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Bonfire - Fistful of Fire
13/04/2020
( 1355 letture )
Nuovo studio album per i Bonfire, i quali dal 2015 in poi di fatto non si sono mai fermati fra pubblicazioni in studio e live show. I connotati della musica di Ziller, fondatore e leader della band, sono sempre gli stessi: seguendo la tradizione teutonica i ritmi vengono mantenuti costantemente alti dalla sezione ritmica, la sei corde s'impone con attacchi dinamici in grado di catturare l'attenzione, si susseguono costantemente refrain rocciosi e talvolta arriva qualche ritornello tanto facile da assimilare quanto semplice da scordare, il tutto a confezionamento di un sound fra l'hard rock e l'heavy metal che di tanto in tanto sfocia in un power rigorosamente germanico dove il cantante ci sguazza.

E dire che la bella intro The Joker a metà fra il neoclassical ed il maestoso faceva pensare a qualcosa di diverso, ma Gotta Get Away rimette subito le cose in chiaro seguendo la prassi succitata; da segnalare giusto un ritornello inconsistente dai tratti glam e gli acuti di Alexx Stahl, talmente striduli da risultare fastidiosi. Tutt'altra storia con The Devil Made Me Do It, brano power a tutti gli effetti che confida nell'aiuto dei sintetizzatori: avvio in stile operistico, strofe precise ed esaltanti, un chorus sfarzoso ben riuscito ed un bridge dal retrogusto novantiano abbastanza ispirato. Ride the Blade prosegue il buon momento ponendo in bella mostra l'etichetta Made in Bonfire. L'Intro è abbastanza lunga con tanto di refrain duri e strofe heavy, il ritornello la parte più importante del brano e pur essendo scolastico riesce a fare centro, ottima la prova del singer. When an Old Man Cries è la ballata ottantiana in stile Scorpions gi sentita e risentita milioni di volte, ma pur sempre un piacevole orecchiare; che la melodia sia ottima ce lo dimostra la versione acustica posta a conclusione dell'album. Rock'n'Roll Survivors è un'altra buona carta da giocare per accaparrarsi gli amanti delle sonorità hard rock targato eighties. Come spesso accade il fulcro sta nel ritornello (qui da arena) e nel solo di Ziller ben congegnato, un vero maestro quando imbraccia la chitarra. L'ultimo pezzo della prima parte e peraltro l'ultimo degno di nota è Fire and Ice, il quale si posiziona su coordinate heavy/power, in particolare grazie al bel lavoro della batteria. Leggermente più elaborato (vi è qualche breve variazione da parte della sezione ritmica), un ritornello speed insospettabile ed ovviamente una fase solista notevole con conseguente finale esplosivo. La seconda parte possiede tracks sufficienti ma anche snobbabili, poiché non fanno altro che rimarcare lo stile dei Bonfire. Il riferimento va alla skippabilissima Warrior (una canzone melodic rock che sul ritornello ricorda l'attacco di Livin' on a Prayer), all'insipida Breaking Out ed alle professionali A Fistful of Fire e Gloryland (quest'ultima sembra partorita dai Gamma Ray). È stravagante il fatto che l'episodio più luminoso della seconda parte sia l'interludio "malmstiano" Fire Etude, utile a sfoggiare il gusto e la classe compositiva di Ziller.

I Bonfire da bravi tedeschi si confermano ligi al dovere vista l'ennesima uscita ravvicinata, granitici nell'elaborare composizioni in linea fra loro dove difficilmente una spicca sull'altra e scrupolosi in fase di produzione. Ciò significa che il prodotto è ampiamente sufficiente ma alla fine cosa rimane? Qualcuno si ricorderà di Fistful of Fire fra qualche anno? O addirittura qualcuno se lo ricorderà al termine di quest'anno? Forse Ziller dovrebbe meditare su ciò, anzi probabilmente già l'ha fatto, ne è la dimostrazione l'uscita così frequente di nuove produzioni, forse esse nascondono la volontà di evitare che il moniker venga accantonato per troppo tempo dagli ascoltatori per via di una ripetitività di fondo evidente.



VOTO RECENSORE
68
VOTO LETTORI
83 su 8 voti [ VOTA]
Aceshigh
Martedì 14 Aprile 2020, 9.19.33
3
Senza infamia e senza lode. Con l’abbandono di Lessmann i Bonfire hanno perso uno dei marchi di fabbrica. Va detto ad onor del vero che in Stahl hanno sicuramente trovato un buon sostituto, non è certo il frontman il problema. Questo nuovo album è un prodotto discreto che purtroppo presenta secondo me i pezzi migliori all’inizio, uno dietro l’altro (diciamo le prime 5 tracce). Quello che viene dopo è ben fatto, ma anche anonimo e non molto ispirato. Il plagio bonjoviano di Warrior poi suona come una brutta caduta di stile per una band che ha sulle spalle tanti anni di attività... Il precedente mi era piaciuto un filo di più. Voto 72
Underground
Lunedì 13 Aprile 2020, 15.19.48
2
Un disco che si fa ben ascoltare con un bel po' di canzoni sopra la media, cori anthemici (ma non glam) e buona prestazione generale. Un sette e mezzo ci sta.
duke
Lunedì 13 Aprile 2020, 13.18.56
1
...a quando la recensione di point blank.....disco capolavoro dei bonfire?...
INFORMAZIONI
2020
AFM Records
Hard Rock
Tracklist
1. The Joker
2. Gotta Get Away
3. The Devil Made Me Do It
4. Ride the Blade
5. When an Old Man Cries
6. Rock'n'Roll Survivors
7. Fire and Ice
8. Warrior
9. Fire Etude
10. Breaking Out
11. Fistful of Fire
12. The Surge
13. Gloryland
14. When an Old Man Cries (Acoustic Version)

Line Up
Alexx Stahl (Voce)
Hans Ziller (Chitarra)
Frank Pan (Chitarra)
Ronnie Parkes (Basso)
Andr Hilgers (Batteria)

 
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