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Blister Brigade - Slugfest Supreme
14/02/2020
( 1115 letture )
Gli svedesi Blister Brigade giungono al sterzo album dopo il debutto avvenuto sei anni fa e il ritorno con The Executioner del 2016. Lo fanno con il qui presente, Slugfest Supreme, 11 solchi nuovi di pacca, ancora incellofanati. Provenienti dalla cittadina di Skellefteå, il poker di musicisti si è arricchito di un nuovo drummer, sostituendo il vecchio batterista che era apparso nel primo disco gettato sul mercato. Il genere è cambiato e si è fatto più potente, se all’esordio la band contava molto su una larga base street e hard con innegabili proiezioni energiche nel metal, qui le cose si fanno più rocciose, sfociando a piè pari nel metallo puro, genere che continua a riscuotere ampi consensi nei paesi scandinavi.

Copertina colorata e molto fumettata, decisamente migliore di quella del esordio, veramente scadente, poi si apre la manopola del gas, e cominciano le danze con tanto di chiodo borchiato indossato. La title track è una song brevissima, per metà strumentale, che serve solo ad innescare la miccia, che viene accesa con la seguente Ready To Crumble, attacco totale in chiave metallica che richiama i Judas Priest dei bei tempi, con l’ugola di Gustav Lund che fa il verso al mitologico Rob Halford: pezzo riuscito, chitarre arroventate, ritmo tirato allo spasimo e che provocherà headbanging nelle prime file dei loro concerti. Let’s Storm The Walls è un altro fendente heavy con le guitar ricoperte di zolfo e atmosfere sinistre arricchite da un inciso corale e zigrinato, dicasi lo stesso per la quarta canzone, Arson, che sfiora sentieri più hard rock ma gorgoglia di attitudine metal, molto bello l’intervento lungo e articolato delle asce, una sorta di novità visto che i soli presenti nel primo ellepì, risultavano brevi e minimali. Su questo disco, invece, le svisate fluiscono corpose, piene, e decisamente con una durata maggiore. Through Murky Times si abbiglia da ballad acustica di nerbo, con soluzioni acido-melodiche e un solo elettrico soffice ma pungente, che fa da contraltare al piano, scampolo di ottima fattura. S.M.M. sfreccia sulle highway americane e torna il riferimento vocale ad Halford e una batteria che picchia come un fabbro ferraio con le sei corde che fondono gli ampli, riff crudo e solitario per Damaged Goods, un ibrido innescato di rock duro e la voce slameggiante del frontman che trapana l’audience per l’ennesima traccia azzeccata e apprezzabile. Disintegrate, al contrario da quanto si possa dedurre dal titolo, non è uno scampolo tritaossa ma una traccia che mette in mostra armonizzazioni vocali di qualità, chitarre acustiche, inframezzate da un solo elettrico di livello, veramente molto buono il lavoro sulle melodie e sui cori, con un ritornello memorizzabile, ma non pensate ad una canzone sempliciotta, scarna e facilmente assimilabile. Venomous Twister è suonata ai 140 all’ora con doppia cassa in evidenza e plettri incazzatissimi, Pounding The Deadbeat scocca da un altro giro di chitarre caliginose, colpisce per un intermezzo curioso e un assolo caldissimo della solista, poi Burn My World Alive sigilla l’opera con un altro assalto all’arma bianca, ben congeniato, con stacchi e rigurgiti in salsa hard rock.

Un terzo passo discografico decisamente di pregio questo nuovo dei Blister Brigade , si denotano miglioramenti nell’affiatamento dei vari membri, un lasciar per strada vecchie ispirazioni legate alla scena losangelena degli eighties, per fare spazio ad un heavy metal pompato ma mai banale e ripetitivo, e un chiaro irrobustimento del sound in salsa prettamente europea. Qualcuno potrà obbiettare, nulla di nuovo sotto il sole. Certo, oggi più nessuno inventa nulla, ma l’escalation della band in questione è in atto e i risultati sono brillanti, senza nessuna caduta di tono, inciampo o filler tanto per riempire la scaletta. Il quartetto ha idee, sfoggia perizia esecutiva, il mixing finale è convincente; non saranno dei virtuosi dello strumento, ma Slugfest Supreme ha il pregio di farsi ascoltare numerose volte senza stancare. Alternando alabardate a tracce grondanti di groove, senza abusare di melodie di facile consumo. E pazienza se ogni tanto spunta fuori qualche influenza derivata dai maestri del genere. Bene così, per questi ragazzi svedesi l’evoluzione è in pieno atto ed è indubbiamente consistente e positiva.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
93.66 su 3 voti [ VOTA]
Frankiss
Venerdì 28 Febbraio 2020, 12.58.23
3
chiedo venia per la dimenticanza.....
Lizard
Venerdì 28 Febbraio 2020, 7.58.00
2
Corretto, grazie della segnalazione!!
Corna Viirus 666
Giovedì 27 Febbraio 2020, 23.27.43
1
Questo è il loro terzo album a dire il vero! C'è anche ''The Executioner'' del 2016 nel mezzo!
INFORMAZIONI
2020
Inverse Records
Heavy
Tracklist
1.Slugfest Supreme
2.Ready To Crumble
3.Let’s Storm The Walls
4.Arson
5.Through Murky Times
6.S.M.M
7.Damaged Goods
8.Disintegrate
9.Venomous Twister
10.Pounding The Deadbeat
11.Burn My World Alive
Line Up
Gustav Lund (Voce, Chitarra)
Cristoffer Strand (Chitarra solista)
Anders Gustavsson (Basso)
Rickard Lundmark (Batteria)
 
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