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19/04/24
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The Damned Things - High Crimes
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29/08/2019
( 906 letture )
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I The Damned Things sono un supergruppo nato dall’ unione dei chitarristi Scott Ian (Anthrax) e Joe Trohman (Fall Out Boy), i quali dieci anni fa iniziarono a scrivere canzoni assieme, dando vita a questo side project. Subito vennero aggregati alla band Andy Hurley (Fall Out Boy), Keith Buckley (Every Time I Die) e più recentemente Dan Adriano (Alkaline Trio).
Esce così nel 2010 il disco di debutto, Ironclast. A distanza di parecchi anni il supergruppo torna alla carica con un nuovo album, High Crimes, solidamente sulla linea del precedente, con un concentrato di alternative rock-metal decisamente accattivanti, orecchiabili e piuttosto freschi (anche grazie a degli apprezzabili e non invadenti tocchi elettronici). La proposta come al debutto è all’altezza, di indubbia qualità e non dà l’impressione di essere una mera operazione commerciale. Si tratta sicuramente di un lavoro ben prodotto e ben “confezionato”, ma l’esperienza e le immense capacità della lineup riescono a superare questo possibile ostacolo, quello di creare un qualcosa di “plasticoso”, di non vivo e poco credibile, componendo dieci canzoni estremamente scorrevoli, suonate con perizia e personalità, in particolar modo nel caso di Keith Buckley, la cui voce si sposa perfettamente con questo genere di sonorità. Ottime sono le rockeggianti Cells o Invincible così come lo sono Carry A Brick o Young Hearts, con i loro ritornelli catchy, ruffiani ma efficaci (su questa linea di canzoni easy listening forse Something Good è quella un po’ meno convincente). Nel complesso non ci sono canzoni che si affermano con distacco sopra ad altre o canzoni particolarmente brutte, fuori luogo. High Crimes vince nel suo equilibrio, nel suo essere costante per tutta la sua durata, scorrendo e lasciandosi ascoltare con piacere sempre, senza alti o bassi: le canzoni funzionano grazie all’ottimo lavoro della band, che suonano ritmiche e riff solidi, melodie piacevoli e numerosi assoli, sempre “mescolati” in maniera funzionale, mai eccessiva o fuori luogo. Lo stile delle band originali dei musicisti dei The Damned Things non emerge troppo e non prevarica mai su quello del progetto: Keith Buckley mantiene il suo timbro caratteristico che si può sentire negli Every Time I Die, ma si fa adatta ancora di più alla natura delle sonorità facili ed estremamente orecchiabili di High Crimes, tirando fuori tutto il suo lato più accattivante e “radiofonico” (i ritornelli la fanno da padrone in tutte le tracce), così come lo fanno tutti gli altri membri della formazione.
High Crimes non è un disco intellettuale o impegnativo, che necessita di analisi approfondite. Tutto è semplice ma estremamente efficace. Il songwriting è ottimo così come ogni altro aspetto dell’album, che senza troppe pretese riesce a fare alla grande quello che deve fare, ossia scorrere fluidamente, in maniera piacevole, senza intoppi in un flusso di rock facile e leggero ma con una positiva carica di energia.
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Mah... nel bene e nel male, è un'americanata
Non tutto è da buttare, anzi, il riff di invincible è ruffiano quanto il ritornello, mica facile. Ci sono degli attacchi belli potenti, si sente che è suonato da gente capace ma il debut era più sanguigno. Sempre piacevole la matrice blues, ma il dejavu è avvertibile fin dalle prime battute. Diciamo "non un passo avanti" |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cells 2. Something Good 3. Invincible 4. Omen 5. Carry A Brick 6. Storm Charmer 7. Young Hearts 8. Keep Crawling 9. Let Me Be (Your Girl) 10. The Fire Is Cold
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Line Up
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Keith Buckley (Voce) Scott Ian (Chitarra) Joe Trohman (Chitarra) Dan Adriano (Basso) Andy Hurley (Batteria)
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RECENSIONI |
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