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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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07/07/2019
( 873 letture )
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Ancora poco conosciuti a causa di una discografia dai numeri molto risicati, i gallesi Malum Sky sono una band da tenere d’occhio, anche se ciò che leggerete a fine recensione potrebbe rendere questa raccomandazione inutile. Attivi dal 2014, i ragazzi di Cardiff possono vantare solo due EP in carriera – il primo edito nel 2015, il secondo quello oggetto della presente recensione – ma il loro prog Metal appare lo stesso molto maturo e personale, per quanto si rifaccia a canoni certamente standardizzati.
Intitolato Diatribe, il mini album (peraltro caratterizzato da una piacevole veste grafica col disegno di copertina in rilievo) è basato appunto sull’idea di diatriba. In particolare quella che coinvolge l’intero pianeta attraverso le varie forme di comunicazione oggi disponibili ed il continuo, abnorme flusso di informazioni che ci soverchia continuamente. La gestione individuale e globale di questa situazione è quindi alla base della filosofia dell’opera. Solo pochi spruzzi di tastiere "di retroguardia", chitarre oscure e molto presenti, sezione ritmica possente, varia e precisa (il batterista Joe Wilkes ed il chitarrista Michael Jensen Després hanno però lasciato nel frattempo la band) e la voce di Ben Honebone, chiara e molto interpretativa, ma capace di forzare fino al growl quando occorre, a porgere al pubblico i suoi testi; queste le prerogative del gruppo. I cinque brani in scaletta propongono tutte le sfumature del prog Metal, da quelle più dolci a quelle più aggressive, passando per momenti oscuri pieni di pathos ad altri densi di groove. Year of the Rat e Borrower sono decise potenti, ma specialmente con la seconda centrano un paio di ritornelli che si memorizzano immediatamente, mentre The Coil è meno semplice da assimilare, meno istintiva, ma sempre ben riuscita. Altro gran ritornello ed ottima linea vocale per Eye Above e chiusura con Diatribe, punta di diamante concettuale del lavoro, contraddistinta ancora da un ottimo groove. Da lodare anche la produzione, che restituisce molto bene ogni sfumatura generata dalla musica dei Malum Sky.
La qualità migliore di Diatribe è probabilmente l’equilibrio. L’EP rimane sempre e saldamente all’interno dello steccato del progressive Metal, ma nonostante non manchino passaggi elaborati, mantiene sempre una certa scorrevolezza che tende leggermente ad incepparsi solo quando la band cerca alcune soluzioni ritmiche dissonanti che appaiono un po’ forzate e quindi non sempre riuscite. Da consigliare ai fan dei TesseracT (la title-track ne ricorda molto lo stile) così come dei gruppi meno integralisti del settore, i Malum Sky devono adesso riconfermarsi sulla lunga distanza se vogliono realmente imporsi sulla scena. Ed hanno tutte le qualità per farlo anche se, purtroppo, si annuncia per loro uno stop indefinito causato sia delle partenze prima indicate, che dalla voglia dei superstiti di esplorare anche strade alternative. Diatribe, quindi, potrebbe anche essere stato contemporaneamente una conferma ed il canto del cigno di questo gruppo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Year of the Rat 2. Borrower 3. The Coil 4. Eye Above 5. Diatribe
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Line Up
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Ben Honebone (Voce) Michael Jensen Després (Chitarra) Jon Evans (Chitarra) Athanasios "Saki" Patsiouras (Basso) Joe Wilkes (Batteria)
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