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Esoteric - A Pyrrhic Existence
28/11/2019
( 3954 letture )
Sono passati otto anni dall’uscita di Paragon of Dissonance, un periodo d’attesa da record, anche per una band come gli Esoteric, che in realtà si è sempre presa i suoi tempi (all’interno delle canzoni e professionalmente). Come sempre non è un problema poiché con la pubblicazione di un disco titanico come A Pyrrhic Existence gli Esoteric non si smentiscono e ripagano adeguatamente la lunga attesa.

A Pyrrhic Existence rappresenta (o dovrebbe rappresentare) il culmine della scia iniziata con The Maniacal Vale e seguita da Paragon of Dissonance, visto che da questi si è arrivati a una maturità assoluta, a livelli altissimi di qualità per dei dischi davvero ambiziosi. Più in generale si può considerare l’apice della carriera di una band iniziata ventisette anni fa, nel 1992 a Birmingham, che già con il primo demo Esoteric Emotions - The Death of Ignorance lasciava intuire le potenzialità che poi effettivamente si sono viste e sviluppate nel corso degli anni, dagli anni Novanta ad oggi, attraverso contaminazione di generi, sperimentazione e una grandissima coerenza, fattore che ha permesso agli Esoteric di non piegarsi mai alle logiche commerciali (per quanto possano effettivamente influire parlando di doom) e di non perdere mai di vista la propria identità e il proprio genio.

Fare paragoni con i dischi precedenti è un’impresa impossibile visti gli anni passati e il tempo che questi dischi richiedono per essere assimilati e capiti a fondo. Non fa eccezione A Pyrrhic Existence con le sue sei canzoni che vanno ad estendersi su 98 minuti di musica. Certo è che già ad un primo impatto il disco non sfigura: dalla copertina ad opera di Lisa Schubert (per la verità più diretta ed esplicita rispetto ai precedenti layout, più elaborati graficamente, ma indubbiamente efficace ed evocativa), ai suoni impressionanti, grazie al consueto ottimo lavoro svolto dal chitarrista e cantante Greg Chandler, tutto fa un’ottima prima impressione.

Le tematiche del disco, come si può evincere dalla copertina, ruotano attorno alla psiche e all’esistenza, alla sofferenza e alla morte: l’esistenza umana, in seguito al crollo della psiche, diventa tormentata, una sconfitta. La sopravvivenza, a quel punto, una vittoria di Pirro (da qui il titolo del disco).

Si apre il disco con Descent, una discesa di nome e di fatto: con i suoi 27 minuti la mastodontica opener fa subito sprofondare l’ascoltatore, lo proietta direttamente nel mezzo del mood degli Esoteric, al centro della loro proposta. Gli Esoteric non hanno mezze misure, credono in quello che fanno e si prendono i loro rischi, mettendo in gioco un brano che è praticamente un EP (non solo per la durata, ma per come si evolve): la scelta si rivela più che azzeccata. Descent scorre come fosse una normalissima canzone, pur trasmettendo infinita sofferenza e pesantezza. Musicalmente il genio esce tutto, attraverso un ottimo controllo dell’intensità del brano, che si divide fra momenti quasi ambient, parti in cui la voce inquietante di Greg Chandler la fa da padrone e momenti musicali più raffinati, in cui emerge il lato più melodico, psichedelico e sperimentale degli Esoteric. Basti pensare all’ultimo assolo, in cui il gusto non ha niente di doom/funeral, facendo emergere le influenze artistiche tanto care alla band quali Pink Floyd, Spacemen 3 e King Crimson.
Si prosegue con Rotting in Dereliction, che per un quarto d’ora sposta le atmosfere dell’album verso lati più oscuri e funesti, in cui Greg Chandler ringhia con incredibile cattiveria. La batteria è impressionante, dilata i tempi magistralmente, donando una pesantezza assoluta all’ascolto, ma non da meno sono le chitarre che anche qui tirano fuori melodie incredibili, suoni e soluzioni di grande eleganza.

Si smezza il disco con Antim Yatra, brano strumentale dominato dai sintetizzatori, in cui le atmosfere si schiariscono leggermente, facendosi eteree. La quiete dura poco: si continua a precipitare nell’oscurità con Consuming Lies e Culmination, brani forse più convenzionali rispetto alla prima parte del disco e più propriamente (funeral) doom. Il lavoro degli Esoteric anche in questo contesto non è così scontato: dalle parti vocali alla musica tutto è perfetto, tutto funziona, garantendo così una compattezza e un’oscurità sonora travolgenti. Gli elementi drone, piuttosto che leggermente tendenti al death o alla psichedelia sono dosati con sapienza, sempre ai fini di raggiungere quell’intensità e quel clima di malinconia che contraddistingue un po’ tutte le opere della band.

Il viaggio si conclude con Sick and Tired, che si scosta un po’ dallo stile delle due canzoni precedenti, tornando su un qualcosa di più aperto, volendo emozionante, ma sempre carico di malinconia e sofferenza, con un lavoro delle chitarre piacevolissimo (in linea con il doom moderno di gruppi come i My Dying Bride ecc.) che inizialmente vanno a contrapporsi alla brutalità delle parti vocali, per poi sostenere l’imponenza della voce straziante di Greg Chandler.

A Pyrrhic Existence è un disco introspettivo, soffocante, claustrofobico e pesante in tutto e per tutto. Dalle tematiche colme di malinconia, apatia e amarezza, espresse attraverso testi evocativi e poetici, alla musica suonata con estro e grande coscienza, in modo da trasmettere con efficacia queste sensazioni, agli elementi di contorno, come la durata (complessiva e delle singole canzoni), che comunque è lì a dirci che A Pyrrhic Existence non è un qualcosa di immediato (anche se per certi aspetti potrebbe esserlo, visto che è prodotto in maniera eccezionale e scorre senza incepparsi).
A Pyrrhic Existence richiede parecchi ascolti, per essere capito fino a fondo bisogna scavare, andare in profondità, ascolto dopo ascolto.
Gli Esoteric, capitanati dal geniale Greg Chandler, non sbagliano neanche stavolta e arricchiscono la loro discografica di un altro capolavoro.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
84.91 su 12 voti [ VOTA]
Mauroe20
Sabato 2 Ottobre 2021, 0.12.25
14
gira e gira ancora nel mio lettore, lavoro davvero notevole.Molto bella la versione digipack.Voto 80
Ramke
Giovedì 18 Giugno 2020, 12.40.38
13
Altro gran disco di una grandissima band. Certo, album ostico, davvero ostico. Infatti credo che gli Esoteric siano, per me, ovvio, il gruppo più difficile da ascoltare, bisogna essere animati di grande determinazione e curiosità per accingersi ad esplorare le sonorità che riescono sempre a sviluppare. Sono davvero un grandioso esempio di cosa sia il metal, segnatamente funeral doom. Promossi, come sempre.
gamba.
Domenica 22 Dicembre 2019, 1.22.38
12
la parte intorno al 14 minuto in culmination mi fa molto pensare agli inter arma
SOM
Martedì 3 Dicembre 2019, 13.36.56
11
e morirono tutti felici e contenti!
Galilee
Lunedì 2 Dicembre 2019, 12.53.39
10
Proverò ad ascoltarlo, paragon of dissonance era carino, ma nulla di eccezionale rispetto a tutti i dischi doom che ho preso in questi anni.
Pacino
Lunedì 2 Dicembre 2019, 12.34.34
9
Altro grande lavoro, in questo ramo del Metal hanno tutti da imparare da loro. Voto 88.
El Faffo
Domenica 1 Dicembre 2019, 21.12.13
8
Immenso! Lo ascolto prevalentemente di notte, a letto con cuffie a volume generoso (non Idiota, Generoso) ha proprietà eccezionali: un balsamo per l'anima (nera).
d.r.i.
Sabato 30 Novembre 2019, 9.17.54
7
Tanta, tantissima roba...
ObscureSolstice
Venerdì 29 Novembre 2019, 21.04.08
6
..e se ci sono numeri sono molto alti
ObscureSolstice
Venerdì 29 Novembre 2019, 18.41.36
5
Che band incredibile. Non a caso sono di Birmingham. Ancora una volta, essenziali. Non ci sono numeri.
Punto Omega
Venerdì 29 Novembre 2019, 13.07.09
4
Il solito grande album degli Esoteric. Ho ancora bisogno di tempo per capire quanto valga. Sicuramente è l'apice dell'anno in campo extreme doom, ma i suoi veri concorrenti sono le opere precedenti di Greg Chandler.
lashtal
Venerdì 29 Novembre 2019, 10.02.56
3
Un altro centro per una band che ha sfornato solo capolavori. Tra tutti, ma è solo una questione di gusti personali, il mio preferito rimane "Metamorphogenesis", che non è stato ancora recensito. Mostruosi e psichedelici.
enry
Venerdì 29 Novembre 2019, 9.06.13
2
Capolavoro anche per me, in un genere che forse è rimasto l'ultimo veramente di nicchia del Metal. Un disco che li colloca un pelo sopra anche ai miei tanto amati Evoken, Skepticism e Mournful Congregation. Dopo due settimane di ascolti escono sempre nuovi dettagli e sfumature, anche se complessivamente l'ho trovato leggermente più 'fruibile' di The Maniacal Vale. Da incorniciare 'Rotting...' gemma fra le gemme. In numeri 92-93
ares
Venerdì 29 Novembre 2019, 3.05.32
1
Capolavoro come tutta la loro discografia
INFORMAZIONI
2019
Season of Mist
Funeral Doom
Tracklist
1. Descent
2. Rotting in Dereliction
3. Antim Yatra
4. Consuming Lies
5. Culmination
6. Sick and Tired
Line Up
Greg Chandler (Voce, Chitarra)
Gordon Bicknell (Chitarra, Sintetizzatori)
Mark Bodossian (Basso, Sintetizzatori)
Jim Nolan (Chitarra)
Joe Fletcher (Batteria)
 
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