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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 6331 letture )
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E' insolito, se non addirittura bizzarro, che Metallized abbia a che fare con un disco come Opheliac di Emilie Autumn: il 99,9% di ciò che viene passato in rassegna sulle nostre pagine virtuali è legato al mondo del metal o più in generale del rock, e certamente la stragrande maggioranza dei nostri lettori identifica le proprie preferenze musicali nelle due grandi famiglie appena citate. Per questo motivo sarà insolito, se non addirittura bizzarro, scrivere e leggere la recensione di un album che non ha neanche lontanamente a che vedere col "nostro" mondo musicale: lettori avvisati.
FASE I: THE MAKING OF Supponiamo di voler condurre un fantascientifico esperimento sociologico sul metallaro medio: in un campione rappresentativo di tale esemplare di ascoltatore-consumatore di musica troveremo sempre almeno due individui che identificheranno altrettante macrocategorie: - L'ortodosso (di seguito indicato come "orty"), la cui incrollabile fede in tutto ciò che è metal e (soprattutto) "true" è ragione di vita, colui che custodisce nel portafogli i santini di Tom Araya, Joey Demaio, Cliff Burton e Chuck Schuldiner; - L'open-minded (d'ora in poi semplicemente "open"), sempre pronto a scoprire nuovi gruppi e nuove sonorità, con ascolti che spaziano dai Purulent Spermcanal alla sigla dei puffi, e per questo schernito e ripudiato da orty che lo accusa di essere "false" e/o "poser". Una precisazione: il parossismo impersonato da orty e open è del tutto simbolico; ad orty farebbero capo tutti coloro che non ascoltano nulla che non abbia almeno una chitarra elettrica al suo interno (a parte Kveldssanger degli Ulver), ad open tutti gli altri. Leghiamo alla sedia orty e open e mettiamogli davanti la foto di questa ninfetta punk-goth dai capelli scarlatti. Avvisiamoli che stanno per ascoltare la musica di una ragazza che ha la passione per il pop, l'elettronica e soprattutto per il violino elettrico, e ha deciso di definire il suo stile come "victorianindustrial". Inseriamo il cd nel lettore e premiamo il tasto play.
PREMESSA Emilie Autun è un'artista americana arrivata alla notorietà grazie alle sue collaborazioni con personaggi del calibro di Courtney Love e Billy Corgan; canta e suona violino e pianoforte e ha già dato alle stampe un album di composizioni barocche per violino (On a Day, del 2000) e un altro, che si può considerare il suo vero debutto, intitolato Enchant (2003). Nel 2006 è il turno di Opheliac che, grazie alla distribuzione e alla massiccia operazione di marketing della tedesca Trisol, sancisce la definitiva esplosione della cantante californiana.
FASE II: THE AFTERMATH Se già il viso di orty, fiutando il malaffare che gli si para davanti, ha assunto l'espressione da condannato a morte, ai primi beat elettronici tutti danzerecci della titletrack lo vedremo cambiare colore e molto probabilmente forma. Gli arrangiamenti minuziosi e ricchi di particolari sfumature elettroniche sembrano voler nascondere la complessità di un sound che incorpora una pletora di svariate influenze. Dagli echi barocchi del violino elettrico di Emilie alla freddezza di certe atmosfere notturne ed industriali, la musica di Opheliac sembra tendere ad una sorta di "minimalismo melodico" per poi esplodere su pattern ritmici nervosi e ripetitivi. Swallow e Gothic Lolita sembrano gli unici due pezzi dell'album composti per soddisfare la voglia di appeal di open. In realtà anche lui dovrà ammettere le difficoltà di un primo inconsapevole approccio all'arte dell'eclettica artista americana, che nel frattempo con tono diabolicamente sadico si preoccupa per le condizioni psicofisiche dei suoi ascoltatori: "are you suffering?" (Liar). Orty avrà apparentemente iniziato a parlare in altre lingue (in realtà vi sta solo insultando nel suo dialetto), prendetelo come un si. Momenti di tensione (I Know Where You Sleep), sprazzi di calma apparente (Shallott), teatrali ballate ottocentesche (The Art Of Suicide) e crescendo orgasmici (God Help Me) costituiscono un fardello musicale ricco abbastanza da soddisfare le più sfrenate fantasie di open e i molteplici colori della voce di Emilie si adattano ad ogni movimento che le sue composizioni azzardano nell'ora scarsa di durata dell'album. Decisamente troppo per uno come orty, che impossibilitato a farsi del male con le sue stesse mani, starà tentando di staccarsi le labbra a morsi per la disperazione.
Terminato l'ascolto slegate orty e open e lasciateli andare per le loro genti a parlare, ognuno secondo la sua esperienza, di ciò che gli è capitato. La musica di Emilie Autumn ha proprio lo scopo di sorprendere, confondere, disorientare, dividere. Sa urtare la sensibilità degli ascoltatori e rendersi morbosamente attraente oppure sordidamente repellente a seconda di colui da cui si lascia ascoltare, e in questa sua duplice natura non lascia alcuno spazio alla commercialità o alla brama di piacere a tutti i costi. Ribadendo il concetto che Metallized non è il luogo ideale per cercare una recensione di Emilie Autumn vi ricordo: se vi sentite come orty non provateci neanche ad ascoltare questo Opheliac, e se vi ritenete abbastanza "open" da provarci, state attenti lo stesso. Sarebbe sin troppo facile per me sentenziare a posteriori che "ve l'avevo detto".
PS: come accennato precedentemente, l'album è uscito originariamente nel 2006; il promo in mio possesso è un'edizione speciale stampata in occasione dell prossimo "Asylum Tour" europeo, contenente due bonus tracks.
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Molto bello il disco,mi è piaciuto dalla prima volta che l'ho ascoltato... |
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Fenomeno mediatico nella scena goth, che ovviamente resta una cosa di nicchia. E ormai per il discorso delle ragazzine è tardi...Aggiungo che per questo tipo di sonorità il nostro paese non fa testo, se la cantano e se la suonano in Germania. No, a Torino non c'ero, 100 persone mi sembra un dato realistico ( in Germania ne fa 1500 ), a me il disco è piaciuto ma non così tanto da farmi 200 km. Resta il fatto che la gestione della Trisol è a dir poco pessima, visto che ormai si sta lucrando a destra e a manca da anni. |
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Ma quale fenomeno mediatico? Ma tu c'eri al concerto a Torino 2 sere fa? Ci saranno state 100 persone esagerando. Fenomeno mediatico per chi? Per quel migliaio di noi in tutta Italia che la conoscono? Ed è un peccato perchè secondo me ha un talento straordinario ma forse è meglio che rimanga un'artista per pochi e che non diventi una moda per tutte le ragazzine gothic dark che poi inizierebbero a tingersi di rosso i capelli e a vestirsi con bustini ecc... |
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11
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Si, il disco è buono. Peccato che ormai Emilie sia diventanta un fenomeno mediatico, e negli ultimi tempi la Trisol sta facendo un pessimo lavoro. Riedizioni, ristampe, mini-cd inutili, deluxe edition, ristampe delle ristampe, libri...Neanche fosse in giro da trent'anni... |
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10
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Se c'è qualcosa che supera il livello di questo Album (che da quando ho iniziato ad ascoltare è diventato indispensabile nella mia giornata), è la recensione!! |
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9
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Questo album è stupendo |
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Bella Giuseppe !. Se volete vedere qualche foto di Emilie guardate qua: www.metallized.it/articolo.php?id=327 |
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7
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Rece grandiosa, oltretutto devo dire che adesso sono parecchio incuriosito di ascoltarlo |
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5
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Non ho idea di come suoni l'album... e francamente poco mi interessa ...ma davvero SPETTACOLARE quanto hai scritto Giuseppe!!! |
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open, senza dubbi denghiu guyz |
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Lunga vita al Mentalista! E tu Giusè sei "Orty" oppure "Open"? |
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2
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Rece semplicemente STUPENDA! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Opheliac 02. Swallow 03. Liar 04. The Art Of Suicide 05. I Want My Innocence Back 06. Misery Loves Company 07. God Help Me 08. Shalott 09. Gothic Lolita 10. Dead Is The New Alive 11. I Know Where You Sleep 12. Let The Record Show
13. Dead Is The New Alive - manipulator mix by Dope Stars Inc. (bonus track) 14. Liar - murdermix by brendon small (bonus track)
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RECENSIONI |
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