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Danger Danger - Danger Danger
09/05/2020
( 2386 letture )
Un grande esordio quello dei Danger Danger, gettato sul mercato sul finire dell’epoca aurea del genere. Il combo si forma nel Queens, New York, grazie al bassista Bruno Ravel, per qualche tempo nei White Lion e poi nei Talas in sostituzione di Billy Sheehan. Lui è la chiave di tutto, dalle sue quattro corde parte il progetto con una formazione in eterno mutamento, anche per il moniker definitivamente adottato nel 1987. Sono passati dalle sue grinfie nomi importanti come il tastierista Al Greenwood (Foreigner), Chuck Bonfante (Saraya) alla batteria, e il chitarrista Al Pitrelli. La line-up, imperniata sul terzetto Ravel, Kasey Smith alle tastiere e Steve West ai tamburi, verrà completata con l’ottimo Ted Poley nel ruolo di frontman. Lennie Petze, uomo di peso e talent scout della Epic Records che aveva già scoperto nomi del calibro di Boston, Aldo Nova e Cyndi Lauper tra gli altri, fa firmare al gruppo un accordo e li spinge in sala di registrazione. Nel 1989 giunge la pubblicazione del debutto omonimo Danger Danger, alle recording session partecipano sia il chitarrista Tony Rey Bruno che il biondo texano Andy Timmons, ottimo interprete dello strumento, e proprio quest'ultimo, dopo attente e selettive audizioni, rimarrà come membro ufficiale. Copertina bellissima e suggestiva che accalappiò l’attenzione di molti, quasi 50 minuti di musica scintillante; questo il biglietto da visita del quintetto yankee, con due singoli editati come Naughty Naughty e Bang Bang, capaci di attirare immediatamente curiosità, favori e fans in quantità industriale. Ricordo distintamente il video di Bang Bang mandato alcune volte a Dee Jay Television, in un periodo di grandi cambiamenti della trasmissione, che di lì a poco terminerà il suo corso, e di mutamenti epocali nella scena hard, ormai incalzata e poi seppellita dalla nuova ondata grunge.

Il disco spicca per un sound potente e una produzione brillante ad opera di Lance Quinn, 11 tracce tutte scritte dal bassista e dal batterista, una più bella dell’altra, con porzioni melodiche di altissimo livello e un taglio tipicamente hard rock, nonostante la presenza dei tasti d’avorio. L’apertura di Naughty Naughty ha molto del tipico AOR americano, ma il prosieguo della stesura appare dura, diretta, senza fronzoli, con una batteria che spara sul rullante, basso muscoloso, chitarre vivacissime, ritornello magico con Poley che comanda le operazioni dall’alto di un’ugola dotata e cori avvolgenti che conducono all’empireo con la sigaretta in bocca. Under the Gun parte sognante come uno slow, per tramutarsi in un 4/4 pestato e di grande solidità, stacchi e controstacchi che ammaliano e la sei corde che morde nell’oscurità con un solismo veloce e velenoso: cori semplicemente devastanti. Saturday Nite è party song sfregiante, con tutti i numeri al proprio posto, gran tiro, coralità, incedere robusto, chitarre "slameggianti", batteria che schiaffeggia e un ritornello di immenso impatto, mentre la seguente Don't Walk Away si abbiglia da ballad di grandi armonie e rotondità melodica invidiabile, il singolo Bang Bang deflagra dal primo secondo di playing con quelle coralità maestose e una scrittura che alterna seta e acciaio, sfociante in un chorus che rapisce subito al primo ascolto, Timmons, alle chitarre, sviluppa un lavoro eccellente, di valore assoluto, e il singer mostra grande caratura, con intarsi vocali tanto ricercati quanto stellari. Rock America è l’ennesima pepita impossibile da evitare, tastiere in evidenza, atmosfere deluxe, ritornello da urlare nelle arene a pugni chiusi verso il tetto del mondo. Boys Will Be Boys è altra party song con i controcosiddetti e un gusto tipico della band che, in soli due album, ha saputo creare un marchio di fabbrica, tra tonnellate di melodie e cori luccicanti; prestate attenzione al basso che trattoreggia sotto la superficie. One Step from Paradise conduce proprio in paradiso con atmosfere tastierose, lente, sognanti ma cazzute, l’ascia spacca come un ordigno ad alto potenziale e Ted Poley fa il magnifico dietro il microfono. Poi arriva il gioiello un po’ oscuro ma che fa tremare le fondamenta, Feels Like Love è song allegra, baldanzosa con un pre chorus e un bridge capolavoro per controcori e melodie splendenti, da riascoltarsi in cuffia 5 volte consecutive con tanto di guitar-solo trasognato. Il disco si conclude con Turn It On, secca, decisa e americana nell’animo, con il basso di Ravel che smura e costruisce su cori sontuosi, poi Live It Up si mette in posa plastica e martella di brutto con squarci blues.

I Danger Danger, a promozione del CD, si esibiranno live al fianco di grandi nomi come Kiss, Alice Cooper, Extreme, Warrant e Faster Pussycat. Grazie ai tour, le radio, i giornali di settore e soprattutto l'esposizione su Mtv, faranno in modo che il loro passo d’esordio venda mezzo milione di copie solo negli States, con i singoli estratti in grande spolvero (Bang Bang, ad esempio, venne usata come sigla per lo spot del programma Headbanger's Ball su Mtv). La band diviene popolare improvvisamente e la leggenda narra che il duo ritmico Bruno Ravel - Steve West abbia partecipato, assieme a C.C. DeVille dei Poison e la cantante Fiona come coristi al disco Cherry Pie degli Warrant nel 1990, senza però venir accreditati nelle note ufficiali della release. Poi arriverà il secondo passo discografico, Screw It! nel ’91, altra bella botta sanguinolenta di rock duro americano. Esordio con i fiocchi per questi cinque ragazzi statunitensi che, anche dal vivo, sapevano mazzulare per bene, senza risparmiarsi. Chi ama il genere sa bene di cosa parlo, chi non conosce il disco rimarrà rapito da queste undici composizioni perlacee, pregiate, sfavillanti in ogni singolo secondo del timing. Un altissimo esempio di hard rock yankee con tastiere, una vena creativa sfarzosa, arrangiamenti di livello siderale, interpreti di peso specifico e quegli impasti canori e corali che sanno di libidine pura, accarezzando la stratosfera. Un platter semplicemente perfetto, da riscoprire, per gustare una porzione di paradisiaco hard rock in salsa “doppiamente pericolosa”.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
91.76 su 17 voti [ VOTA]
ShotInTheDark
Giovedì 4 Aprile 2024, 13.10.46
17
Qualche filler c\'è, non c\'è dubbio, ma Under The Gun è meglio delle vacanze estive a tra terza media e prima superiore. Punto
Argo
Mercoledì 5 Aprile 2023, 18.49.34
16
Ottima atmosfera di tempi ormai andati... ascoltare cd del genere fa sempre più male.
Andy
Mercoledì 7 Settembre 2022, 22.15.34
15
....un vero capolavoro di fine anni 80!!!!....in verita' l'album pare che sia stato registrato da Al petrelli alla chitarra...andy timmons entro' poi appena piu' tardi ...comunque grandi pezzi ma piu' vicini all' AOR americano classico!!!
Roberto
Domenica 16 Gennaio 2022, 4.05.21
14
Autentico classico del genere. Pezzi stupendi, praticamente nessun filler. Voto per me 90
DP
Sabato 15 Gennaio 2022, 21.20.04
13
Direi prefetto, voto 99 ....
Giovannuzzo
Lunedì 11 Maggio 2020, 16.44.09
12
L’album della mia adolescenza. Probabilmente Don’t Walk Away è la rock ballad più bella di sempre!!! Visti anch’io 6 anni fa al Frontiers Festival con Marcello all chitarra. Bell'esperienza!!!
Roberto
Domenica 10 Maggio 2020, 23.34.43
11
Bellissimo, per me il loro migliore.. Don't walk away, Bang bang, Rock america, One step from paradise, Under the gun...una più bella dell'altra!
DP
Domenica 10 Maggio 2020, 21.33.01
10
Don't walk away fantastica!!! I brividi quando l'ho sentita al Frontiers Rock Festival pochi anni fa con Poley a cantarla in mezzo al pubblico…..
Aceshigh
Domenica 10 Maggio 2020, 19.39.54
9
Adoro questo disco! A volte più AOR, a volte più rockettaro, ma con una qualità media dei pezzi veramente alta. Naughty Naughty, Bang Bang, Rock America, Feels Like Love e le due ballads sono pezzi stratosferici, con dei refrain fatti apposta per spaccare tra i giovani americani dell’epoca. Ottimi solos: Timmons qui se non sbaglio non ne fa molti, ma Tony Rey non sfigura. Ottimo anche l’album successivo, un po’ meno patinato, e belli anche alcuni con Paul Laine. A me era piaciuto anche Revolve, ma mi sa che se lo sono cagati in pochi. Quelli sotto il nome The Defiants invece me li sono persi, ma rimedierò assolutamente. Voto 91. Naughty Naughty.... Down and diiiiirtyyyyy...
Diego75
Domenica 10 Maggio 2020, 17.12.44
8
Bei tempi...quando le band avevano classe da vendere...ottimo disco...assieme al successivo !
InvictuSteele
Domenica 10 Maggio 2020, 0.32.31
7
Un classico dell AOR. Stupendo. 85
guitarmadness80
Sabato 9 Maggio 2020, 21.22.11
6
Un album strepitoso, una grandissima band. La mia song preferita Naughty Naughty ma tutto il disco è composto da grandi brani. Voto personale 88.
Galilee
Sabato 9 Maggio 2020, 17.52.59
5
Ottimo album di hard rock glam, band un pò sottovalutata. Il secondo screw it sarà il loro capolavoro. Tra l'altro gran copertine. Divertenti e simpatiche.
Rob Fleming
Sabato 9 Maggio 2020, 16.53.56
4
Bel disco, con un capolavoro assoluto nei solchi di Under the gun. L'avevo su cassetta e quindi saranno 20 anni che non lo ascolto, ma lo ricordo con piacere. 80
Underground
Sabato 9 Maggio 2020, 16.13.51
3
Una volta tanto sono d'accordo col recensore: album spettacolare senza punti deboli, con tracce killer e ballate stupende. Io darei pure a questa meraviglia. Magari recensite anche l'ultimo dei The Defiant, cioè i Danger Danger 2020, invece di certe ....
Graziano
Sabato 9 Maggio 2020, 15.09.42
2
Acquistato all'uscita. Capolavoro di una band che in 30 e passa anni di carriera non ha mai prodotto un cattivo album.
duke
Sabato 9 Maggio 2020, 15.01.58
1
....un gran bel disco di sano hard rock made in usa.....
INFORMAZIONI
1989
Epic Records
Hard Rock
Tracklist
1. Naughty Naughty
2 Under the Gun
3 Saturday Nite
4 Don't Walk Away
5 Bang Bang
6 Rock America
7 Boys Will Be Boys
8 One Step from Paradise
9 Feels Like Love
10 Turn It On
11 Live It Up
Line Up
Ted Poley (Voce)
Andy Timmons (Chitarre, Cori)
Bruno Ravel (Basso, Cori)
Kasey Smith (Tastiere)
Steve West (Batteria, Percussioni)
 
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