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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Wretched - Libero di Vivere, Libero di Morire
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07/09/2019
( 1669 letture )
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L'hardcore italiano degli anni 80 è tutt'oggi riconosciuto come una delle scene più vitali, folgoranti e prolifiche della storia dell'underground e di tutti i generi estremi. I milanesi Wretched, esistiti tra il 1980 ed il 1988 ed incolumi da ogni tentativo di reunion, reprise o rinnovo, sono tutt'oggi riconosciuti come la band più importante, più inattaccabile, più genuina di quel filone. Vivere l'underground, l'hardcore-punk o ogni altro genere estremo fiorito nelle ultime quattro decadi e rimanere indifferenti a questo moniker, equivale a rinnegare decenni di movimenti giovanili, di impegno sociale, di opposizione agli status quo, di anti-militarismo e di condanna a società sempre più vuote ed opprimenti. Possono passare in secondo piano i primi esperimenti di centri sociali autogestiti, di circuiti live in tutto il territorio nazionale, di etichette indipendenti e di auto-produzioni laboriose (come la stessa Chaos Produzioni dei fratelli Fabio e Gianmario Mussi), di live oltre-confine e dei palchi condivisi con i mostri sacri del settore, il messaggio politico egualitario, le costanti repressioni subite. Non può, invece, grazie a questo gioiello, passare in secondo piano la mole di versi, rime e concetti che prevalgono nella miscela sonora, riversati dalla voce inconfondibile, roca e sgraziata di Gianmario: un flow incessante, come una mitraglia di linguaggi esasperati ma chiari ed efficaci, con parole come rifiuto, lotta, paura, vita, ridondanti ma mai ripetitive.
Libero di Vivere, Libero di Morire è il loro primo full-length, stampato in alcune migliaia di copie in vinile di diversi colori, tutte rigorosamente accompagnate dal poster pieghevole contenente testi, foto e annotazioni, anticipato da due leggendari EP (tra cui il pregiatissimo split con gli amici Indigesti), con un solo successore (La Tua Morte Non Aspetta del 1986). L'hardcore-punk di quell'epoca non seguiva partiture rigide, né aveva cliché da rispettare: era, anzi, un'esplosione di riffing fuori dagli schemi, di spontaneità estrema, di gusto dell'eccesso. La musica dei Wretched attinge a piene mani dall'underground più caotico, rumoroso e senza confini, con numi tutelari innegabili come Disorder, Bad Brains, Negative Approach, Discharge e strizzatine d'occhio alle produzioni made in Crass Records. Estremizzare, picchiare duro, andare oltre. La progressione di accordi disarmonici, ripetitivi, in apertura della piece, capitola dopo i quattro colpi di rullante ed il pattern incalzante di Come un cappio, ancora oggi un inno dell'hardcore italico per la sua asprezza: il sound è crudo, spesso ancora acerbo, ma ben amalgamato, con un timing sconnesso, tanto è tirato all'eccesso, trascinante, scandito dai colpi di Crema, in prestito dai boots & braces bolognesi Rip Off.
Un cappio che si stringe, un cappio che mi uccide Un cappio che io devo distruggere e spezzare
Una carrellata di accuse, provocazioni, rasoiate, affondi al rumore bianco, da parte di chi stava costruendo, scuotendo ed alimentando la propria scena, su tutto il territorio nazionale e non solo: l'album contiene brani tra i più significativi della carriera dei nostri; titoli che fanno venire la pelle d'oca a qualsiasi seguace, da Finirà mai? a Disperato ma vivo, da Mai arrendersi a Uniti sempre!, con il gran finale dettato dalla nerissima sentenza di Spero venga la guerra, ermetica, sillabata dalla voce fuori base, un pugno al fegato della società occidentale degli anni 80, quella dei qualunquisti, degli arrivisti e dei menefreghisti.
Spero venga la guerra con i suoi orrori e le sue stragi Solo allora capirai che potevi far qualcosa Parlano di benessere di pensare al tuo futuro Ma sarai soltanto tu a pagare i loro errori Spero venga la guerra con i suoi orrori e le sue stragi Solo allora capirai che potevi far qualcosa Per colpa di bastardi viviamo per morire E tu sei come loro incapace di pensare
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11
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Eh dai basta!!!! Così non è giusto però... cazzarola... Mi fate venir da piangere.... questi non sono dischi ma piezz e' cor!! Ossequi! |
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10
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...gran disco....di valore storico .... |
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...di Gianmario ricordo le pogate insieme nello scantinato della discoteca Si o Si ascoltando Pistols Ramones Clash e via dicendo... Fine anni 70...
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8
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questo è lHARDCORE italiano. niente cazzi!!! niente stronzate commerciali. D.I.Y style. sempre e comunque. |
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7
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M'è scesa la classica lacrimuccia da nostalgia dei tempi che furono. |
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Ho il vinile! Una ristampa di alcuni anni fa... storici e fondamentali per il genere senza se e senza ma. Tra l'altro molto apprezzati dagli appassionati del genere anche all'estero soprattutto in Brasile. |
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5
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Voto giusto, recensione bella. Un disco da avere punto e basta. |
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Fantastico album da spremere come un limone acerbo |
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Grande band, comprai all'epoca l'ep con gli Indigesti, che è qui accanto a me |
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...che bello.....band storica hc.....made in italy...... |
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Fotografia di un'era leggendaria e irripetibile. Anche se i loro pezzi migliori stanno altrove secondo me (la tua morte non aspetta e il singolo Libero e Selvaggio) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Come un cappio 2. Troppo facile morire 3. Finirà mai? 4. Non ingannarti 5. Devi riuscire 6. Prova a guardare 7. VIRUS 15/5/84 8. Combatti 9. Disperato ma vivo 10. Nessun valore 11. Mai arrendersi 12. Tradizione e gerarchia, le loro catene 13. Quali domani quale futuro 14. Uniti sempre! 15. Dentro te 16. Spero venga la guerra 17. Rifletti
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Line Up
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Gianmario (Voce) Daniele (Chitarra) Fabietto (Basso) Crema (Batteria)
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RECENSIONI |
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