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Benediction - Transcend The Rubicon
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26/10/2019
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Album senza fronzoli dalla prima all’ultima nota, Transcend the Rubicon costituisce la terza fatica discografica targata Benediction. Ci troviamo in Inghilterra, nella città di Birmingham, nel 1993. Per qualsiasi fan del metal estremo, tale location suggerisce un solo nome: Napalm Death. Infatti, fino al 1991, il destino dei Nostri procedeva di pari passo con quello dei paladini indiscussi del grindcore, dal momento che entrambe le band condividevano (sarebbe forse doveroso scrivere “contendevano”) l’uomo che stava dietro al microfono. Stiamo naturalmente parlando del leggendario Mark “Barney” Greenway che, dopo un paio d’anni di intense riflessioni (dal 1989 al 1991) alla fine opterà per la scelta che tutti noi conosciamo. Accantonato il dispiacere per il volontario allontanamento di Barney, i Benediction non si danno certo per vinti, trovando in Dave Ingram un validissimo sostituto. Cantante dal growl certo profondo, quest’ultimo non possiede però la tipica furia rabbiosa del suo predecessore. La sua prestazione è molto più riconducibile a un death metal classico, da tradizione, che è poi il genere all’interno del quale la formazione inglese intende collocarsi.
Le influenze stilistiche, però, hanno un peso non trascurabile nel sound del gruppo. Le più evidenti - oltre alle tipiche cadenze thrash che certo ben si sposano con la musica dell’oltretomba - strizzano volentieri l’occhio al punk e all’hardcore compromettendo severamente il drumming di Ian Treacy, davvero troppo abbracciato a queste sonorità. Si tratta di un discorso che meriterebbe ben più di una manciata di proposizioni sintattiche, ma cercheremo comunque di ridurlo all’essenziale. La chiave di lettura di quanto andiamo affermando sta nel fatto che l’operato dietro le pelli, volgarmente parlando da noi "imputato", non intacca tanto la bellezza in sé di questo singolo lavoro discografico (peraltro pregiatissimo), bensì lo mina in una prospettiva di tipo temporale. Conosciamo tutti lo sviluppo che ha avuto questo genere nell’ultimo decennio, laddove un maggiore successo è stato riconosciuto a tutte quelle formazioni che hanno saputo puntare su velocità e complessità tecnica. Il death più puro e primordiale, senza fronzoli e magari con più di un richiamo al doom, è stato quasi relegato a sottogenere underground del mondo musicale estremo.
È quindi chiaro che questo Transcend the Rubicon, ancoratissimo alla tradizione e del tutto privo delle tipiche sfuriate in blast beat, paghi oggi il peso di tutti i suoi anni. Lo ripetiamo ancora una volta, a scanso d’equivoci: è l’età il vero - forse l’unico - nemico di quest’album. Questi sono lustri in cui la recezione del pubblico ha conosciuto considerevoli mutamenti in quanto a gusti e aspettative. Per il resto, il disco se la gioca ottimamente attraverso tracce studiate per far presa attraverso la successione di riff e fantastici groove. Da questo punto di vista, ce n’è davvero per tutti i gusti. L’ascolto è caldamente consigliato prima di tutto ai fan del death metal classico, degli inizi, altrimenti detto “quello che oggi non suona più nessuno”.
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BLAST BEAT? Che c\'entrano con questo tipo di death metal? Si sa che qui il drumming prende più dal thrash o dal crust... A quei tempi non era in uso nel death, ma più nel Grand core |
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Secondo me il recensore non ha nemmeno ascoltato l\'album in questione... vergognoso |
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Akira Fudo concordo al 1. 000 per cento, hai assolutamente ragione. Certi album sono come la Divina Commedia o i Promessi Sposi cioè di cosa stiamo parlando....????? |
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@lucio77, hai citato infatti una delle altre vittime di metallized, ma ce ne sono parecchie... credo però che non si possa ridurre il tutto ad una semplice questione di gusti o opinioni personali.. è ovvio che anche i capolavori possono non piacere a tutti, ma quando si consulta una recensione si cerca qualcosa di più del parere personale di un emerito sconosciuto; ci si aspetta una valutazione da parte di una persona preparata che sappia descrivere un\'opera fornendone, a chi non ne ha esperienza diretta, un\'idea e una valutazione possibilmente oggettiva e - appunto - non influenzata troppo dal gusto personale. Chiaro che non è facile mettere da parte le proprie preferenze parlando di musica, ma è in questo che risiede la bravura del giornalista / cronista che - per come la vedo io - deve quasi sparire e farci capire quello che l\'artista vuole dirci, non la sua personale visione del mondo e dell\'arte, della quale a noi interessati a Benediction, Morbid Angel, ecc. non frega una fava... troppo spesso, leggendo recensioni su questo sito, mi sono imbattuto in articolisti che fanno l\'opposto... immagino sia una scelta redazionale quella di lasciare massima libertà ai recensori, ma così IMHO si vanifica l\'enorme lavoro fatto per creare questo splendido database di recensioni.. perche le stesse poi riportano valutazioni senza un minimo criterio comune e quindi assurde, con pietre miliari e opere insignificanti che ricevono valutazioni similari. |
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Secondo Me, l\'equivoco di fondo è pubblicare una Recensione di un Album considerato fra \"Quelli da avere\" a prescindere dall\'opinione del Recensore. Blessed Are The Sick è l\'esempio più lampante.. |
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...ennesimo goffo tentativo di revisionismo ai danni di un classico riconosciuto come tale in maniera direi unanime dalla comunità metal; è un peccato, perché il database di recensioni fornito dal sito é oggettivamente clamoroso, e sarebbe utilissimo se non ci fossero frequenti \'\'inciampi\'\' (per essere gentili) come questo... non intendo in nessun modo essere polemico, ma credo che le recensioni dei classici dovrebbero essere affidate a persone che certe opere possano comprenderle, senza lanciarsi in panegirici insensati che sembrano avere l\'unico scopo di rubare la scena all\'opera recensita. Voto al disco: 90, alla recensione 10. |
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Questa \"recensione\" deve essere uno scherzo di cattivo gusto..... |
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Onestamente penso che questo disco sia il migliore della band. Fa\' tranquillamente il mazzo al 90% delle uscite attuali. Per me voto 85 |
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Il Classico per eccellenza dei B. e secondo me tra i migliori 30 album Death Metal di sempre. 76? Boh... fate voi! |
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Dal mio punto di vista, il Recensore sbaglia ad accusare il Gruppo di non avere avuto la Sfera di cristallo per capire che nel 2022 il Genere da loro proposto non sarebbe stato Attuale.. Un ragionamento che non può valere a posteriori.. Dare un 76 solo per l'impossibilità di prevedere il Futuro, che senso ha? Boh! |
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Questo album è un capolavoro, punto. A partire dalla produzione, sicuramente con suoni un po' impastati, incentrati sulle frequenze medie ma che nel complesso risulta granitico, ti asfalta. A proposito di batteria niente di super tecnico o sopra le righe ma ottimo lavoro ben amalgamato con le ritmiche e suoni che non mi è capitato di ascoltare spesso (il suono dei tom è super). E poi Dave Ingram te lo sogni di notte, cupo, feroce, ma con le singole sillabe che escono scandite e che ti arrivano in faccia. Sicuramente il loro punto massimo, anche se i successivi due album non sono certo da buttare.
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Per uno dei migliori album death metal di sempre. Minimo minimo 90 |
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Un classico. 76 è un voto ridicolo. Questo è uno dei pilastri del genere. 100 pieno. |
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"Lo ripetiamo ancora una volta, a scanso d’equivoci: è l’età il vero - forse l’unico - nemico di quest’album".....Va bene! Sentita questa non mi scompongo più davanti a niente.
"La chiave di lettura di quanto andiamo affermando sta nel fatto che l’operato dietro le pelli, volgarmente parlando da noi "imputato", non intacca tanto la bellezza in sé di questo singolo lavoro discografico (peraltro pregiatissimo), bensì lo mina in una prospettiva di tipo temporale.".......EEEEHHH?? |
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Quest album è un classico, al livello di Covenant o Human, il recensore aveva un anno quando uscì TTR. Chi ha più di 45 anni e segue il death metal sa che il 90 ci sta tutto. |
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Messo su stasera mi sono detto andiamo a rileggere qualche recensione. Rispetto l'opinione di tutti, per me uno dei top album death old school. Ascoltato oggi poi suona pure moderno, forse quella vena thrash non è poi tanto una pecca ma un pregio |
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Uno dei più bei dischi death degli anni 90... Ricordo che al tempo molte riviste gli diedero ottimi voti. Onestamente questo 76 mi sembra bassissimo, per me almeno 90... Non sono poi d'accordo col recensore quando parla dell "età " di questo album....ma è giusto considerare l'obsolescenza nella musica???? E allora con capolavori del rock e del metal di 40 anni fa cosa facciamo? Non li ascoltiamo più? Solo perché il pubblico apprezza altre sonorità? Mah.... |
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Uè, fenomeni, se siete così bravi perchè non la scrivete voi una bella recensione per un album del genere? Se siete davvero più capaci sono sicuro che la redazione apprezzerà e la sostituirà con la vostra |
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Un plauso al recensore per la creatività; ce ne vuole parecchia per cercare di introdurre il concetto di obsolescenza nella critica musicale (per modo di dire, visto il risultato)... consiglio all'autore dell'articolo di migrare verso altri settori dedicandosi a recensioni di cellulari, lavatrici e piani di cottura... il disco è ovviamente un classico del genere, ma credo lo sappiano tutti quelli intervenuti, eccetto uno... |
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In effetti, non me ne voglia il recensore, ma questo scritto lascia un pò a desiderare. C'è un pò di confusione... anche se non sono in completo disaccordo con la disamina. La digressione sulla batteria non può occupare mezza reviews, anche se ne approvassi il contenuto. Inoltre questo stile old School è vivo e vegeto, e tiene in vita un intero mondo underground da sempre. Senza contare che molti aspetti minimali sono stati ripresi a discapito di mille trigger e blastbeat di troppo da metà mondo death metal. |
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Mah...vorrei dire al recensore che “quello che oggi non suona più nessuno”, è forse quello che non conosce lui... |
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Gran disco di puro death metal. A dicembre saranno in Italia.Non vedo l'ora |
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questa recensione è uno scherzo vero?
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...sicuramente il piu' bello della loro carriera......alzare il voto,please..... |
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Gran bel disco, probabilmente il loro picco massimo. Le prime tre, Violation Domain e Artefacted (che era solo sulla versione in cd) sono tra i loro pezzi migliori. Voto 84 |
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No Fun, io anni fa suonavo cover dei Benediction, ci chiamavamo Trascend the Savignano sul Panaro. Grande disco questo qua, comunque.. |
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Una delle migliori rappresentazioni di Death Metal britannico. Voto 85. |
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Comunque a Savignano sul Rubicone ci sono stato spesso e non è come rappresentato sulla cover |
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un appunto al recensore al di là del voto e del disco in se, scusa ma tu dici che un disco di stampo classico come questo paga pegno al tempo e alle stilistiche del Death di oggi… scusami ma è da anni che una miriade di gruppi suonano proprio questo tipo di Death, le sonorità old e più dirette sono tornate da anni e hanno fatto la fortuna di un botto di gruppi che oggi vengono considerati i porta bandiera della nuova ondata, gente tipo dead congregation o cruciamentum vastum coffins eccetera...tutta gente che è chiaramente ispirata al Death semplice e diretto di gente tipo benediction. Quindi ritengo errata la tua valutazione perché orma sono diversi anni che queste sonorità sono tornate e gli ultra tecnicismi sono stati in parte messi via anche molti gruppi hanno ancora quell'approccio ci mancherebbe ma rimangono ugualmente underground, sto disco suona molto più attuale ora che prima. Mio parere. |
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Voto troppo basso e recensione piuttosto scarsa...da riscrivere! |
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Aspettando la vera recensione... |
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Ma siete bevuti? Si tratta di un album grind death, molto monolitico e quadrato, cosa servirà mai per descriverlo? Le recensioni per certi generi devono essere brevi e concise, mica stiamo parlando di un gruppo prog |
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Ma che è sta roba? Recensione? ma impara a scrivere
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Recensione (?) tutta piena di parolone per poi scrivere thrash senza h.. mah..senza offesa ma penso che un album importante come questo x il death inglese merirebbe ben altro trattamento |
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Ma la recensione dov'è? |
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