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Inculter - Fatal Visions
26/07/2019
( 1361 letture )
Nell’ultimo decennio in particolare, la Norvegia ha vissuto un vero e proprio revival di thrash a tinte nere, sulla scia del lavoro di Aura Noir e Nocturnal Breed negli anni Novanta. Così, dopo Nekromantheon, Deathhammer e Condor, ecco un altro prodotto di buon livello che pesca a piene mani nella tradizione europea di metà anni Ottanta. Gli Inculter, nati nel 2012, pagano infatti un evidente debito diretto nei confronti del thrash teutonico nella sua declinazione più furiosa, nonché dei primi Slayer. Riff marci, assolo lampo al vetriolo, batteria martellante e linee vocali sporche sono gli irrinunciabili ingredienti del piatto che ci viene offerto. A tutto ciò, i norvegesi aggiungono una padronanza tecnica sopra la media e una innegabile ispirazione in fase di composizione, che rende il loro sound distinguibile dalla massa. Dopo un EP rilasciato nel 2013, due anni dopo arriva l’esordio sulla lunga distanza con Persisting Devolution, cui avevano partecipato il chitarrista e cantante Remi A. Nygård e il bassista Cato Bakke. Si registrano quindi l’ingresso in formazione di un secondo chitarrista, Lasse Udjus, che contribuisce a irrobustire il sound dei nostri, e l’avvicendamento alle pelli con l’arrivo di Daniel Tveit. Arriviamo così al 2019.

Fatal Visions esce per la Edged Circle Productions il 12 aprile scorso, componendosi di otto tracce, per poco più di mezz’ora di incessanti rasoiate. Un minutaggio contenuto ma pienamente congruo al tipo di sound offerto, scongiurando così il rischio di appesantire l’ascolto. Efficace anche la produzione, che rende il suono piuttosto pulito, cui partecipa l’ex tastierista degli Enslaved, Herbrand Larsen. L’apertura dell’album è affidata al tripudio di Open the Tombs, che introduce perfettamente l’infernale ascesa dei norvegesi. Seguono la ancora più esaltante Impending Doom, arricchita da una sezione centrale con una ritmica più cadenzata e la terremotante Shepherd of Evil. Endtime Winds, alla numero quattro, illude con una andatura iniziale più lenta e intimamente connessa con sonorità black classiche, imprimendo quindi un’accelerazione spaccaossa che metterà a dura prova il vostro collo. Il segreto di questo secondo lavoro degli Inculter sembra risiedere proprio in pezzi come questo, in altre parole nella capacità di alternare atmosfere funebri e quasi stagnanti con improvvise e devastanti ripartenze che mozzano il fiato. Si prosegue senza particolari variazioni stilistiche, ma senza per questo annoiarci un solo istante, con Final Darkness e Towards the Unknown, giungendo così alla title track. Degna chiusura affidata a Through Relic Gates. Per i maniaci dei dettagli, si segnala la scelta del font Old English, vedasi Bathory, per il booklet.

In conclusione, gli Inculter sfornano un secondo album di ottimo valore, andando a contendere ai già citati connazionali il trono degli Inferi. La sensazione è che nei prossimi anni ci sarà da divertirsi a colpi di riff.

Buon ascolto e che il metallo sia con voi!



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
53.37 su 8 voti [ VOTA]
Broken Arrow
Sabato 3 Agosto 2019, 23.05.23
6
Una bella manganellata nei reni. Da tenere d'occhio!
Immolazione
Sabato 27 Luglio 2019, 13.59.12
5
Non amo il thrash ma è un disco interessante e ben fatto. Voto giusto. PS: ma la funzione "voto lettori" sembra solo a me una esca per i troll?
Klunk
Sabato 27 Luglio 2019, 13.03.31
4
😂😂😂xxx
XXX
Venerdì 26 Luglio 2019, 21.55.57
3
Senza quella T lì in mezzo sarebbe stato perfetto
Silvia
Venerdì 26 Luglio 2019, 21.13.31
2
Concordo con la recensione: "atmosfere funebri e quasi stagnanti con improvvise e devastanti ripartenze che mozzano il fiato" descrive perferttamente questo ottimo album cui x gusto personale darei un voto superiore. Lo attendevo con impazienza dopo l'altrettanto ottimo (ma forse sotto di un soffio a mio parere) Persisting Devolution e devo dire che le attese sono state ampiamente soddisfatte . Una piccola curiosita: 2/4 del gruppo fanno parte del combo norvegese Sepulcher, altra giovane e promettende band con sonorita' un po' piu' legate al death
Nonno
Venerdì 26 Luglio 2019, 19.48.04
1
THRASH! Consiglio anche gli Shakma, sempre norvegesi e pieni di trilli malefici alla primi Destruction.
INFORMAZIONI
2019
Edged Circle Productions
Thrash/Black
Tracklist
1. Open the Tombs
2. Impending Doom
3. Shepherd of Evil
4. Endtime Winds
5. Final Darkness
6. Towards the Unknown
7. Fatal Visions
8. Through Relic Gates
Line Up
Remi A. Nygård (Chitarra, Voce)
Lasse Udjus (Chitarra)
Cato Bakke (Basso)
Daniel Tveit (Batteria)
 
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