic" ("Falling to Pieces"). Il difetto che aveva questo disco era la voce del povero Chuck Mosley, veramente inadeguata, sguaiata, stonata. Se su questi brani avesse cantato Patton (QUANTO mi piacerebbe) i giudizzi decollerebbero. Ede è un peccato perchè di pezzi killer ce ne sono, oltre ai due succitati meritano di essere menzionati la titletrack, "Anne's Song", "R 'n R", "Faster Disco". Per me un classico.
Maurilio
Sabato 6 Luglio 2019, 23.18.41
3
Come detto giustamente qui si parla di un discreto disco e nulla più. Con Patton poi si aprirà un mondo......e che mondo.
SkullBeneathTheSkin
Sabato 6 Luglio 2019, 20.51.37
2
Concordo in pieno con quanto scritto da Flight666, non è brutto ma accostato a qualunque lavoro successivo il suo peso diventa quasi risibile, verissimo che Patton abbia elevato il tutto e non di poco ma da quest'album in futuro riproporranno solo "we care a lot" ... dove peraltro lo spirito FNM già c'era tutto, dalle lyrics al diciamo funk-metal ...il preludio ad Epic, per capirci. Io ho rivenduto in fretta il cd, preso ai tempi di Angel Dust, davvero salvavo Anne's Song e We Care A lot ma questa stessa in live at brixton academy era 100 volte meglio... per me 65/70... e non basta
Rob Fleming
Sabato 6 Luglio 2019, 19.44.04
1
Questo è uno di quei dischi in cui si capisce perfettamente la differenza che può fare un cantante all'interno di un gruppo. Musicalmente già ci siamo, ma manca Mike Patton. E ciò si sente perfettamente in Crab song (al limite della stonatura). Belle Introduce yourself e We care a lot. Poi arrivò Lui...e i capolavori fioccheranno. 73
INFORMAZIONI
1987
Slash Records
Crossover
Tracklist
1. Faster Disco
2. Anne's Song
3. Introduce Yourself
4. Chinese Arithmetic
5. Death March
6. We Care a Lot
7. R n’ R
8. The Crab Song
9. Blood
10. Spirit
Line Up
Chuck Mosley (Voce)
Jim Martin (Chitarra)
Roddy Bottum (Tastiere)
Bill Gould (Basso)
Mike Bordin (Batteria)
 
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