|
19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
|
07/08/2019
( 1257 letture )
|
Quattro anni sono passati dall’ottimo precedente Road Roller Machine, secondo album in studio dei romani Helligators che proponeva un potente compromesso tra heavy metal e hard rock. Oggi nel 2019, sempre sotto il felice sodalizio stretto con Sliptrick Records, i Nostri tornano in carreggiata con il nuovo Hell III, che con il titolo sottolinea come si tratti del terzo lavoro della discografia della band e con la cover essenziale con ben pochi fronzoli va a mettere subito in primo piano una musica con la voglia di incendiare tutto. Rispetto al precedente, innanzitutto si notano un paio di assestamenti nella line-up, con Pinna al posto di Goblin al basso e Dude al posto di Hellvis dietro al microfono.
Già dopo i primi ascolti, l’album si dimostra essere caldo e vigoroso, e ci si stupisce nell’accorgersi che la durata totale va praticamente a raggiungere l’ora piena: le tracce sono undici, tutte comprese tra circa quattro e mezzo e sei minuti e mezzo, scorrono con fluidità e con buona variazione e, a conti fatti, danno l’impressione di far durare Hell III un quarto d’ora in meno. La sensazione è naturalmente positiva, perché sebbene forse non contenga momenti davvero eclatanti o “da novanta”, l’album scorre a flusso continuo senza incepparsi veramente mai, con composizioni che al contempo hanno un’anima dall’energia traboccante e, dall’altro, sono il frutto del lavoro di chi ha un certo tipo di musica pesante che scorre velocissima nelle vene. Rispetto al passato recente di Road Roller Rebellion c’è una maggior varietà e orecchiabilità nei brani, che al di là dei gusti personali vanno a plasmare una proposta sicuramente più ricca, rispetto alla maggiore staticità e all’approccio più sfacciatamente “da pugno in faccia” del predecessore. Questo non significa che Hell III non sia un album diretto, ma nel sound vanta diverse influenze tra il rock e il metal di fine anni Novanta, alcuni pezzi vantano un groove potente, che s’incrocia con il southern rock o con momenti dal sentore quasi alternative metal. Anche la voce del nuovo arrivato Simone “Dude” si presta benissimo al gioco, passando dall’essere rude e grossa a essere più pulita ed espressiva, che sarebbe stata benissimo in grado di dare voce a una qualche band grunge di un paio di decenni fa. Anche i suoni rendono giustizia alle composizioni degli Helligators: il calore di un sole bruciante, l’odore di ruggine, di sabbia, di sudore, di un arido inferno da deserto americano del Sud passa anche per il sound massiccio, sporco ma nitido, e anche le capacità tecniche dei musicisti sono assolutamente fuori discussione. Detto ciò, all’ascoltatore non resterà che scegliere i suoi pezzi preferiti. Until I Feel No More dal piglio più “moderno” e catchy, la hit di Hell III, oppure l’opener Rebellion, più heavy e diretta e di impatto sicuro nei live shows. Here to Stay è invece trascinante, racchiude quell’attitudine ninenties sopra accennata, coinvolgente nel refrain corale e nelle linee di chitarra, mentre se si predilige la faccia più southern allora ecco la ballatona Where I Belong. Ancora, la conclusiva Pedal to the Metal è un passo indietro alle sonorità più aggressive di Road Roller Rebellion.
Detto ciò, se cercate un ascolto energico e vigoroso, non troppo impegnativo ma anche sentito, Hell III degli Helligators è sicuramente l’album che fa per voi. Un lavoro sopra la media delle uscite del genere, anche tra quelle del Bel Paese, con una band che sa benissimo quello che vuole e che si è dimostrata decisamente all’altezza, anche facendo un passo avanti rispetto al già ottimo predecessore. Le influenze sono sicuramente diverse, difficilmente ascrivibili in un solo genere, ma che il chitarrista Kamo preferisce definire semplicemente come un ”Rock ‘n Roll pesante e de panza”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Rebellion 2. Here to Stay 3. Bleeding 4. Where I Belong 5. Born Again 6. The Prison (Confession Pt. 1) 7. Gone (Confession Pt. 2) 8. Until I Feel No More 9. Bassthard Session III 10. Even From the Grave 11. Pedal to the Metal
|
|
Line Up
|
Simone "Dude" (Voce) Mik "El Santo" (Chitarra, Cori) Kamo (Chitarra, Cori) Pinna "Yeti" (Basso) Alex (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|