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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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08/07/2019
( 870 letture )
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Nel 2018 i danesi Slægt rilasciarono The Wheel, un full-length ricco di spunti e la cui indubbia qualità riuscì a soddisfare un discreto numero di palati. A distanza di meno di un anno eccoli tornati con un EP con sole due tracce, per una durata complessiva di appena dieci minuti! Operazione riuscita?
Le sonorità della band rimangono invariate, nulla che insomma faccia pensare a un enorme cambiamento nel songwriting. Ecco quindi senza tonnellate di premesse il pregio/difetto dell’EP, un “mordi e fuggi” che di certo non lascerà perfettamente soddisfatti gli appassionati o la schiera di fan del quartetto, al contempo capace però di regalare pochi minuti di violenza sentita, spassionata. L’iniziale Black Bombs si apre infatti con una sincera acidità, il guitarwork si articola tra arrangiamento e parte solista in maniera accattivante. Oskar al microfono non delude, innalzando il buon riff del brano. Dopo la prima strofa ecco una continuazione dell’assolo iniziale, come un leitmotiv privo di redini. Nonostante le sonorità tipiche del genere, non si spreca però il lato più melodico, tratto distintivo della band (ravvisabile infatti nel precedente lavoro). Il tutto è seguito con stile dalla sfuriata ritmica a carico di Bergholz ed Edalis (rispettivamente basso e batteria). Il primo brano risulta quindi convincente e tutto sommato riuscito. È però la successiva e strumentale Wake Dirge a innalzare lievemente la qualità. L’aspetto melodico a carico delle chitarre sa intonare giri decisamente ispirati che portano verso il secondo minuto del brano in cui le parti di chitarra si addentrano in lande spettrali; il lotto appena citato ricade poco dopo in arpeggi cupi, privi di speranza in cui il basso sa emergere con carattere. L’esplosione era dietro l’angolo e quando arriva non può che strappare un sano sorriso ai palati più dediti al genere, con riff pesanti e massicci accompagnati da blast beat martellanti. Le parole non devono distogliere però dalla capacità emotiva di Wake Dirge, assolutamente capace di emozionare e rendersi colonna sonora di una caduta nel vuoto e del grido che ne può derivare. Un grido che peraltro risulta tale pur senza presentare una singola parola. Questo rende la canzone un paradosso di grande ispirazione melodic black.
Tutto qui? Come intuibile dalle premesse, Black Bombs va considerato come un piccolo regalo dei musicisti di Copenaghen, capace di farci trascorrere dieci minuti di devasto musicale senza rinunciare a una buona dose emotiva. Un regalo quindi gradito ma purtroppo anche scarno, come scarne sono le parole che gli si possono dedicare. Preparatevi a fine ascolto ad avere del leggero amaro in bocca, seppur esso non vi dispiacerà del tutto.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Black Bombs 2. Wake Dirge
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Line Up
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Oskar J. Frederiksen (Voce, chitarra) Anders M. Jørgensen (Chitarra) Olle Bergholz (Basso) Anders Edalis (Batteria)
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RECENSIONI |
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