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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Civilization One - Revolution Rising
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( 1984 letture )
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Bel disco. Niente di più e niente di meno. Nulla di rivoluzionario, al contrario da quanto suggerito dall’altisonante titolo. “Revolution Rising” scorre liscio per tutta la sua durata senza intoppi.
Le premesse perché si realizzasse un buon lavoro c’erano tutte. Che Aldo Lonobile fosse un virtuoso delle sei corde lo si sapeva, per quanto ha dimostrato con i Secret Sphere. Con Chitral Somapala (Avalon ed ex-Firewind), cantante con personalità ed esperienza, c’era la comune voglia di mettere su un gruppo principalmente power. Quindi c’è stato il ritorno al fianco di Lonobile di Luca Cartasegna, fantasioso drummer, che aveva abbandonato proprio i Secret Sphere nel 2003. Una volta reclutati il francese Pierre-Emmanuel Pelisson (Maladaptive, ex-Heavenly), ed il brasiliano Jesper Stotz, rispettivamente al basso e alle tastiere, il gruppo era pronto. Insomma, non proprio un gruppo di novellini alla prima esperienza.
“Revolution Rising” è un album di power metal dal sound europeo. Inevitabili accostamenti a gruppi quali: Edguy, gli stessi Secret Sphere e gli Hammerfall. In realtà, il prodotto non si discosta più di tanto dalle sonorità delle power band centroeuropee, in particolar modo teutoniche. In evidenza su tutti è il gran lavoro di Aldo Lonobile, vario e mai banale per tutta la durata dell’album, perfetto sia nelle parti d’accompagnamento sia in quelle da solista.
Nove pezzi più un’intro, “Celestial Dream”, dove fa capolinea addirittura un sitar. Mi risulta difficile suggerire qualche traccia a discapito di altre, perché come dicevo in apertura, l’album è ben scritto, prodotto e suonato, dall’nizio alla fine. Si parte con l’arrembante trittico iniziale, “Life Of Agony” con Lonobile sugli scudi con il suo riffing aggressivo, “Legends Of The Past (Carry On)” in pieno Hammerfall-style, coro con ritornello iniziale molto catchy; e la più cadenzata “Lost Souls”, altrettanto orecchiabile. “16” mi sembra il pezzo maggiormente influenzato dai Secret Sphere, dove, Somapala si lancia in un growling , credo più manieristico che realmente sentito.
L’album scorre veloce grazie all’heavy metal più classico di “Sacred” e al riffing di matrice hard rock ottantiano di Lonobile di “Welcome To Paradise”. “Wishing Well” non delude, anche perché la scaletta è varia, si spazia dal power all’heavy più classico, fino a giungere all’hard rock tanto caro a Lonobile. “Dream On” è l’immancabile ballad, buona si, ma si è sentito di meglio; troppo ruffiana nei cori. Chiude l’album l’ottima “Time Will Tell”, episodio strutturato sulla velocità.
Un album power di buona fattura, ripeto niente di esclusivo, ma a volte l’esperienza può fare meglio della voglia di strafare a tutti i costi. I Civilization One possono essere l’alternativa si “soliti noti”. Provare per credere.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Celestial Sunrise 2. Life Of Agony 3. Legends Of The Past (Carry On) 4. The Lost Souls 5. 16 6. Sacred 7. Welcome To Paradise 8. Wishing Well 9. Dream One 10. Time Will Tell
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RECENSIONI |
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