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The Black Crowes - Three Snakes and One Charm
11/01/2020
( 1738 letture )
Se si pensa ad una rock band in grado di unire sapientemente tre decadi di musica, nella fattispecie '70-'80-'90, uno dei primi nomi a venirci in mente è sicuramente quello dei The Black Crowes, magistrale esempio di come rock e blues possano risultare moderni nonostante gli anni che passano, magari apportando alcune contaminazioni direttamente alla radice del sound, entrando così in un caleidoscopio di generi talmente variegato da rendere difficilmente inquadrabile il prodotto in questione. È questo il caso di Three Snakes and One Charm, quarto album in studio del gruppo di Atlanta, un concentrato di talmente tanti elementi anticonvenzionali (ad esempio i fiati) da richiedere più ascolti per essere interamente assaporato nelle sue più colorate sfumature.

Pur essendo tutti i brani di gran classe, pregni di arrangiamenti difformi e di svariati strumenti (One Mirror Too Many, Better When You're Not Alone) è sulla parte centrale che l'LP cresce esponenzialmente, lì dove si assiste alle commistioni maggiori. Blackberry, uno dei due singoli estratti a livello planetario -l'altro è l'ottimo lentone southern Good Friday- è un pezzo pazzesco sul quale svetta la prova vocale disordinata e maiuscola di Chris su tonalità decisamente alte ed un'inaspettata sezione ritmica funky nello spericolato ritornello. I ritmi sono contagiosi e le urla del frontman non fanno altro che esaltarli. Ad un brano così non poteva che seguire la ballatona che odora di sud degli Stati Uniti. Ad un organo dalle vibrazioni clericali è affidato il compito di accompagnarci nella Georgia agricola, di riportarci alla mente il soul. Girl from a Pawnshop prosegue così fino ad accendersi come un fuoco sui quattro minuti con tanto di assolo e finale degno di una preghiera. (Only) Halfway to Everywhere è una vera e propria festa alla quale siamo tutti invitati, un'esplosione di colori, di suoni funky/soul/blues ai quali è impossibile resistere. Il ritornello gridato in coro è veramente estasiante. Bring On, Bring On torna a far sentire il rock d'annata con un solo sognante ed un chorus decisamente catchy mentre prima del finale è Let Me Share the Ride a lasciarci ancora una volta a bocca aperta con un boogie-woogie originale, potente ed estremamente contemporaneo.

How Much for Your Wings? è l'emblema di Three Snakes and One Charm; capace di cambiare ancora una volta registro, sfornando un ritornello immaginifico vagamente orientaleggiante ed un bridge confusionario. Trasmette la tranquillità con la quale i The Black Crowes conducono la propria proposta musicale, intraprendendo diverse soluzioni artistiche e raggiungendo sempre i traguardi sperati, magari in tal caso non in termini di vendite (è il primo dei loro dischi a non raggiungere una certificazione), ma sicuramente in termini qualitativi. Un gruppo in grado di esplorare diverse facce dalla stessa medaglia pur mantenendo un'identità ben delineata.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
74 su 4 voti [ VOTA]
Galilee
Lunedì 20 Gennaio 2020, 18.18.06
7
I The Black Crowes sono sempre grandiosi. Questo non è il loro disco migliore ma è sempre tanta roba. I primi 3 sono imbattibili, ma il mio preferito è Lions.. Disco da 10 e lode per me. Comunque andate ad ascoltarvi gli ultimi. Lavori come warpaint e before the frost sono da applausi. Giuro.
mop
Lunedì 20 Gennaio 2020, 17.26.18
6
Unica pecca di quest'album è l'essere uscito dopo i 3 dischi precedenti. Naturalmente non regge il confronto ma rimane un gran bel disco.
The Trooper 70
Giovedì 16 Gennaio 2020, 21.00.05
5
Concordo con il recensore, quando uscì, dopo il mugnifico terzetto, mise in dubbio il mio amore sviscerato per loro, troppi ingredienti nuovi per questo saporito calderone musicale, avevo ancora poca esperienza musicale ed ero legato troppo al passato, lo misi da parte deciso a darlo via..fortunatamente lo ripresi dopo alcuni mesi e lo riascoltai svariate volte poichè c'erano Good Friday, Bring On ma soprattutto e fondamentalmente How Much for... che continuavano a girarmi nei padiglioni auricolari, poi pian piano, con pazienza, l'ho apprezzato tutto, e penso che domani lo schiaffo nel lettore in auto e me lo godrò di nuovo alla grande!! Spero vivamente in un nuovo album!!!
cowboy big 80
Sabato 11 Gennaio 2020, 22.47.39
4
Per me nettamente inferiore ai primi tre e By yuor side, ma band di rock vero, comunque
Shock
Sabato 11 Gennaio 2020, 16.27.51
3
L'ultimo disco che ho comprato dei Black Crowes, ed in verità essendo da anni che non lo ascolto non lo ricordo benissimo. Certo un buon disco, ma i tre precedenti non si battono in quanto a qualità. Lo riascoltero'...
Lizard
Sabato 11 Gennaio 2020, 14.07.08
2
Sbavo letteralmente per questa band. Non è una bella immagine, scusate, ma non saprei dire in altro modo Good Friday e Girl from a Pawnshop sono canzoni clamorose, che non si finisce mai di apprezzare e non sono certo da sole.
P2K!
Sabato 11 Gennaio 2020, 13.35.43
1
Quarto centro su quattro uscite e con il successivo “By Your Side” arriveranno a cinque (peccato che poi i successivi saranno un po’ incerti e dispersivi)
INFORMAZIONI
1996
American Recordings
Rock/blues
Tracklist
1. Under a Mountain
2. Good Friday
3. Nebakanezer
4. One Mirror Too Many
5. Blackberry
6. Girl from a Pawnshop
7. (Only) Halfway to Everywhere
8. Bring On, Bring On
9. How Much for Your Wings?
10. Let Me Share the Ride
11. Better When You're Not Alone
12. Evil Eye
Line Up
Chris Robinson (Voce)
Rich Robinson (Chitarra)
Marc Ford (Chitarra)
Eddie Harsch (Tastiere)
Johnny Colt (Basso)
Steve Gorman (Batteria)

Musicisti ospiti:
The Dirty Dozen (Corni, arrangiamenti)
Bruce Kaphan (Pedal steel)
Rik Taylor (Banjo)
Gary "Mudbone" Cooper (Cori)
Garry Shider (Cori)
Barbara Mitchell (Cori)
Erica Stewart (Cori)
 
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