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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Big Scenic Nowhere - Vision Beyond Horizon
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25/03/2020
( 1061 letture )
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Togliamoci il sasso dalla scarpa, e pronunciamo subito l’odiata parola. I Big Scenic Nowhere sono un supergruppo. Tuttavia, se per l’importanza dei nomi coinvolti tale espressione si giustifica, la band oggi sotto esame assomiglia di più ad un progetto. Il nocciolo duro dei Big Scenic Nowhere è infatti composto da Gary Arce e Bob Balch, rispettivamente chitarristi di Yawning Man e Fu Manchu. I due hanno iniziato a collaborare con l’obiettivo di unire il carattere etereo e riverberato dei primi con il fuzz rovente e assolato dei secondi. Un’idea allettante, resa ancora più appetitosa dai musicisti coinvolti. Dopo una prima lavorazione, il duo è stato affiancato da una decina di musicisti, che hanno contribuito puntualmente sui brani dell’album. Tra questi spiccano Nick Oliveri, Per Wiberg degli Spiritual Beggars, Tony Reed dei Mos Generator, Lisa Alley e Ian Graham dei The Well, così come il produttore/musicista Alain Johannes.
Veri e propri cavalli di razza dello stoner rock quindi, il che pompa parecchio le aspettative attorno a questo Vision Beyond Horizon, esordio sulla lunga distanza che segue l’EP Dying on the Mountain del 2019. L’album in questione si compone di una decina di brani cangianti e variegati, accumunati dall’alternanza di un canonico riffing stoner a momenti arpeggiati e sfuggenti. I brani di Vision Beyond Horizon mantengono quasi sempre un incedere pacato e continuo, che si fa lisergico e vagamente psichedelico nei momenti migliori. Caratteristiche queste visibili sin dall’opener The Glim, sospesa tra il pachidermico riff portante e l’arioso ritornello. La stessa commistione di riff panciuti e tremolanti architetture chitarristiche caratterizza anche Tragic Motion Lines, un buon equilibrio tra i miraggi desertici della strofa arpeggiata e il solleone del poderoso ritornello rockeggiante. Anche quando il fuzz regna sovrano, i brani non perdono il loro carattere ritualistico, come dimostrato dal riff circolare e rotolante di Mirror Image. Questo carattere ipnotico tocca il suo apice nella suadente The I was Gone, particolarmente riuscita grazie ai suoi intrecci vocali, nei quali spunta la prestazione di Lisa Alley. Talvolta, l’impronta degli Yawning Man prende il sopravvento. Ne sono prova la sfuggente Hidden Wall e la conclusiva War Years. Tra gli episodi più interessanti dell’album, questa sfoggia un carattere sognante ed etereo che ricorda una certa musica anni ’60. Segnaliamo infine l’inaspettata The Paranoid, un furioso brano hardcore, un minuto e mezzo di bieca velocità, forse un tantino fuori posto nell’economia del lavoro. Partorito da due chitarristi, Vision Beyond Horizon è un album molto cantato, grazie all’apporto di ben quattro vocalist.
Insomma, l’esordio dei Big Scenic Nowhere si distingue per il suo carattere vario, ma abbastanza coeso da formare un album coerente. Al di là dell’intenzione, pomposa e fondamentalmente poco interessante, di creare un ibrido fra le band dei due leader (più probabilmente riconducibile alla promozione dell’etichetta), Arce e Balch creano un album singolare e sfaccettato, nel quale traspare tutta la loro esperienza e il loro mestiere. L’album è ottimamente prodotto e, specie nei momenti più liturgici, non privo di un certo fascino. D’altro canto però, Vision Beyond Horizon intrattiene senza esaltare, si fa notare senza impressionare. L’esordio dei Big Scenic Nowhere manca ancora di quel qualcosa per colpire davvero nel segno, specialmente se si tiene conto dei nomi che ne sono all’origine. Il lavoro non delude quindi le aspettative ma, come spesso in questi casi, non è nemmeno il “superalbum” promesso. Andando oltre i musicisti coinvolti, Vision Beyond Horizon resta un buon album stoner rock, che vale di sicuro un ascolto.
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Definirli stoner e’ quantomeno riduttivo. Copertina stupenda e hard rock psichedelico con tratti prog e piu’ heavy. Promossi, 80. |
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INFORMAZIONI |
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Heavy Psych Sound Records
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Tracklist
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1. The Glim 2. The Paranoid 3. The I was Gone 4. Mirror Image 5. Hidden Wall 6. Shadows from the Altar 7. En Las Sombras 8. Tragic Motion Lines 9. War Years
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Line Up
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Alain Johannes (Voce, Chitarra) Tony Reed (Voce, Tastiere, Batteria) Ian Graham (Voce) Lisa Alley (Voce) Bob Balch (Chitarra) Gary Arce (Chitarra) Per Wiberg (Tastiera) Nick Oliveri (Basso) Mario Lalli (Basso) Kylen Reed (Basso) Bill Stinson (Batteria)
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RECENSIONI |
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