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Prysma - Closer To Utopia
03/12/2019
( 1049 letture )
I Prysma sono una band greca formatasi cinque anni fa a Salonicco, ma che ha pubblicato solo quest’anno l’album di debutto, Closer to Utopia, a causa di diversi cambi di formazione e soprattutto dopo una lunga fase di gavetta e scrittura dei brani. Da un punto di vista strettamente musicale gli ellenici suonano un progressive rock ispirato sia agli anni settanta che ad alcune derive moderne, facendo riferimento tra le influenze principali a nomi come Pink Floyd, Steven Wilson e Opeth.

La prima impressione con l’iniziale Bad Time to Dream? non è delle migliori. Il giro di basso e il pattern con cui la batteria fa da sostegno sono fin troppo semplici e scontati. Nonostante questo il pezzo si evolve in qualcosa di più psichedelico e fin troppo debitore, dal punto di vista sonoro, ai Pink Floyd di Wish You Were Here e alle atmosfere depresse che hanno fatto la fortuna di Steven Wilson, ma anche agli Opeth di Deliverance. Il quartetto greco pertanto non inventa nulla e anzi culla l’ascoltatore per dodici minuti tra chitarre sospese, plettrate delicate e dotate di un riverbero che stuzzica l’orecchio senza mai esagerare, tessendo atmosfere malinconiche tanto riuscite quanto derivative. Il comparto solista è invece più dinamico, fatto di assoli gustosi ed espressivi capaci di innalzare di non poco la qualità artistica complessiva del brano. Un inizio quindi solo sufficiente, tenendo conto di una parte iniziale scontata ma che via via riesce a sollevarsi in qualcosa di più riuscito e convincente. Al netto di un pezzo nella media c’è però da precisare che il disco presenta i suoi momenti migliori nelle restanti quattro tracce. Le influenze dei Prysma poc’anzi citate non cambiano ma la grossa differenza consiste in una maggiore ispirazione degli arrangiamenti, via via più sofisticati e stratificati, talvolta non privi di una certa teatralità ed emotività.

Si prosegue infatti su sonorità psichedeliche, piene di effetti e arpeggi con accordi diminuiti e sospesi con la seguente Lost in the Sky. A differenza della prima traccia però qui i Prysma movimentano le cose a metà canzone, spezzando l’atmosfera con una sezione strumentale più briosa ed energica e infine ripescando la parte iniziale, sorreggendola con una sezione ritmica tanto lineare quanto solida. I dieci minuti di Mondo Muerto sono probabilmente i migliori del platter, grazie al bel crescendo costruito ad arte e impreziosito da diversi interventi strumentali di pregio. Finalmente emerge la personalità dei Prysma in toto e, a conti fatti, il brano trasmette un’impressione più che positiva. È quasi la chiave di volta qualitativa che fa ben sperare per le restanti due canzoni che compongono il disco. Hypnotized fa fede al titolo grazie all’ipnotico mid tempo sul quale si sviluppano i riff e le melodie della chitarra. Il mood sognante quanto opprimente ricorda vagamente i Dream Theater di Repentance, senza il difetto di allungare oltre misura il brodo. L’influenza della band di Mikael Akerfeldt torna prepotente nella titletrack, posta a chiusura del disco. Ci sono le atmosfere rarefatte, i ritmi sincopati, la voce è ieratica e malinconica, così come i fraseggi di chitarra sono eleganti e delicati, opportunamente intarsiati e inseriti al posto giusto. Complessivamente Closer To Utopia è un signor pezzo, che lascia intravedere ottime potenzialità e interessanti spunti per il futuro del gruppo.

A fine ascolto nel complesso ci si può ritenere soddisfatti del debutto dei Prysma, anche se con qualche riserva, motivata principalmente dall’effettiva qualità della musica dei nostri. È innegabile che in questo debutto ci siano diversi momenti molto godibili, ben congegnati e decisamente ispirati, dall’altra parte però gli ellenici pagano lo scotto di un sound derivativo e già sentito altrove. Pertanto ci si dovrà solo occupare di limare in futuro il proprio songwriting, smaliziandosi e lavorando ancora di più sulla scelta dei suoni e degli arrangiamenti. Il consiglio è quello di abbandonare qua e là certe palesi somiglianze sonore con i celebri paragoni che hanno delineato lo spettro sonoro della band, evitando così un ingombrante effetto deja-vù che alla lunga potrebbe tarpare loro le ali.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
pink christ
Domenica 22 Dicembre 2019, 13.35.08
1
Bella recensione...da ascoltare
INFORMAZIONI
2019
Autoprodotto
Prog Rock
Tracklist
1. Bad Time To Dream?
2. Lost In The Sky
3. Mundo Muerto
4. Hypnotized
5. Closer To Utopia
Line Up
Spyros Delidimitriou (Voce, Chitarra)
Kostantinos Diakakis (Voce, Chitarra, Sintetizzatori)
Giannis Koutsos (Voce, Basso)
Orestis Grammenos (Batteria)
 
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