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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Evilfeast - Lost Horizons of Wisdom
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17/08/2019
( 1368 letture )
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Ho sempre pensato che non sia assolutamente casuale il fatto che il fenomeno delle one man bands sia proliferato soprattutto negli ambienti black metal. Un genere che di per sé ha un'identità fortissima e che quindi, piacciano o no, porta con sé valori e sensazioni come l'individualismo, la solitudine, la ricerca dell'oscurità, l'anelito per tutto ciò che è ancestrale ed occulto. Sensazioni che com'è evidente sono molto personali e quindi si confanno perfettamente alla dimensione della one-man band. Una tradizione anticipata in parte dall'indimenticato Quorthon, inaugurata ufficialmente da Burzum, uno dei progetti metal solisti per eccellenza e seguita da numerosi artisti in giro per il mondo, in particolare nell'ambito del cosiddetto atmospheric black. Dalle terre slave della Polonia, Jakub Grzywacz, in arte GrimSpirit è stato uno dei prosecutori di questa corrente con il suo progetto Evilfeast, in verità uno dei migliori esempi di black metal puro e old-school degli anni 2000. Evilfeast pesca a piene mani dalla tradizione black metal anni '90, riuscendo comunque ad ottenere un effetto abbastanza originale e soprattutto un sound e un songwriting molto caratteristico. Se i primi due full-length, Mysteries of the Nocturnal Forest e Funeral Sorcery avevano già mostrato pienamente il grande potenziale di questo artista, Lost Horizons of Wisdom fu un po' la sua consacrazione. Lost Horizons of Wisdom è, se vogliamo, una sorta di epitome di tutto ciò che un disco black metal, soprattutto nella sua concezione più d'atmosfera, dovrebbe contenere. Nonostante la suddivisione in cinque "capitoli", ci si trova davanti ad un unico, imponente monolite della durata di ben 70 minuti e, benchè la durata non faciliti assolutamente l'ascolto, è così che bisognerebbe intenderlo: in Lost Horizons of Wisdom confluiscono in un solo canale musica, testi e immagini.
Ad accoglierci, in copertina, troviamo uno dei numerosi paesaggi ritratti da Caspar David Friedrich (quello de "Il viandante sul mare di nebbia", tanto per intendersi), che getta l'ascoltatore già nel giusto setting. La musica fa il resto: le tastiere sono un elemento preponderante, quasi al pari delle chitarre, eppure nessuna prevale mai sull'altra; il synth è però l'elemento più caratterizzante del sound di Evilfeast, in quanto fondamentale per andare a creare quell'atmosfera occulta ed atavica, a tratti liquida, onirica, indefinita. Alle chitarre ovviamente compensare le melodie delle tastiere con quell'aggressività tipicamente black metal: i riff sono malinconici, spesso giocati su accordi minori suonati a velocità pazzesche, o su arpeggi a tratti dissonanti nelle sezioni più cadenzate, in cui fa capolino anche il basso, che comunque ben copre le basse frequenze per l'intera durata dell'album. I testi, poi, sono una chicca per chi vuole immergersi appieno nelle atmosfere del disco: nonostante molte soluzioni rimandino ovviamente alle classiche tematiche black, con un occhio di riguardo per foreste, boschi e quant'altro, lo stile è molto particolare, ricco di termini anticheggianti o in disuso, che li rendono in qualche modo originali ed eleganti. Se, come già detto, il disco è nella sua interezza piuttosto omogeneo, non si può però omettere una menzione d'onore per la title-track, una delle più belle canzoni mai scritte da GrimSpirit, malinconica, sognante, misteriosa, bellicosa nelle parti più tirate, vale da sola l'intero disco. Un gioiellino che ancora oggi farebbe a pezzi numerose produzioni di band atmospheric black degli ultimi anni, senza alcun dubbio.
Evilfeast, con quello che è con tutta probabilità il miglior album della propria discografia, senza nulla togliere agli altri che sono tutti ottimi lavori, è riuscito in una missione non facile: riuscire a rievocare le sonorità e le atmosfere del black metal più oscuro ed oltranzista e a renderle originali grazie ad una buona iniezione di personalità e un songwriting di tutto rispetto. Questo non fa di Lost Horizons of Wisdom necessariamente un album rivoluzionario o una pietra miliare del genere, ma uscite così di qualità, che negli anni 2000 non sono esattamente all'ordine del giorno, sono oro colato per i nostalgici del black vecchia scuola. E se rientrate in questa categoria, fate vostro questo disco.
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7
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Tutti gli album di Evilfeast sono piccoli gioielli. Oggi peraltro introvabili se non sborsando diverse decine di euro. |
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6
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E mettiamoci anche Wintermoon Enchantment (che in effetti era il prossimo suo che volevo ascoltare...), minchia, neanche quando vado a comprare il formaggio di fossa vado così al rialzo |
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5
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Si sì te ne avevo parlato tempo fa' ..adoro Grimspirit, e' geniale nel creare atmosfere gelide e malinconiche..e' bellissimo anche Wintermoon Enchantment, l' ultimo mi manca ma lo faro' mio appena possibile.. |
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4
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Grandi, li ho ascoltati in macchina ieri sera e mi son detto fammi vedere se sono recensiti... ma sta rece da dove spunta? Concordo con i commenti sotto e anzi ringrazio @lisablack che non ricordo in che occasione ne aveva parlato facendomeli conoscere. Invece la rece mi fa girare i coglioni di loro dopo aver preso Elegies avevo recuperato Mysteries perché è il primo e Funeral Sorcery perché Dayal Patterson diceva che era il capolavoro. Tutti favolosi, ma qui mi dite che questo è il miglior album e adesso toccherà ascoltarlo |
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3
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Sempre gioiellini di black come si faceva una volta da lui. Molto bello anche lìultimo Elegies of stellar wind. |
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2
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Band che adoro e che finalmente vedo recensita! Grimspirit e' un genio crea atmosfere gelide e malinconiche, pura magia..grandissimo black metal questo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Algol's Northern Lights 2. Grim Spirit, the Forest Wanderer 3. Cages of Cold Despondency 4. My Tower Among the Timeless Mountains 5. Lost Horizons of Wisdom
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Line Up
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GrimSpirit (Voce, Tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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